CHI SONO I SAHARAWI I Saharawi sono la
popolazione che abita il Sahara Occidentale, Stato
che si trova a sud del Marocco sull'Oceano Atlantico. Il Sahara Occidentale è
stato colonia spagnola fino al 1975, quando, alla morte di Franco, la Spagna ha lasciato
cadere le speranze dei Saharawi di un referendum di autodeterminazione, preferendo
vendere il territorio a Marocco e Mauritania che
lo hanno rispettivamente invaso da nord e da sud. Questa duplice invasione è
stata tutt'altro che pacifica e i Saharawi che hanno potuto sono fuggiti verso l'unico
confine praticabile, la piccola striscia che li unisce all'Algeria. Nel deserto
algerino, dove si sono rifugiate circa 400.000 persone,
sono stati costruiti degli immensi campi profughi
prevalentemente composti da tendopoli, in cui da allora vive una parte del Popolo
Saharawi.
IL
FRONTE POLISARIO Il Fronte Polisario
(Fronte Popolare di Liberazione del Saguia al Hamra e Rio de Oro), già costituitosi
per combattere il colonialismo spagnolo, si è trovato ad organizzare la popolazione
in fuga mentre cercava di resistere all'invasione degli eserciti marocchino e mauritano.
La Mauritania ha ben presto dovuto abbandonare l'impresa e nel 1979 il
Marocco ha invaso interamente il Sahara Occidentale. Per difendere i ricchi
territorio costieri dalle incursioni saharawi l'allora re del Marocco, Hassan II,
ha fatto costruire una catena di muri di sabbia con filo spinato e mine che attualmente
dividono il Sahara Occidentale da nord a sud. IL
REFERENDUM I Saharawi, pur continuando i combattimenti fino al cessate
il fuoco del 1991, hanno sempre chiesto la celebrazione di un Referendum
di Autodeterminazione in cui poter scegliere democraticamente se essere uno
stato indipendente o rimanere sotto il controllo del Marocco. Nonostante le varie
risoluzioni ONU che indicavano tale referendum e la presenza
della Minurso (Missione delle Nazioni Unite per il referendum nel Sahara Occidentale)
dal 1991 non si è ancora arrivati ad una soluzione del conflitto.
LA RASD Nel frattempo, nei campi profughi in Algeria,
i Saharawi hanno costituito la RASD (Repubblica Araba Saharawi
Democratica) che è stata riconosciuta da diversi paesi dell'Africa,
Asia e sud America. La RASD è quindi una repubblica in esilio che attualmente
si compone di quattro grandi villaggi ognuno dei
quali costituisce una provincia (wilaya) suddivisa in vari comuni (daira). In ogni
provincia ci sono scuole, ospedali o dispensari, sedi delle strutture amministrative.
GLI AIUTI INTERNAZIONALI La popolazione
vive quasi esclusivamente di aiuti internazionali,
perché le attività produttive sono rese estremamente difficili dalle
estreme condizioni della vita nel deserto. Esistono comunque alcuni esperimenti di
coltivazione, allevamenti di capre e cammelli, piccole attività commerciali
e di artigianato. In questi anni i Saharawi hanno posto una notevole attenzione
all'infanzia dando la possibilità a tutti i bambini
e le bambine di frequentare le scuole fino ai quattordici anni circa. Per quanto
riguarda l'istruzione superiore i ragazzi e le ragazze sono purtroppo costretti a
recarsi all'estero in paesi che si rendono disponibili ad ospitare studenti (soprattutto
Cuba, Algeria, Libia). Attualmente la maggioranza del personale medico e infermieristico
saharawi è composto da laureati a Cuba. Nei campi profughi è di
notevole rilievo anche il ruolo delle donne che si
sono trovate a gestire tutta l'organizzazione della vita nel deserto visto che la
maggior parte degli uomini era impegnata nelle attività militari.
IL MOVIMENTO ITALIANO PRO-SAHARAWI Le iniziative
di solidarietà con i Saharawi in Italia iniziano quasi subito dopo l'invasione
del Sahara Occidentale da parte del Marocco, ma si cominciano a strutturare con la
presenza dei primi gruppi di bambini saharawi che vengono in estate in Toscana , agli
inizi degli anni '80. Attraverso l'ospitalità dei bambini e i viaggi di conoscenza,
in questi anni sono sorti numerosi comitati e associazioni
di solidarietà e si sono moltiplicati i gemellaggi.
Nella nostra provincia esistono comitati nella Piana, in Valle del Serchio e Versilia
e sono gemellati la Provincia,le Comunità Montane della Garfagnana e della
Valle del Serchio e dodici Comuni (compreso quello di Lucca) La Toscana continua
a fare la parte del leone nel movimento (sono 130 i comuni gemellati), ma si sono
piano piano sviluppate delle iniziative in quasi tutte le regioni d'Italia. L'attività
dell'Associazione Nazionale di Solidarietà con il
Popolo Saharawi che coordina tutto il movimento si sostanzia prevalentemente
in tre punti: 1. Attività di sostegno politico
alla causa saharawi attraverso la mobilitazione degli enti locali e la pressione sul
governo italiano e sull'Unione Europea 2. Invio di aiuti
alle tendopoli saharawi, sostegno a progetti di intervento e all'ospitalità
di saharawi per motivi di studio o di salute 3. Ospitalità
di gruppi di bambini saharawi in estate LA
SITUAZIONE OGGI Dopo aver boicottato in tutti i modi lo svolgimento del
referendum (grazie all'appoggio dei paesi europei, in particolare la Francia, ed all'assenza
politica dell'ONU) il Marocco ha scoperto le carte definitivamente proponendo la creazione
della provincia "autonoma" del Sahara Occidentale all'interno del Regno
del Marocco. L'avversione del Fronte Polisario è stata immediata mentre
l'ONU e i maggior paesi occidentali sembra vogliano appoggiare tale soluzione anche
se per ora la decisione è sospesa e la MINURSO continua ad essere presente
nel Sahara Occ.. Il movimento di sostegno al Popolo Saharawi ha preso posizione
ribadendo la necessità di portare fino in fondo le risoluzioni dell'ONU e quindi
l'effettuazione del referendum; l'altro obbiettivo è la richiesta al governo
Italiano di riconoscimento del Fronte Polisario quale rappresentante del popolo saharawi.
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