NG  OPINIONI    20.01.02
DREAM THEATER (nuovo album)


Ragazzi... a me piace da morire...che ne dite di farmi sapere anche le vostre impressioni..???
Ciao
Dario


totalmente fuori parametro :))))))))

esco tra i petardi


Una merda senza possibilità di salvezza!

ChROMo


L' ho comprato ieri pomeriggio e l' ho sentito in macchina (ho girato parecchio...)
Per ora ho sentito solo il primo CD... non mi dispiace affatto, anche se la voce di LaBrie... boh, non lo so... non è malvagia, il fatto è che forse ci aveva abituato troppo bene (ma è anche vero che da I&W sono passati 10 anni...)
Comunque tra un altro paio di ascolti tornerò a commentare...
Ciao ciao
Velio


A me piace e pure parecchio. Non appena i negozi qui vicino si decideranno a venderlo ti potrò dire pure cosa ne penso dei testi! :D

Ciao
John Danziger


Un album poliedrico, totalmente fuori da ogni possibile catalogazione.
Si trovano le più disparate influenze, dai progetti collaterali come i LTE, i Transatlantic (sentire i suoni di batteria e le orchestrazioni della deprimente e piena di pathos Disappear per credere), A Night with Jordan Rudess and John Petrucci (sempre in Disappear quando compaiono i suoni d'arpa che sono ripresi da From Within del succitato concerto), alla rielaborazione delle sonorità di Awake in chiave ancora più profonda e dura.
Il primo disco, specialmente, è estremamente innovativo, sperimentale.
Si trovano cenni presi da Queen, Pink Floyd, Porcupine Tree, Fates warning (questi tornano prepotentemente alla mente in The great debate dove ci si trova di fronte a una rispettosa e ben riuscita emulazione di alcune atmosfere prese da Disconnected).
I pezzi del primo album che mi hanno più coinvolto sono Blind Faith (ommetto the glass prison perchè ascoltata troppe volte su mp3) e soprattutto The great debate. 
Scottante anche la tematica affrontata in quest'ultima canzone, di grande attualità.
Il secondo album è una storia tutta a sé stante:

l'overture classica che apre la suite suona come ben riuscita solo in parte. Spesso scade nel banale, e sembra quasi di sentire la colonna sonora di Final Fantasy, in altri punti invece è veramente impressionante l'affinità che compare tra metal e classica.
About to crash è un bel pezzo, ma non spicca rispetto alle perle che costituiscono il cuore pulsante di questo enorme viaggio musicale:
-The test that stumped them all, manifesto tecnico della band, invettiva violentissima, inarrivabile, schizofrenica (gli urlettini di LaBrie sono assurdi ihihihih).Sono evidenti i richiami ai Symphony X, specie per ciò che riguarda i riff di Petrucci che qui si accostano in parte a quelli di Michael Romeo.
-Goodnight Kiss, dolce, quasi melensa, potrebbe essere, nella sua parte iniziale, un brano che fa da conclusione a un film, o da sfondo a una scena d'amore, potrebbe essere cantata da Barbra Streisand, potrebbe essere qualsiasi cosa che non sia Dream Theater, e invece è una fantastica ballad in cui ci stanno di rito gli accendini accesi al vento, i fantastici suoni di batteria di Portnoy, e tutto lo stilnovismo di questo episodio del combo.
-Solitary Shell: pezzo che affonda le sue radici a mani piene nel prog rock anni 70, con un fantastico arrangiamento di chitarra classica sul quale prende forma un interludio di tastiere i cui suoni mi ricordano tremendamente Yours is not disgrace degli Yes. Meravigliosa.
Da citare anche e cmq il reprise di about to crash, che ha un ottimo tiro e fa muovere per bene i piedini...

Comuni a tutte e due i dischi 2 considerazioni:
a) Finalmente LaBrie ha capito che è inutile cercare di emulare il se stesso di 10 anni fa, cercando di prendere ottave impossibili, che sono per lui improponibili, o da riarrangiare, sul palco.
La sua voce adesso si adatta alle sue potenzialità, guadagnando ciò che ha perso, a livello di effetto scenico, in espressività e personalità.
Un esempio lampante è Disappear, pezzo tristissimo, triste almeno quanto Space Dye Vest (anche se in un altro modo). Qui il cantato del nostro tagliaboschi preferito non è nulla di che, per ciò che riguarda estensione, ma ha un pathos indescrivibile, forse anche enfatizzato
dal testo, semplice ma intenso.

b)John Myung: si sono accorti, dopo dieci anni, che ha sempre inciso col jack del basso staccato dalla testata, e finalmente gliel' hanno agganciato. Su questo album lo si apprezza finalmente senza dover fare 10 ascolti dedicati solo alle sue linee, il mixing è azzeccato, la sua partecipazione al songwriting è aumentata, gli spazi concessigli anche, e Bruce Lee (;P) non ci delude.

c) Una terza ed ultima considerazione: adesso, come ho già detto, si può dire, e a ragione, che questa band non fa prog, ma vola oltre, con una musica tutta sua, non etichettabile, che fa tesoro di quanto altri
grandi gruppi passati e contemporanei hanno proposto e tutt'ora propongono, senza necessariamente scadere nel plagio, ma accorpandone una fresca rivisitazione, alla voglia di rinnovarsi, e alle radici inestirpabili del sound made in Dream Theater che tutti conoscevamo fino SFAM.

See ya!
Bloodycross


A me pare metal, magari non propriamente inteso, ma decisamente e ineludibilmente metal. Ma ciò ha poca importanza.
Definire come 'influenze' le ovvie similitudini con i side projects (frutto, tra l'altro, in massima parte di improvvisazioni) del gruppo medesimo mi sembra un po' troppo semplicistico e soprattutto comodo.
E si può parlare di 'influenza' riferendosi ai suoni? Siamo seri, dai...
Questo non vorrà semplicemente dire che il buon Rudess ha usato lo stesso suono in due lavori diversi? E poi ancora, come si può chiamare 'influenza' quella che si riferisce a un concerto, ad opera di due componenti del gruppo stesso? Se volevi dire che sono influenzati da loro stessi, non c'è di che obiettare... :)
Il metal è fatto di armonie mozze, la classica di armonie ipercomplesse: in questo senso sono davvero fatti una per l'altra, come la mamma e figlio ritardato.
E ti pare che i DT si curino di richiamarsi ai SX? Ritorna il discorso sulle influenze fatto sopra.

Sinfonico, che non è l'unico tipo di prog esistente (e che secondo alcuni non è nemmeno la più importante fra le varie caratterizzazioni di esso...)
Ciao

Pietro


AHAHAHAH! Ti stavo aspettando a braccia aperte carissimo, bene,
rimbocchiamoci le maniche >:)
Sì può parlare di influenze ANCHE riferendosi ai suoni, e infatti io ho fatto riferimento ai suoni E alle orchestrazioni.
Le influenze, i richiami, possono esser fatte anche di suoni, tanto che se stai ben attento ritroverai in questo album un suono che ricorre verso la fine di disconnected dei Fates Warning (ma questo non rappresenta il richiamo al quale faccio riferimento più in basso).
Sì, è vero, è lo stesso suono, ma la struttura dualistica chitarra/tastiere sviluppata all'inverosimile in quel concerto a New York, rispetto a SFAM, è una novità per i Dream Theater come GRUPPO, mai implementata prima, e non è colpa mia se di quell'evento esiste solo un disco live  e non uno in studio.
E poi, in via del tutto teorica, se una band squattrinata facesse una ripresa live di una sua performance, e questa diventasse fonte di ispirazione per la tua musica, tu non la useresti o non la riterresti un'influenza perché è live?
Poi, essere influenzati da se stessi, sarà pure ovvio, ma è chiaro che va evidenziato. Ad esempio il Rudess dei Dream Theater non ha nulla a che vedere con quello di Rod Morgenstein, eppure è la stessa persona che,  guarda caso però, non si influenza da sola mescolando i due progetti... è ancora così scontato dover sottolineare che a seconda dell'ambiente del quale partecipi (musicalmente parlando) alcune cose che vi apprendi le riverserai in altri tuoi lavori, e altre no?
Ed esiste soltanto il senso armonico per te?
Io trovo che, ancora una volta, ci siano dei frangenti di questa composizione che risultano brillanti, proprio per questo sodalizio che a te starà anche sul gozzo, ma che io apprezzo.

E poi le influenze neoclassiche nel metal non sono mica una novità (Y.J.Malmsteen docet).
Evidentemente, anche se non se ne curano, l' han fatto.
E poi guarda che non sarebbe cmq un reato, anzi. Mi sembra del tutto normale che se ci sono delle cose che ti colpiscono in un disco che ascolti, ti capiti di riprodurle, anche inavvertitamente, quando suoni.
E' una ragionamento che vale per qualunque ascoltatore, John Petrucci compreso.

"Sinfonico, che non è l'unico tipo di prog esistente (e che secondo alcuni  non è nemmeno la più importante fra le varie caratterizzazioni di esso...)": E con questo? Sembra quasi che sottolineando che è prog rock sinfonico, e che quest'ultimo "secondo alcuni" non sia la caratterizzazione più importante del prog rock, tu paragoni il suo valore a quello di una scatoletta di manzotin vuota...

See ya!
Bloody


Lo 'sviluppo della struttura dualistica' in questo caso è obbligato (per non dire ovvio) in quanto a quel concerto suonarono in due :P
"Ad esempio il Rudess dei Dream Theater non ha nulla a che vedere con quello di Rod Morgenstein"
Non sono d'accordo: moltissime soluzioni sono pressoché identiche fra il RMP e 6DOIT...e poi continuo a non comprendere il perché tu voglia a tutti i costi trovare ovvi parallelismi fra lavori degli stessi artisti, oltretutto
non omogenei (alcuni - come RMP e LTE - fatti per puro divertimento e con assoluta libertà, e altri composti con intenti e tempi del tutto differenti) e volerle indicare come 'influenze'...

"che guarda caso però non si influenza da sola mescolando i due progetti... è ancora così scontato dover sottolineare che a seconda dell'ambiente del quale partecipi (musicalmente parlando) alcune cose che vi apprendi le riverserai in altri tuoi lavori, e altre no?"

Assolutamente scontato, se l'artista in questione ha la possibilità di produrre la musica che più gli piace.

"Io trovo che, ancora una volta, ci siano dei frangenti di questa composizione che risultano brillanti, proprio per questo sodalizio che a te starà anche sul gozzo, ma che io apprezzo."
Il sodalizio di cui parli ha il pregio di riuscire spesso molto efficace, sono il primo ad ammetterlo; la mia di prima era solo una battuta.

 "E poi le influenze neoclassiche nel metal non sono mica una novità  (Y.J.Malmsteen docet)!".
E questo che c'entra?

"E ti pare che i DT si curino di richiamarsi ai SX? Ritorna il discorsosulle influenze fatto sopra. Evidentemente, anche se non se ne curano, l' han fatto."
Non è che piuttosto il richiamo sia ad alcuni stilemi classici a cui, guarda caso, anche il chitarrista dei SX fa riferimento?

"Solitary Shell: pezzo che affonda le sue radici a mani piene nel prog  rock Sinfonico, che non è l'unico tipo di prog esistente (e che secondo alcuni non è nemmeno la più importante fra le varie caratterizzazioni di esso...)
E con questo? Sembra quasi che sottolineando che è prog rock sinfonico, e che quest'ultimo "secondo alcuni" non sia la caratterizzazione più importante del prog rock, tu paragoni il suo valore a quello di una scatoletta di manzotin vuota..."

Era soltanto per mettere in luce l'improprietà dell'espressione, che alimenta l'equivoco secondo cui il prog rock degli anni '70 è fatto solo di Genesis, Yes, EL&P, Gentle Giant, King Crimson e pochi altri.

Ciao
Pietro


"Era soltanto per mettere in luce l'improprietà dell'espressione, che alimenta l'equivoco secondo cui il prog rock degli anni '70 è fatto solo di Genesis, Yes, EL&P, Gentle Giant, King Crimson e pochi altri."

I quali, pur essendo etichettati generalmente come "sinfonici" (etichettatura sbagliatissima per i Crimson, che di sinfonico strictu sensu hanno fatto solo due album [uno è ItCotCK, metà del secondo lo è e metà di Red] sono già diversissimi tra di loro e in possesso di un sound riconoscibilissimo. Il loro rifarsi a "stilemi classici" non è stereotipato e calligrafico-plastificato quanto quello della maggior parte delle band di cosiddetto metal sinfonico o neoclassico
(e questo vale anche per i da me detestati ELP, con l'esclusione della bruttina rendition di Quadri di un Esposizione). La mia impressione è che anche tu la pensi così... volevo solo specificare, così come vorrei specificare che a mio avviso le influenze prog ravvisabili nella produzione (passata, perché quest'ultimo lavoro non l' ho ancora acquistato) dei DT sono riferite al prog di Rush, Kansas e qualche altro, più che a Genesis, Gentle Giant e altri gruppi dalla raffinatezza inarrivabile.

fencing school "Teufel Hanswurst"


 "I quali, pur essendo etichettati generalmente come "sinfonici" (etichettatura sbagliatissima per i Crimson"

Me ne rendo conto, e sono d'accordo; li ho aggiunti proprio riflettendo sul fatto che chi li conosca appena li possa accostare senza distinzione a tutti gli altri, considerando che è sicuramente più diffusa la conoscenza di un ITCOTCK che di un Islands...

Ciao
Pietro


In quest'ultimo episodio, c'è un'evidente richiamo agli Yes....potrete riconoscerlo tranquillamente anche voi senza che stia qui a dirvi esattamente dove....sul resto della produzione dei Dream Theater concordo riguardo i richiami prog citati.

See ya!
Bloody


"Lo 'sviluppo della struttura dualistica' in questo caso è obbligato (per non dire ovvio) in quanto a quel concerto suonarono in due :P"

Chiaro, ma non è obbligato all'interno dell'ultimo lavoro, dato che ci sono 5 persone all'opera. Intendevo dire che il dialogo che in quel live era obbligato, e studiato, appare ottimamente integrato come
elemento inedito nella musica dei Dream Theater in toto.

Continuo però a sostenere che non sia un'eresia sottolineare le somiglianze tra lavori degli stessi artisti. Questo perché le diverse situazioni musicali nelle quali operano, indipendentemente dall'ovvietà delle influenze "auto indotte", è importante per capire la scelta di determinate soluzioni.
E anche i suoni in questo partecipano. Poi magari a te non frega niente di stare a vedere che Portnoy usa gli stessi suoni dell'ultimo transatlantic in Disappear, ma io guardo anche queste piccole cose.

See ya!
Bloody


" la musica classica è un universo a se stante e completo sotto ogni punto di vista; il metal, per ragioni storiche e stistiche, no."
Completo in che senso scusa?? O in quali punti di vista??

"Se ne può ben sostenere quindi l'oggettiva inferiorità"
Si vabbe', ma chi sei, Aristotele?? 2-D
Ti dirò... di musica non so niente e neanche me sbatte molto 2-) Quindi sì, può essere, anzi è vero che nella classica le armonie saranno cose ingarbugliate e nel Metal semplificate, ma appunto per questa diversità non li puoi paragonare. Per esempio non puoi certo dire che il Metal sia semplificazione della classica, visto che ha elementi totalmente estranei ad essa (quindi non e' che quell'altra sia più completa...).

beast '84

STAY ROTTEN!!


L'unica diversità del metal colla musica classica sta negli strumenti utilizzati; dal punto di vista strettamente musicale non c'è soluzione di cui il metal faccia uso che non fosse già stata sviscerata in ambito classico. E qui chi ne sa più di me venga a soccorrermi...
Con questo non voglio dire che il metal (mi) faccia schifo, perché se ancora lo ascolto qualche motivo c'è; mi limito a ricordare come il genere di cui qui si parla abbia caratteristiche peculiari che precludono l'esplorazione di determinati 'territori musicali'... per farla breve, dire che il metal è il figlio legittimo e nobile della musica classica è una solenne fandonia.
Si potrà al massimo dire che il metal è il genere della musica moderna che più di ogni altro ha ripreso e rielaborato gli aspetti più teatrali, scenografici e magniloquenti di una certa parte del repertorio classico.

Ciao
Pietro


"Per esempio non puoi certo dire che il Metal sia semplificazione della classica, visto che ha elementi totalmente estranei ad essa (quindi non e' che quell'altra sia più completa...)."
E come potrebbe mai esserlo, visto che il metal ha origini schiettamente "popolari" (attribuite disprezzo pietresco alla parola, visto che ahinoi non si tratta di cultura accademica) nascendo dal rock e dal blues, su tutti! E andando ancora a ritroso quindi dalla musica africana... è lo sbocco di un percorso che con la classica non ha nulla a che fare e cresciuto in ben altri contesti (al di là di affinità di feeling per certo metal/hard rock/prog rock che sappiamo - i vari Kansas, Rainbow, Magnum, Yes e altri ancora) . E a questo punto andrebbero segati alla radici tutti i generi musicali, tanto sono tutti più poveri, inferiori e privi di qualsiasi valore, tanto la musica classica a livello armonico ha detto tutto il dicibile e come sappiamo esiste solo quello, forma, cultura di base, scopi, atmosfere, elementi costituzionali in genere che compongono i diversi generi (nel senso più ampio possibile, metal, fado, rock, salsa, funk, folk del madagascar...) sono solo orpelli che gettano fumo negli occhi dei poveri ignoranti. Insomma, tutta la musica è uguale alla musica classica, anzi, è un copia derivativa della musica classica! Figuriamoci, io ero convinto che per es. Live At The Apollo di James Brown, Bitches Brew di Miles Davies o Overkill dei Motorhead fossero capolavori, arte, viste le innovazioni e l'influenza esercitata su miriadi di succedanei e il fatto che suonino sempre attuali, belli ed avvincenti...
invece ho scoperto che ho sbagliato, e solo ciò che si avvicina il più possibile alla cultura accademica è degno di menzione!
Niccolo'


la classica è fatta di armonie molto meno "colorate" rispetto a quelle dei DT, molto più vicine a quelle metal, mentre è più mobile, al contrario di quella metal che nasce e muore (DT e pochi altri a parte)
nella stessa tonalità...
ave
giux


"Un album poliedrico, totalmente fuori da ogni possibile catalogazione."
Non sono nelle condizioni adatte per mettermi a sviscerare le catalogazioni in cui sarebbe possibile metterlo (visto che ho vomitato non si sa quante volte stanotte [la prima proprio con 6doit in sottofondo :D] e m'arreggo con lo sputo!!), ma non è che sia una cosa profetica quest'album...

"Il primo disco, specialmente, è estremamente innovativo, sperimentale. Si trovano cenni presi da Queen, Pink Floyd, Porcupine Tree, Fates warning (questi tornano prepotentemente alla mente in The great debate dove ci si trova di fronte a una rispettosa e ben riuscita emulazione di alcune atmosfere prese da Disconnected)."
Hmmm controsenso (gioco a fare il Pietro :D): se è innovativo e sperimentale, xkè si rifanno a Queen, PF, PT e FW? Magari è innovativo solo per i DT, non in assoluto...
su questo sono d'accordo, hanno fatto un bel passo avanti, ma non è che siano diventati un'avanguardia musicale :P
A questo punto apro una polemica : Petrucci come Schoemberg?? ;-D
Per quanto riguarda The Great Debate, l'inizio della prima parte cantata è stata nettamente rubata a Kevin Moore, anzi, sembra quasi lui a cantarla!!!!

"I pezzi del primo album che mi hanno più coinvolto sono Blind Faith (ommetto the glass prison perché ascoltata troppe volte su mp3) e soprattutto The great debate. Scottante anche la tematica affrontata in quest'ultima canzone, di grande attualità."

D'accordo con te .... BF, TGD, Disappear mi han colpito di piu'... per il resto potevano anke stagliuzzare di una 20ina di minuti e fare entrare tutto su un disco solo :-D

"Il secondo album è una storia tutta a sé stante: l'overture classica che apre la suite suona come ben riuscita solo in
parte. Spesso scade nel banale, e sembra quasi di sentire la colonna sonora di Final Fantasy, in altri punti invece è veramente  impressionante l'affinità che compare tra metal e classica."
AAAAAAAAAAAAAAA!!!!
Ma se è la parte più bella di tutta la suite :-P davvero, è l'unica cosa di realmente innovativa che abbiano  fatto i DT (i DT... l'ha fatta Rudess... :PP) e prego me la rifacciano dal vivo!!! Che uomo, che uomo :-)

"About to crash è un bel pezzo, ma non spicca rispetto alle perle che costituiscono il cuore pulsante di questo enorme viaggio musicale"
Carino, molto Kansas style :-)
Dove l'avranno visto il dark e heavy qui non lo so :-P
Bello il solo di petrucci alla fine della canzone, davvero molto bello... possiamo ben vedere che la quantità di plettrate alternate e la possibilità che venga fuori un bell'assolo sono inversamente proporzionali :-)
In Solitary Shell non ci vedo tutti questi riferimenti al Prog, quanto a un certo tipo di rock, ancora assimilabile a Kansas e affini...

"John Myung: si sono accorti, dopo dieci anni, che ha sempre inciso col jack del basso staccato dalla testata, e finalmente gliel' hanno agganciato. Su questo album lo si apprezza finalmente senza dover fare 10 ascolti dedicati solo alle sue linee, il mixing è azzeccato, la sua partecipazione al songwriting è aumentata, gli spazi concessigli
anche, e Bruce Lee (;P) non ci delude."

La sorpresa maggiore nel sentire il disco... forse mettere meno linee di chitarra mettere in risalto in basso è stata una cosa azzeccata :-)

Solo che dopo 10 anni è un attimino tardiva come cosa no? :)
Mi preoccupano le 35 linee di tastiera e come farà il mio amico Polipetto Jordie a rifarle dal vivo :/

Molto meglio di SFAM, 6doit è davvero gradevole, ma da qui a dire che è un capolavoro ce ne corre :))
CIao
Matteo


"Ragazzi..a me piace da morire... che ne dite di farmi sapere anche le vostre impressioni..???"
Ora io mi attacco al tuo post (non prenderla a male) per dirvi una  cosetta sola:
AVETE ROTTO IL CAZZO CO STI DREAM THEATER!!!!!

ok, sono it.
ok, piaciono pure a me.

ma
_525_ post (!!!!!!!!!!!)
sui DT dal 1° Dicembre 2001 a oggi (incluso il mio so 526) 

hanno lievissimamente rotto il cazzo.

Vi invito a _ATTACCARVI_ a questo thread per commentare il nuov
o disco 
dei DT e di non aprirne altri nuovi.

ARIOCH 
"Rock and Roll machine
Faster than you ever seen
Rock and roll machine
All those eyes just lookin' at you" (Gil Moore - Triumph)


Che dire! Il mio gruppo preferito è riuscito a stupirmi ancora.
Siamo di fronte a un album che ricordo molto le atmosfere psichedeliche degli anni 70. Dopo l'ascolto di The Glass Prison pensavo di sentire un album "duro", invece tranne quella canzone il resto è molto morbido,
delicato, ma di classe.
Non cercano tecnicismi estremi, si accontentano di dare delle melodie di buon impatto.
Blind Faith in versione Radio mi faceva schifo, ma così intera...UN CAPOLAVORO così come tutto l'album.
Trovo un pochino pallosa The Grate Debate e Overture (queste intro dovrebbero durare 1 o 2 minuti, ma + di 6 è uno strazio).
Per il resto.....i DT sono sempre i migliori (IMHO)

Gackeen


Io sono ancora ai primi ascolti...ma inizio ad assimilare...
Ero preoccupato leggendo i post di un paio di giorni fa ke condannavano i suoni di 6DoIT..."fanno cacare.." ho sentito dire....Ma sta gente come ascolta la musica?? Nel mangianastri della Chicco???
Vabbè... chitarre da paura (forse il + bel suono dopo Awake..), e batteria molto soddisfacente (sopratutto cassa e tom...il rullante è il solito MelodyMaster di SFAM..può piacere o meno...).
Siamo stati molto fortunati ke l'amico Kevin (Shirley) si sia limitato coi ritocchi in fase di mix...e ke nn abbia seguito la produzione... (W il mitico Oberkircher) :))
Cmq è un disco pieno di idee, e di genialate compositive....i DT hanno stile da vendere come sempre...
Ciauu!

GeNiUs33


I DT sono riusciti a stupirmi di nuovo, proponendo questo IMMENSO lavoro in cui riconfermano il loro essere così dannatamente UNICI...
Devo dire che a prima impressione, dopo un singolo ascolto, non mi aveva convinto molto... Era troppo "diverso" dai precedenti album... Hanno voluto dare un netto stacco col passato, con le atmosfere che ci avevano preparato
in "Scenes from a Memory", tanto che mi sono ritrovato decisamente spiazzato
per le scelte operate in alcuni punti...
Dopo il 4° ascolto ha iniziato ad emergere la vera essenza di questo album, lo studio accurato della melodia che questa volta va a toccare punti finora mai presi in considerazione...
Per quanto riguarda la produzione, mi convince poco il suono d'insieme che viene creato in alcuni punti... Mi sembra di tornare un po' a Falling into Infinity, e in quei punti un po' rimpiango il suono alla Images and Words... ma per fortuna, il tutto non va a "staccare" di netto con l'atmosfera che
viene creata.
Concordo con chi ha detto che FINALMENTE il basso si sente... ed era ora, visto che il signor Myung ha parecchie cose da dire...
Il lavoro di Rudess nell'album è un qualcosa di unico... qualcosa che lo porta a distinguersi molto di più che non in Scenes from a Memory...
Portnoy grande come al solito, e del buon John Petrucci non posso che dire che si sta evolvendo sempre di più... e ogni volta mi stupisce sempre di più...
LaBrie mi piace meno che non in Scenes from a Memory, forse perchè in quest'album si sente molto meno la sua presenza (intendo che ci sono meno linee "cantabili"... nulla potrà mai essere comparato a "Subconscious strange sensation..." ^-^) .

Insomma... forse il miglior album dei 5 finora prodotto...
Ciao,

Kirbuk


Sono finite le idee, i Dream Theater hanno bisogno di una vacanza.
CIAO!
Erre-elle


E' il post con cui piu' concordo :)

Il disco forse non è nemmeno brutto, ma si sente troppo come i DT cerchino di mettere più cose possibili tutte assieme; solo che si sente che non sono idee loro! I DT nonostante non siano stati sempre originali, almeno in passato riuscivano ad essere più  sincretici...
Blizzard


trovo che sia un bel pacco, noioso insomma. Avrebbero potuto benissimo sviluppare meglio alcune idee toglierne molte altre e buttare fuori un discopiù "stringato" e appetibile.
così com'è mi sa di "ritmo, che facciamo uscire il disco prima!"
le cose migliori le sento sul secondo disco, il primo è una mappazza

Sláinte, Eirinn


super recensione by Pietro


tirate contro il muro quel CD di merda,  anzi!!!!!!!!!! la custodia tenetela, magari vi può servire per qualche altro disco, il primo cd è inascoltabile, di metal non c' è un cazzo, solo un continuo e costante lamento di tastiere con giri di basso ripetitivi che tendono solo a riempire minuti, Labrie non è più il giaguaro di una volta, le sue lyrics sono piatte e il disco per me non è altro che un concentrato di 70 minuti di rottura di palle!!!!!!!!!!!!!!!
troppo prolissi nello sviluppo delle tracks, il secondo cd poi è degno della colonna sonora della STORIA INFINITA,
un gruppo finito, chi li ha visti dal vivo può confermarlo!!!!!!
5 vecchietti messi in croce su di un palco...

£35000 spese male

KELLY78SS