La donna che scrive
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Un esempio di donna che scrive nel 17° secolo é rappresentato in  Inghilterra da Mary Shelley

Nel XX secolo le donne oltre ad essere oggetto di produzione letteraria sono anche soggetto di produzione, due importanti esempio di donne che scrivono sono in ambito internazionale V. Woolf e Simone de Beauvoir. Il denominatore comune di queste donne oltre allo scrivere è quello di essere considerate come sue capisaldi del movimento femminista.

Virginia Wolf è stata infatti riconosciuta dalle femministe come loro prima leader. Virginia con romanzi come "Orlando " o "Una camera tutta per se " spezzò per la prima volta le catene che legavano la donna a una vita subordinata e non indipendente e ha concentrato la sua attenzione sugli ostacoli che le donne affrontano rispetto agli uomini. Il suo principale contributo al femminismo é dato dall’affermazione che l’identità sessuale è un costrutto sociale che può essere trasformato e cambiato.

La Woolf infatti in "Una camera tutta per se " afferma che i limiti imposti alla creatività femminile dipendono dalla dipendenza economica e morale dell'uomo e dalla mancanza di cultura.Così rifiutando la propria “coscienza femminile” adotta un’etica legata all’androginia.

Il passaggio dal primo al “secondo femminismo”, che , ha come obiettivo la valorizzazione della differenza della donna essendo già stata raggiunta l'uguaglianza giuridica,  si ha attraverso la francese Simone De Beauvoir. Il suo libro di maggiore influenza, Il secondo sesso, sposta l'attenzione dai problemi puramente materialistici ai problemi biologici e psicologici di discriminazione sessista. Il libro definisce con straordinaria nitidezza il problema centrale del femminismo moderno: quando una donna cerca di definirsi, comincia dicendo: «Sono una donna»; nessun uomo farebbe altrettanto. Ciò rivela l'asimmetria di base tra i termini "maschile" e "femminile". La donna è inevitabilmente confinata ad una relazione di doppio con l'uomo: lui e l'Uno, lei è l'Altro. Gli uomini si sono garantiti un clima di complicità ideologica: «legislatori, preti, filosofi, scrittori e scienziati si sono sforzati di dimostrare che la posizione subordinata della donna è desiderata in cielo e vantaggiosa sulla terra». Inoltre, l'assunzione della donna come "Altro" è tanto forte da essere persino interiorizzata dalle stesse donne: «Non si nasce, ma si diventa, donna; è la civilizzazione intera che produce questa creatura. Soltanto l'intervento di qualcun altro può stabilire che un individuo sia un Altro».