Renzo Kayak
seguito 10 di 11, Il retrieval Kayak
VERNICIATURA DEL RIVESTIMENTO
I sacri testi americani parlano di vernici o pitture favolose difficili da
trovare sul nostro mercato e sul loro anche perché i solventi sono nocivi e non
permessi, oppure citano nomi commerciali di impermeabilizzanti per coperture
senza dire quali sono i componenti. Molti si rifanno alla vecchia
impermeabilizzazione della tela, con acqua ragia ed olio di lino cotto,
cementite o riempitivo (marine filler) di strane marche e mano di vernice finale
ma nessuno dice quale è meglio. Se provate a chiedere ad un tecnico delle varie
fabbriche otterrete probabilmente una risposta che è in linea con quello che
producono ma non con quello che realmente serve. Morale: la tela è un materiale
che si comporta in funzione delle condizioni climatiche, si tende e si allenta
in continuazione sottoponendo la vernice a ripetuti stress quindi a
microfessurazioni. Per mantenere il rivestimento in perfetta efficienza occorre
pitturarlo ogni anno o due. Il kayak nuovo non dovrà avere il rivestimento
esterno talmente liscio da mascherare la trama del tessuto perché ciò avverrà
negli anni seguenti dopo ripetute leggere carteggiature, che non devono
intaccare il tessuto, seguite da una mano di vernice. Più spessore uguale a più
fessurazioni e meno flessibilità. Io sono contrario all'utilizzo dei riempitivi
che aggiungono peso inutile e sono sempre porosi. Meglio strati diluiti e
penetranti di un buon trasparente o di una buona vernice che arrivano ad
interessare anche la parte interna, proteggendola dalle muffe piuttosto che
frettolose mani spesse interessanti solo l'esterno. Le istruzioni scritte sulle
lattine e riguardanti i tempi di essiccazione vanno interpretati con buon senso,
in funzione dell'assorbimento, diluizione e temperatura. Rispettando quanto
detto si possono impiegare buone vernici oleosintetiche, poliuretaniche
o trasparenti marine. Meglio preferire quelle più grasse ed elastiche con tempi
di essiccazione non brevi. Le oleosintetiche possono essere diluite con olio di
lino cotto ed acquaragia, in modo da impregnare meglio il tessuto e guadagnare
in flessibilità. Chi è interessato a prove può prendere un pezzo di
rivestimento, pitturarlo, piegarlo a vaschetta, riempirlo d'acqua e verificare
cosa succede dopo un paio di giorni. Chi trova la "vera soluzione
definitiva" è pregato di divulgarla!
(vedere
figura N° 9)