Home Commenti Servizi Link utili La Storia della Polonia
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La Seconda Guerra Mondiale L'INVASIONE E LA CAMPAGNA DI SETTEMBRE Il 1 settembre 1939 alle ore 445 la corazzata tedesca "Schlezwig-Holstein" aprì il fuoco contro la guarnigione polacca sulla penisola di Westerplatte a Gdansk (Danzica), dando inizio alla Seconda Guerra Mondiale. Nello stesso momento le truppe tedesche invasero il territorio della Polonia contemporaneamente da tre direzioni, senza una dichiarazione di guerra. Cominciarono furiosi bombardamenti delle città, dei villaggi e della popolazione civile completamente indifesa. La Germania lanciò contro la Polonia una forza di 1,8 milioni di soldati, circa 3000 carri armati e più di 2000 aerei. Le forze polacche furono rispettivamente di 1,2 milioni di soldati, 180 carri armati e 420 aerei. Nonostante queste sproporzioni di mezzi e uomini i polacchi si difesero con grande determinazione e coraggio. Nei primi giorni di guerra al nord del paese l'Armata "Modlin", sconfitta dal nemico, cominciò il 4 settembre la ritirata verso Varsavia, al sud cadde nelle mani tedesche l'Alta Slesia (3.09) e Cracovia (6.09). Il 9 settembre i primi carri armati tedeschi si avvicinano a Varsavia, ma vengono respinti con gravi perdite dalla difesa polacca. Il 7 settembre cede sotto la spinta nemica Westerplatte - uno dei simboli della Campagna di Settembre. Fu lì che poco meno di 200 uomini, per sette giorni resistettero agli attacchi della fanteria, artiglieria, aeronautica tedesche e al fuoco continuo di "Schlezwig-Holstein". In questa situazione il generale Kutrzeba, comandante dell'Armata "Poznan", dopo otto giorni dei combattimenti in ritirata, decise di colpire il nemico dal fiume Bzura verso sud per raggiungere Varsavia. Questa fu la più grande e più sanguinosa battaglia della Campagna di Settembre che nella sua prima fase portò successo alle truppe polacche. In seguito però solo una parte dell'Armata "Poznan", con il generale Kutrzeba, riuscì a raggiungere Varsavia. La maggior parte di questa formazione fu sconfitta e costretta di arrendersi e con lei il ferito generale Bortnowski (20.09). Dal 13 settembre le unità tedesche penetrarono i territori sulla riva orientale di Vistola. Il 17 settembre il governo e il Presidente della Polonia lasciano il paese attraversando il confine con la Romania. Da questo momento esistevano soltanto isolati punti di eroica resistenza. Il 20 settembre l'Armata "Krakow" fu definitivamente sconfitta dopo la sanguinosa battaglia a Tomaszow Lubelski. Il 27 settembre cade Varsavia, difesa con grande coraggio dai soldati del generale Ròmmel e dai civili comandati dal Sindaco della Città, Stefan Starzynski. Il 29 settembre cade la fortezza di Modlin, il 2 ottobre si arrende la piccola guarnigione polacca sulla penisola di Hel che ormai dalle prime ore di guerra combatteva circondata dai tedeschi. Il 5 ottobre dopo la battaglia vinta a Kock il gruppo militare "Polesie" del generale Kleeberg si arrende per mancanza di munizioni. Il Paese si trovò così sotto l'occupazione tedesca.
Il 17 settembre le truppe sovietiche passarono (come precedentemente stabilito nel patto Ribbentrop-Molotow) il confine con la Polonia invadendo il suo territorio e si fermarono sulla linea del fiume Bug. Bisogna sottolineare che questa è la vera data dell'accesso dell'Unione Sovietica alla Seconda Guerra Mondiale, l'accesso da aggressore e non da vittima nel 1941 come ufficialmente sosteneva la propaganda sovietica. In seguito a questa invasione circa un milione e mezzo di polacchi furono deportati ai campi di lavoro in Siberia e in Kazakhstan. Circa ventimila ufficiali e sottufficiali dell'Esercito Polacco furono catturati e imprigionati nei campi di concentramento di Kozielsk, Starobielsk e Ostaszkòw per poi, nel 1940, essere selvaggiamente assassinati nei boschi di Katyn, su ordine di Stalin.
Non si può dimenticare che al momento dell'aggressione tedesca la Polonia aveva due forti alleati. Soltanto il 3 settembre Francia e Inghilterra dichiararono guerra alla Germania, e questa fu l'unica forma di "aiuto" che la Polonia ricevette dai suoi alleati. In questi tempi l'armata francese disponeva di 90 divisioni, 2500 carri armati e 1400 aerei mentre sulla frontiera occidentale tedesca nel settembre 1939 non c'era nessun carro armato e le scorte di munizioni sarebbero bastate per tre giorni di combattimento. L'inerzia francese nel 1939 doveva costare molto caro all'Occidente nel 1940. Il periodo dal 3 settembre 1939 al maggio 1940 i francesi stessi hanno chiamato "una strana guerra" oppure "la guerra delle occasioni perse". I due alleati respinsero anche la richiesta polacca di attacchi aerei sul Terzo Reich - i francesi per paura di bombardamenti rappresali e gli inglesi sulla base di freddi calcoli sul fatto che i loro aerei sarebbero serviti di più in caso di un'azione tedesca diretta contro l'Inghilterra.
Traditi dagli alleati, attaccati alle spalle dall'Unione Sovietica e senza mezzi sufficienti per opporsi alla gigantesca forza tedesca i polacchi hanno combattuto per un mese contro gli aggressori - un anno dopo la Francia con tutto il suo potenziale militare capitolò dopo un mese e mezzo. La Campagna di Settembre, anche sé persa, cancellò le speranze di Hitler di dominare l'Europa senza combattere. Per la prima volta l'aggressione hitleriana incontrò una resistenza militare che dopo la sconfitta delle truppe regolari continuò sia sul territorio nazionale che fuori delle frontiere. Nel settembre 1939 la Germania perse 50.000 uomini, 697 aerei e 993 carri armati.
SOTTO L'OCCUPAZIONE TEDESCA
Il Popolo Polacco, durante la sua storia millenaria e attraverso le varie epoche, aveva vissuto tanti momenti tragici. Non aveva però mai subito un'ondata di crudeltà, bestialità e barbarie come durante la Seconda Guerra Mondiale, cominciando dal settembre 1939. Già dopo l'arresto delle azioni militari da parte delle truppe polacche fino al 25 ottobre 1939, gli occupanti bruciarono 55 città e 476 villaggi, eseguirono 714 esecuzioni assassinando 16.336 persone. Dopo sono scattate le repressioni molto più severe. Le terre polacche furono divise in due parti: la prima fu incorporata dal Terzo Reich (Pomerania, Grande Polonia, Alta Slesia, una parte dei voivodati di Lodz, di Cracovia e Suwalki), dalla seconda fu formato il Governatorato Generale (GG) diviso in quattro distretti e popolato da 12 milioni di abitanti. Il segno principale della politica hitleriana nei confronti del popolo polacco fu il sanguinoso terrore che doveva portare alla distruzione biologica dei polacchi. Le deportazioni dai terreni occidentali cominciarono già dal ottobre 1939, costringendo circa un milione di polacchi a lasciare queste terre (furono sostituiti dai tedeschi provenienti dal Reich). Tra 1939 e 1944 dal GG furono deportate al Reich più di un milione di persone come lavoratori-schiavi nelle aziende tedesche. Per prendere queste persone i tedeschi organizzavano le razzie (lapanki) soprattutto sulle strade delle città polacche. Tutto il sistema scolastico polacco fu liquidato, i libri delle biblioteche venivano bruciati, fu vietato l'uso di nomi "Polska", "lo Stato Polacco". Venivano distrutti i monumenti storici, le opere d'arte e tutto ciò che poteva ricordare la cultura, la storia e la tradizione polacche. Cracovia fu proclamata la capitale del GG e il Castello di Wawel divenne la sede del governatore Hans Frank, lo stesso che quando vide, in Praga, un comunicato di fucilazione di sette cechi disse: "Se io dovessi fare un comunicato scritto per ogni sette polacchi fucilati, le foreste della Polonia non sarebbero sufficienti per produrre la carta per manifesti". I tedeschi cominciarono a costruire i campi di concentramento - durante la guerra ci furono più di 2.000 campi sparsi su tutto il territorio polacco. Il più grande e il più "famoso" fu Konzentrationslager Auschwitz-Birkenau costruito in Oswiecim e Brzezinka con al capo il comandante Rudolf Hoess. Alcuni dei grandi campi furono costruiti in Majdanek, Treblinka, Belzec. Il paese fu saccheggiato economicamente. Secondo i dati tedeschi fino a marzo 1940 furono sequestrati prodotti industriali per circa 500.000.000 marchi, solo dal territorio di GG. Ai contadini polacchi furono imposti i contingenti: i quantitativi definiti di prodotti agricoli da fornire ai tedeschi. I contingenti aumentavano di anno in anno. Bisogna sottolineare che, in accordo con la dottrina tedesca, a tutti i cittadini polacchi di origine ebrea fu tolto ogni diritto umano. Gli ebrei potevano vivere soltanto nelle aree loro destinate, chiamate ghetti, inoltre dovevano portare un bracciale con la Stella di Davide. In seguito venivano portati ai campi di concentramento e sterminati in camere a gas. In questi tempi la Polonia fu l'unico paese in Europa dove l'aiuto agli ebrei veniva punito con la pena di morte. Nonostante questo furono numerosi i polacchi che aiutavano gli ebrei a sopravvivere.
LA LOTTA CONTRO L'OCCUPANTE E IL MOVIMENTO DI RESISTENZA
La sconfitta di settembre non aveva spezzato il popolo polacco. Il movimento di resistenza contro l'occupante ebbe inizio già alla fine del settembre 1939. Fino a dicembre 1939 ci furono gli scontri con i tedeschi nei voivodati di Lublin e di Kielce e nei Carpazi. Uno dei reparti più famosi fu quello del maggiore Henryk Dobrzanski (pseudonimo "Hubal") che aveva combattuto fino alla primavera del 1940. Il 13 ottobre 1939 il Governo Polacco in Emigrazione istituì l'Unione della Lotta Armata (Zwiazek Walki Zbrojnej - ZWZ) che concentrava una notevole forza di resistenza in Polonia. Nel 1942 ZWZ fu rinominata e divenne l'Armata Nazionale (Armia Krajowa - AK). Il suo primo comandante, il generale Stefan Rowecki (pseudonimo "Grot"), fu catturato dai tedeschi e assassinato nel 1943. Oltre l'AK ci furono anche altre organizzazioni di resistenza: sia di sinistra come la Guardia Popolare (Gwardia Ludowa - GL) rinominata dopo l'Armata Popolare (Armia Ludowa - AL), che quelle di estrema destra come le Forze Armate Nazionali (Narodowe Sily Zbrojne - NSZ). Durante la loro attività i reparti di resistenza distrussero dal gennaio 1941 fino al giugno 1944 6930 locomotive e 19058 vagoni, 38 ponti ferroviari, 28 aerei, 1167 cisterne causando gravi danni alla produzione militare tedesca e al trasporto merci. Ci furono numerose azioni contro i tedeschi su tutto il territorio polacco ma soprattutto a Varsavia - attacchi e scontri armati con le pattuglie del nemico, sabotaggi nelle fabbriche e tante altre. In generale a Varsavia, durante l'occupazione tedesca, sono noti circa 700 grandi azioni di diversione e lotta armata. I più famosi furono: attentati ai locali pubblici e istituzioni tedesche come "Caffè Club" (GL - 1942), "Mitropa" (GL - 1942), Banca KKO (GL - 1942); interruzione di tutte le linee ferroviarie intorno a Varsavia (AK - 1942), liberazione dei prigionieri (AK - 1942, azione di Arsenale) e riuscito attentato contro il comandante di SS a Varsavia, Franz Kutschera (AK - 1944). Per tutto il periodo dell'occupazione, nelle foreste della Polonia furono attivi grandi gruppi di partigiani, sia dell'AK che dell'AL, che tante volte combatterono regolari battaglie contro l'esercito tedesco.
Furono create anche numerose scuole polacche clandestine frequentate da decine di migliaia di ragazzi. Furono attive università clandestine a Varsavia, Cracovia e Poznan che tra 1940 e 1944 avevano circa 3000 studenti. Ricordiamoci che sotto l'occupazione tedesca era vietato insegnare la lingua polacca, le scuole polacche erano chiuse e chi faceva parte del sistema scolastico clandestino (sia come insegnante che come studente), se scoperto, veniva spedito in un campo di concentramento.
Una delle forme più importanti di resistenza fu lo spionaggio militare in azione già dall'inizio della guerra. Le informazioni provenienti dallo spionaggio polacco coprivano circa 60% di tutte le informazioni raccolte dagli inglesi durante la guerra. I polacchi rivelarono le informazioni di concentrazione delle forze tedesche contro la Yugoslavia, contro l'Unione Sovietica e il termine dell'operazione di Kursk. È opera polacca la scoperta della produzione dei missili V-1 e V-2 - grazie a queste informazioni gli inglesi potevano distruggere le fabbriche di produzione dei missili V-1 a Peenemünde nel 1943 e in caso di V-2 anche conoscere bene la loro struttura (un esemplare di V-2 fu rubato dallo spionaggio polacco ai tedeschi e mandato in Inghilterra). Ma la scoperta più importante, che sicuramente ebbe tanta influenza sull'andamento della Seconda Guerra Mondiale, fu la decifrazione dell'Enigma. Nel 1939 tre giovani ingegneri polacchi: Marian Rejewski, Henryk Zygalski e Jerzy Rozycki hanno scoperto il segreto della macchina cifrante tedesca - il successo è significativo anche perché né gli inglesi né i francesi erano stati in grado di fare altrettanto. Nello stesso 1939, prima dell'inizio della guerra, la Polonia ha rivelato ai suoi alleati - Francia e Inghilterra - la scoperta, che in seguito fu usurpata dagli inglesi senza tanti complimenti.
SU TUTTI I FRONTI DELLA SECONDA GUERRA MONDIALE
Nell'autunno del 1939 in Francia fu formato un nuovo governo polacco con il generale Wladyslaw Sikorski come Primo Ministro e con Wladyslaw Raczkiewicz come Presidente dello Stato. Questo governo fu riconosciuto da tutti paesi alleati e neutrali e anche da tutti i gruppi politici polacchi. Gli sforzi del generale Sikorski si concentrarono sulla ricostruzione della regolare armata polacca nell'occidente. Di conseguenza riuscì a formare un esercito polacco di ottantamila uomini, soprattutto ex-soldati della Campagna di Settembre. Nel 1940, dopo l'occupazione della Danimarca e l'assalto della Norvegia, le truppe polacche facenti parte del Corpo di Spedizione degli alleati combatterono valorosamente a Narvik (28.05-04.06). In questa operazione furono presenti anche le navi polacche: il sottomarino"Orzel" e i distruttori "Blyskawica", "Grom" e "Burza". Durante l'offensiva tedesca contro la Francia (maggio-giugno 1940) combatterono due divisioni di fanteria e una brigata corazzata. Dopo la sconfitta della Francia circa 28.000 soldati polacchi furono evacuati in Inghilterra dove già si trovava il personale delle Forze Aere Polacche - più di 6.000 persone. La Brigata dei Tiratori dei Carpazi, stazionante in Siria, rifiutò il disarmo ai collaborazionisti francesi e si spostò in Palestina. Nel 1941 i soldati della Brigata combatterono valorosamente contro i tedeschi e gli italiani a Tobruk battendo il record di stazionamento in prima linea: tre mesi - dal 17.08 al 21.11.1941. Dall'agosto all'ottobre del 1940 i piloti polacchi combatterono contro i tedeschi durante la Battaglia d'Inghilterra: le Divisioni 303 e 302 hanno abbattuto 238 aerei tedeschi e ne hanno danneggiati 36, circa il 12% di perdite tedesche in questa battaglia. Nel 1941, dopo l'aggressione hitleriana all'Unione Sovietica, furono rinnovati i rapporti diplomatici tra il Governo Polacco in Emigrazione e lo Stato Sovietico. Il patto "Sikorski-Majski", firmato il 30 luglio 1941 a Londra, stabilì la formazione dell'esercito polacco autonomo nell'Unione Sovietica (composto dai cittadini polacchi deportati lì nel 1939) e obbligò entrambe le parti ad ogni aiuto reciproco nella guerra contro i tedeschi. Il generale Wladyslaw Anders, dal 1939 imprigionato in Unione Sovietica, fu nominato comandante dell'esercito polacco. Nel 1942, con il consenso sovietico, più di 100.000 soldati polacchi si spostano di seguito in Iran, in Iraq e in Palestina. Lì si formò definitivamente il Secondo Corpo Polacco che alla fine del 1943 sbarcò in Italia come parte della VIII Armata Inglese. Nel maggio del 1944, a seguito di un'operazione proposta e condotta dal generale Anders, il Secondo Corpo Polacco conquistò Monte Cassino (18.05.1944), uno dei punti strategici definiti nelle scuole militari italiane come "impossibile da conquistare". Nel 1944 i soldati del generale Anders liberarono dai tedeschi Ancona, Fano, Pesaro e poi (21.04.1945) Bologna. Nello stesso 1944, dopo lo sbarco in Normandia, la Prima Divisione Corazzata del generale Stanislaw Maczek combatteva sui territori di Francia (la battaglia di Falaise), Belgio e Olanda. Durante lo sbarco dei paracadutisti ad Arnheim (21.09.1944 - operazione "Market Garden") non sono mancati i soldati della Prima Autonoma Brigata dei Paracadutisti del generale Stanislaw Sosabowski. In Nord Africa i piloti polacchi combatterono a fianco degli inglesi nel reparto chiamato "Combattente Gruppo Polacco" (Polish Fighting Team - PFT) oppure, ufficiosamente, "Il Circo di Skalski" dal nome del comandante. Le navi militari polacche ("Blyskawica", "Grom", "Burza", "Piorun", "Garland", "Orkan" e altre) combatterono sull'Atlantico facendo guardia ai convogli derivante il tragitto dagli Stati Uniti in Inghilterra.
ESERCITO POLACCO ALL'EST
All'inizio del 1943 i tedeschi rendono pubblica la scoperta delle tombe degli ufficiali polacchi a Katyn, che spinse il generale Sikorski a rivolgersi alla Croce Rossa Internazionale per fare un'inchiesta sull'accaduto. Questo passo fu considerato da Stalin come ostile e di conseguenza l'Unione Sovietica ruppe i rapporti diplomatici con il Governo Polacco a Londra, rivolgendosi nello stesso tempo con la proposta di collaborazione al Partito Polacco degli Operai (Polska Partia Robotnicza - PPR), organizzato nel 1942 con l'appoggio sovietico. Dall'iniziativa dell'Unione dei Patrioti Polacchi (Zwiazek Patriotow Polskich - ZPP) e con l'aiuto delle autorità sovietiche cominciò, dal maggio 1943, la formazione della Prima Divisione di Fanteria "Tadeusz Kosciuszko" che divenne di seguito il Primo Corpo Polacco e, dal marzo 1944, la Prima Armata dell'Esercito Polacco comandata dal generale Zygmunt Berling. Il Primo Ministro polacco, Sikorski, aveva in mente un incontro con Stalin per superare la crisi politica tra i due paesi ma il 4 luglio del 1943 morì nel misterioso incidente aereo di Gibilterra. Stanislaw Mikolajczyk divenne il nuovo Primo Ministro del Governo Polacco a Londra. I rapporti diplomatici tra Unione Sovietica e il Governo Polacco a Londra non furono più rinnovati. La Prima Armata cominciò i combattimenti il 12 ottobre 1943 in battaglia di Lenino dove lasciarono la vita più di due mila soldati polacchi. Dal 1944 la formazione combatté a fianco dell'Armata Rossa sul territorio della Polonia liberando dai tedeschi le città di Chelm (22.07) e Lublin (24.07). Sui territori liberati si costituì il governo polacco filosovietico (Polski Komitet Wyzwolenia Narodowego - PKWN) proclamando il suo Manifesto, che proponeva al popolo la nazionalizzazione dell'industria e la liquidazione della proprietà privata della terra. In agosto del 1944 la Prima Armata combatté a Sandomierz e a Studzianki e il 15 settembre arrivò a Praga - quartiere orientale di Varsavia. In questo tempo Varsavia era in uno stato di insurrezione e il generale Berling decise di aiutare gli insorti. Le truppe della 2 e 3 Divisione di Fanteria, attraversando il fiume Vistola, per breve tempo (dal 16 al 23 settembre) riuscirono a mantenersi sulla riva occidentale del fiume ma, dopo, furono costrette alla ritirata, lasciando sul campo 3764 soldati. Il generale Stanislaw Poplawski divenne, al posto del revocato Berling, il nuovo comandante della Prima Armata.
ULTIMI GIORNI DI GUERRA
Il 17 gennaio 1945 le truppe polacche e quelle sovietiche entrarono a Varsavia. Il 18 gennaio fu liberata Cracovia - grazie ad una spettacolare manovra militare eseguita dal maresciallo Ivan Koniev i tedeschi non riuscirono a detonare le mine piazzate al centro storico e al Castello di Wawel che devono la loro salvezza al comandante sovietico. Al nord della Polonia, dopo lunghi e sanguinosi combattimenti l'esercito polacco spezzò la resistenza delle truppe tedesche sul cosiddetto Vallo di Pomerania - la linea di difesa rinforzata da numerosi bunker e altre fortificazioni. Durante la battaglia di Bobrujsk si ebbe l'ultima carica della cavalleria polacca della storia. La Prima Armata dell'Esercito Polacco finì i combattimenti a Berlino accanto dell'Armata Rossa, attaccando l'8 maggio del 1945 sul Reichstag e sulla Porta di Brandeburgo la bandiera bianco-rossa accanto alla bandiera sovietica. La Seconda Armata dell'Esercito Polacco, formata già sul territorio polacco liberato dai tedeschi, sotto il comando del generale Karol Swierczewski ("Walter"), combatté in Pomerania, poi in Slesia e dopo la battaglia di Budziszyn finì i combattimenti nelle vicinanze della capitale cecoslovacca - Praga.
SESSANTATRE GIORNI DI VARSAVIA
Il 31 luglio 1944 il generale Tadeusz Bòr-Komorowski, comandante supremo dell'AK, diede l'ordine al colonnello Antoni Chrusciel (pseudonimo "Monter", comandante dell'Insurrezione) di cominciare a Varsavia l'operazione "Tempesta" l'indomani alle ore 17.00. In questi giorni l'Armata Rossa arrivò praticamente alla linea del fiume Vistola e sembrava decisa sferrare l'attacco finale a Varsavia per liberarla dai tedeschi. Il 29 luglio radio Mosca trasmise ai varsaviani un appello in lingua polacca, incoraggiandoli a cominciare una battaglia aperta contro i tedeschi. Il comando dell'AK aveva creduto quindi che i sovietici sarebbero arrivati ad aiutare gli insorti nella lotta contro il nemico comune. Era anche importante poter dimostrare che i polacchi stessi erano in grado di avviare un'azione autonoma per la liberazione della loro capitale. L'AK, come forza armata del Governo Polacco a Londra, aveva sperato anche nell'aiuto degli Alleati Occidentali. Questa speranza svanì quando il corriere Zdzislaw Jezioranski (pseudonimo "Jan Nowak"), arrivato da Londra il 30 luglio, portò la notizia che gli Alleati non sarebbero stati disponibili ad appoggiare in pieno una eventuale insurrezione. La decisione di cominciare l'Insurrezione, coraggiosa ma anche tragica di conseguenza, fu presa comunque da coloro che dall'inizio della guerra combattevano valorosamente contro gli aggressori, consapevoli dei rischi ma anche della tensione nelle righe dei soldati dell'AK restanti in attesa di poter finalmente ripagare l'occupante tedesco delle sue crudeltà e dei suoi crimini. L'Insurrezione di Varsavia cominciò il 1 agosto 1944 alle ore 17.00 - "Ora W". Durante i primi quattro giorni gli insorti avevano conquistato i quartieri centrali della città ma non i punti strategici come l'aeroporto, la stazione ferroviaria centrale o i ponti sul fiume Vistola. Dopo una settimana di sanguinosi combattimenti gli insorti sono stati respinti alla difesa. Erano in gran parte giovani membri dell'Unione degli Scout Polacchi (Zwiazek Harcerstwa Polskiego - ZHP) chiamata in cospirazione Le Righe Grigie (Szare Szeregi) - nome dovuto al colore della divisa. L'organizzazione era composta da tre gruppi: il Gruppo "Zawisza" (dal nome del valoroso cavaliere medioevale polacco) con ragazzi dai 12 ai 14 anni, le Scuole di Combattimento con giovani dai 15 ai 17 anni ed infine i Reparti d'Assalto con giovani dai 18 anni in su. Da questi ultimi erano formati i battaglioni degli scout tra cui i più famosi erano "Parasol" e "Zoska", decimati durante i combattimenti. Circa 50.000 Insorti dell'AK affrontarono le truppe della macchina di guerra tedesca comandate dal generale Erich von dem Bach-Zelewski, composte dai reparti della Wehrmacht supportati dalla divisione SS-Herman Goering, dalla divisione corazzata SS-Viking, dai tre battaglioni dei prigionieri sovietici e dalla brigata "RON" composta solamente da criminali liberati dalle prigioni. La furia dei tedeschi si rivolgeva non solo contro gli insorti-soldati ma anche contro l'indifesa popolazione di Varsavia. Giorno dopo giorno, via dopo via, casa dopo casa la capitale polacca e i suoi cittadini venivano polverizzati. Lo scenario di questa sorte fu da vedersi nei primi giorni dell'Insurrezione nel quartiere Wola dove, dopo la ritirata dei soldati dell'AK, sulla via principale sono stati fucilati 8.000 civili. L'11 agosto, dopo la presa del quartiere Ochota, i tedeschi assassinarono 40.000 persone. Gli ospedali furono incendiati con i malati e il personale medico all'interno, le esecuzioni di massa erano all'ordine del giorno. Il 2 settembre l'AK si ritirò dal Centro Storico - i 1500 soldati rimasti ancora in vita erano scesi nelle fogne di scarico e portando in barella o sulle proprie spalle i 500 colleghi feriti, attraversarono sotto terra la strada di salvezza lunga sei chilometri fino al quartiere centrale. Il 6 settembre cade il quartiere Powisle. A metà settembre le speranze ritornano: il quartiere Praga, sull'altra sponda del fiume Vistola, fu conquistato dalle truppe della Prima Armata Polacca sotto il comando sovietico, che tentarono immediatamente di attraversare il fiume. Purtroppo dopo vari tentativi di sbarco la Prima Armata fu costretta dal comando sovietico a ritirarsi lasciando sul campo di battaglia quasi 4.000 caduti e il suo comandante, generale Zygmunt Berling, fu dimesso. Per tutto il periodo dell'Insurrezione Stalin rifiutò di concedere agli alleati il permesso di atterrare sul territorio occupato dai sovietici che avrebbe reso possibile rifornire Varsavia di armi e provviste. Consapevole che l'Insurrezione era ormai vicina alla fine, Stalin concede agli alleati 1 atterraggio sui suoi territori. Il 18 settembre gli aerei della RAF provenienti dall'Italia riempirono il cielo di Varsavia in pieno giorno, scaricando 1800 contenitori con armi e provviste ma, visto che la maggior parte della città era occupata dai tedeschi, il 90% dei contenitori cadde nelle loro mani. I coraggiosi piloti del 205 Gruppo Bombardieri RAF e del 1586 Squadrone Speciale Autonomo Polacco stazionati a Brindisi in Italia effettuarono 18 voli notturni a Varsavia nell'agosto e nel settembre del 1944, scaricando armi e provviste per gli insorti ma subendo anche gravi perdite. Tutte le speranze erano svanite. Le ripetute richieste del Governo Polacco a Londra agli Alleati di inviare la Prima Autonoma Brigata dei Paracadutisti del generale Stanislaw Sosabowski a Varsavia sono state respinte. I paracadutisti polacchi furono lanciati ad Arnheim e non a Varsavia... Il 23 settembre cade il quartiere Czerniakòw, il 26 settembre Mokotòw, il 30 settembre - Zoliborz. Le ultime truppe dell'AK circondate nel Centro furono costrette ad arrendersi. Continuare la lotta significava "la soluzione finale" per gli abitanti della città, così come nel 1943 era stato risolto dai tedeschi il problema del Ghetto di Varsavia. Le perdite dell'AK non avevano superato i 20.000 soldati mentre a Varsavia erano già stati assassinati circa 250.000 civili . In questa situazione il 2 ottobre 1944 il generale Tadeusz Bòr-Komorowski firmò l'atto di capitolazione. Ai soldati-insorti dell'AK sono stati concessi i diritti dei militari combattenti e sono stati trattati come prigionieri di guerra. Gli abitanti della città furono evacuati - circa 550.000 persone furono portate nel campo di Pruszkòw, altre 150.000 furono mandate in Germania per i lavori forzati. In accordo con gli ordini di Hitler le truppe speciali tedesche cominciarono a far saltare in aria i pochi edifici interi rimasti ancora in città. Varsavia, il simbolo della cultura, storia e resistenza polacca doveva essere rasa al suolo. Quando il 17 gennaio 1945 l'Armata Rossa finalmente entrò a Varsavia, in questa città che ancora sei anni addietro contava 1.289.000 abitanti non c'era un'anima viva e il 93% degli edifici era totalmente distrutto. Con una distruzione così completa le tragedie di Leningrado, Hiroshima o Dresda sono appena paragonabili. Ancora una volta i polacchi sono stati abbandonati dai loro alleati. L'Unione Sovietica per 5 settimane non aveva intrapreso nessuno sforzo per supportare l'Insurrezione, dopo di che aveva fatto qualche non convincente e svogliata azione di aiuto. Il 22 agosto nella lettera indirizzata al Primo Ministro Britannico Winston Churchill e al Presidente degli USA Franklin D. Roosevelt, Stalin si dichiarava decisamente estraneo dagli insorti chiamando il loro comando "una banda di criminali". Tutto questo indica un tradimento premeditato. Churchill era convinto che i russi volessero distruggere totalmente tutti i polacchi che si opponevano al Comunismo, creando l'impressione di aiutarli. Dall'altra parte per gli inglesi e americani non era pensabile in questo momento ostacolare l'alleanza con l'Unione Sovietica difendendo gli interessi della Polonia. Nel 1944 nessuno voleva ricordare che l'Unione Sovietica aveva avuto la sua parte nello scoppio della guerra - e tuttora si tende a non ricordarlo, soprattutto nell'Occidente. Churchill si rendeva conto della tragica situazione e informava regolarmente Roosevelt sui combattimenti di Varsavia. Rispondendogli Roosevelt aveva constatato soltanto: "sembra che per ora non li possiamo aiutare in nessun modo"... All'inizio dell'ottobre 1944 a Londra è stata ricevuta una delle ultime audizioni radio trasmessa da Varsavia: "Ecco la cruda verità . Siamo stati trattati peggio dei satelliti di Hitler, peggio dell'Italia, della Romania, della Finlandia. Che il Signore giudichi la terribile sofferenza del Popolo Polacco e mandi la dovuta punizione a tutti i colpevoli. I tuoi eroi sono i soldati che combattono soltanto con le pistole e con le bottiglie di benzina contro carri armati e aerei. I tuoi eroi sono le donne che hanno aiutato i feriti e portato gli ordini sotto le grandinate di pallottole, che hanno preparato nei sotterranei delle case bombardate il cibo per adulti e bambini e che portavano consolazione ai morenti. I tuoi eroi sono i bambini che giocano tranquillamente tra i resti delle case ancora in fumo. Questo è il Popolo di Varsavia. Un popolo che è in grado di dimostrare un eroismo così universale è un popolo immortale. Perché coloro che sono caduti hanno già vinto e coloro che sono vivi combatteranno e vinceranno testimoniando che la Polonia è viva finché vivono i polacchi."
Nell'Insurrezione di Varsavia hanno perso la vita circa 280.000 polacchi tra soldati e civili. I tedeschi lasciarono sul campo circa 45.000 caduti. La città è stata completamente distrutta, saccheggiata e spopolata. Nel 1945 i primi varsaviani rimasti in vita cominciano a ritornare alla loro città - nel 1946 Varsavia conta circa 400.000 abitanti. Nello stesso 1945 le autorità polacche prendono la decisione di ricostruire la città, lanciando l'appello: "Tutta la Nazione costruisce la sua Capitale". Sulla base delle fotografie, dei resti, dei dipinti (soprattutto delle opere di Bernardo Belotto-Canaletto, pittore italiano del 700 chiamato "pittore di Varsavia") e dei documenti non andati distrutti è stato ricostruito il Centro Storico, il Castello Reale e tanti altri palazzi della città vecchia. Nel 1981 il Comitato Internazionale dell' UNESCO ha iscritto il Complesso del Centro Storico di Varsavia sulla lista dei Monumenti del Patrimonio Mondiale. Oggi (2005) a Varsavia vivono circa 2.000.000 di persone.
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