Gabriele Kayak
Settembre 2006, Gabriele ed il suo
kayak,
la pagaia a pale
incrociate
si trova lì solo temporaneamente perché è quella di un amico!
Aprile 2011, a
prova di quanto affermato, nella descrizione della foto sopra a
questa, ecco
Gabriele su uno dei suoi kayak con due pagaie groenlandesi da lui costruite.
Gabriele è ben noto tra i kayaker, è stato uno dei primi. Le sue pagaie sono esclusivamente di tipo groenlandese. La sua biblioteca ed anche la videoteca sono ben fornite. E' avidamente interessato a tutto quello che riguarda il kayak e lo dimostra anche con piccoli dettagli.... .
Gabriele è un kayaker esperto, ha trasmesso e continua a trasmettere la sua esperienza a chi vuole accrescere l'esperienza del navigare con il kayak marino ed approfondire la cultura "Inuit".
"L'Arcangelo del Kayak" è molto bravo con gli eskimi, l'ho visto capovolgersi con "Vera Forza della Natura" aggrappato al suo kayak e raddrizzarsi con naturalezza trascinando quei 90 Kg. ingombranti. Lui umilmente dice però di aver visto fare la stessa cosa da Gaudenzio che si trascinava 2 persone.
Qualcuno di Voi saprà anche riconoscerlo, di schiena, avendolo già notato sulla copertina del libro "Il Kayak da Mare".
Abita a Brescia ma in stagione, di Sabato, frequenta la Lega Navale Italiana, a Desenzano e si ritempra sull'onda.
Ama le femmine, predilige la bella mulatta .....forte di culatta. (Quest'ultime due parole ut Paolo Conte dixit).
Gabriele ... da Copertina ...
Alcuni dei molti suoi dettagli ... citati sopra
In
alto a sinistra , "La Pagaia Perduta", sul kayak nero dell'
Arcangelo
del kayak, una pagaia di sua recente
costruzione,
a sinistra due pagaie in costruzione, una appena sagomata e l'altra in
lavorazione.
Dettaglio della pala
La Pagaia Perduta
Lontano, sulle limpide acque c'era una nera sagoma in movimento con mutevoli sembianze. Difficile intuire subito cosa fosse però con un'attenta osservazione dei movimenti armoniosi ripetitivi e diversi si capiva che quella lontana sagoma si comportava secondo una precisa volontà.Le Pagaie di Gabriele
Prima di descrivere le pagaie di
Gabriele è doveroso fare una premessa e sfatare alcuni modi di pensare imposti
dal consumismo. Le attività sportive sono spesso l'evoluzione ludica di
un'utilità. I mezzi realizzati dall'uomo come le lance e le frecce erano utili
durante la caccia per procurare il sostentamento, la biciclette, la moto e
l'auto hanno favorito i trasporti però il tiro con l'arco, il lancio del
giavellotto, ciclismo, motociclismo ed automobilismo sono diventate attività
sportive.
Nelle lontane zone artiche, con
acque ghiacciate per i tre quarti dell'anno, le popolazioni si servivano di
slitte, kayak e umiak per spostarsi e procurarsi il cibo.
Solo verso il 1900, in Italia, si
cominciò a conoscere il kayak, non come l'imbarcazione da caccia degli Inuit ma
come canoa in legno e tela adatta a scendere i fiumi. Le pagaie avevano le pale
sullo stesso piano, poi divennero sfalsate e definite di tipo europeo.
Le doppie pagaie dell'artico
erano sconosciute ed ancora oggi suscitano stupore.
Il consumismo ha incrementato la
commercializzazione che a sua volta ha imposto le sue regole, così uno sceglie
la pagaia "P" prodotta da "A" perché è di carbonio,
l'altro acquista la pagaia "M" fatta da "B", sempre
realizzata con carbonio ma con il manico storto. Quando l'uno incontra l'altro
nascono disquisizioni sui dettagli delle pagaie nate per le attività
agonistiche ma ... destinate ai loro kayak turistici! L'inesperienza del primo
cerca di scavalcare quella del secondo e .... inevitabilmente vengono
confrontate le "P" con le "M" vale a dire le pere con le
mele, una vera magata! I due sono dei maghi veri e ne hai la conferma quando si
vantano delle loro capacità nell'eseguire la manovra estrema: < Con la mia
"P" riesco a fare l'eskimo a PALA LUNGA >, l'altro replica < Con
la "M" eseguo sia il PALA LUNGA che il PALA CORTA >. Come riescono
a trasformare la lunghezza delle pale della pagaia da lunghe a corte è il loro magico
segreto che ha contagiato una moltitudine di canoisti! Col crescere
dell'esperienza e della cultura specifica il canoista diventa kayaker, naviga
sul kayak e comincia a pensare alle pagaie degli Inuit.
R.B. 09-2011
Il verbo di Gabriele
Quando Lui scherza dice di aver surclassato
l'ormai esiliato Napoleone perché il "Corso" andò solo dall'Alpi alle piramidi mentre Gabriele
dopo un' alba all'Elba vola dall'Alpi al Kilimangiaro perché diede lezioni di
kayak ad una bella ragazza che è ora un'affascinante presentatrice televisiva.
Quando il discorso comincia a farsi serio ti dice
che il passaggio della pagaia allo stecchino (pagaia eskimese) è tutt'altro che
repentino poiché le perplessità iniziali sono molte, poi entrano in gioco la
paura, la vanità e l'impreparazione. Quì di seguito alcuni esempi.
Perplessità:
Perché il manico non è tondo?
Perché i bordi delle pale non sono più
sottili?
Perché hanno un manico corto quando le
normali pagaie si impugnano in modo che tenendole sopra la testa con gli
avambracci verticali e il resto delle braccia parallele si determina la distanza
tra le impugnature?
Paura:
Le pale larghe solo 7 fino a 9 cm. sono troppo
strette, voglio pale più larghe.
E' meglio che la pagaia sia lunga.
Vanità:
Scelgo una pagaia con il manico più lungo
della larghezza delle mie spalle per apparire più fusto.
Una pagaia sovradimensionata è indice della
mia robustezza fisica.
La pagaia "PP"della ditta
"X" è quella che fa più scena poi fa
tendenza.
Impreparazione
Gli Inuit padroneggiavano il
kayak con l'uso delle sole mani, da ribaltati si raddrizzavano, sapevano
eseguire l'eskimo tenendo le mani incrociate sul petto, oppure tenendo in mano
un mattone e, quando le forze della natura imperversavano, loro usavano la corta
pagaia da tempesta lunga quanto l'altezza del possessore.
Le accertate abilità servono a chiarire certe perplessità, a
fugare certe paure e, soprattutto, a smascherare e ridicolizzare le mal ostentate
vanità. Oltre alla giusta pagaia "ghe vol el soramanego" (ci vuole
quello che sta sopra il manico cioè colui/colei che ha
esperienza).
La realtà
All'uomo moderno, per andare con
l'auto occorre la patente, l' Inuit per andare in kayak doveva essere competente.
Per uno fresco di patente viaggiare in auto
su una strada diritta e liscia è abbastanza
semplice ma controllare un'auto su strade strette e impervie occorre
esperienza, abilità e perizia. Il kayak è una barchetta che richiede l'intima conoscenza del mezzo,
di tutti i suoi accessori
l'esperienza, la perizia e l'abilità del conducente. L'autostrada liscia e liquida si può trasformare in
una stradaccia o in terribile fuori strada. In simili condizioni i rapporti
lunghi e le veloci gomme d'asciutto (pagaia a pale a cucchiaio) rappresentano un
grosso problema. Meglio i rapporti corti o le ridotte con ruote tassellate
(pagaie eskimesi o pagaie eskimesi da tempesta). In verità il paragone auto
(normale da corsa o sportiva) con il kayak regge male, meglio un fuoristrada,
suv o pick up. La carrozzeria è portante o a telaio, le sospensioni dipendono
dalla forma della carena, il motore è umano con varie cilindrate e potenza,
cambio trasmissione e trazione centrale sono a pagaia o pagaie (nei doppi o
tripli).
La Passione
Possiedo pagaie
groenlandesi di legno, fatte da mani esperte che il tempo non ha intaccato ma
hanno fatto nascere in me il desiderio di costruire delle pagaie groenlandesi altrettanto
valide.
Rimanendo il più aderente
possibile ad una millenaria tradizione ho dimensionato le mie pagaie secondo le
misure antropometriche, sostanzialmente le mie pagaie risultano più corte di
quelle che vengono commercializzate ma sono a misura d'individuo.
I commenti di chi ha testato le pagaie
Paolo Soncina che da pochi anni è un appassionato kayaker, è Lui l'organizzatore degli annuali giri del Garda per promuovere l'AIDO (Assoc.Italiana Donatori di Organi). <Mai mi sarei immaginato di fare il giro del Garda con una pagaia groenlandese più corta di ben 30 cm. rispetto a quella usata prima.>
Eugenio, persona robusta, solito ad usare una pagaia da 240 cm. che, a mio parere, di groenlandese aveva poco o niente.
<Con la pagaia da 222 cm. manico 50 cm, mi sono trovato a completo mio agio>.
Fabrizio Porzionato, 20 anni di fiumi e torrenti, <Con la pagaia Europea incrociata da 212 cm. e 10 anni di mare ho man mano portato le pale sullo stesso piano per paragonarla alla pagaia groenlandese usata come si conviene. Ho portato al mare, in Francia tre pagaie di Gabriele.
LUNGHEZZA |
MANICO | LARGHEZZA DELLE PALE |
210 | 44 | 8,0 |
210 | 44 | 8,4 |
198 | 40 | 8,4 |
misure in centimetri |
Le tre pagaie hanno messo evidenziato i 10 anni persi a pagaiare con pagaie poco adatte al pagaiare come si fa con le pagaie groenlandesi. Diversi kayaker Francesi, appartenenti a vari club, hanno definito le pagaie "superbe" e tanto è stato il loro desiderio di possesso che hanno avidamente cercato invano la marca impressa sulle pagaie.>
Renzo, critico estremo, ha espresso un giudizio molto lusinghiero a riguardo dell'esecuzione, stava pagaiando con la sua replica della pagaia di Petersen, gli ho fatto provare due pagaie da 210 cm. con manici da 44 l'una con pala da 8, l'altra da 8,4 cm. Si è subito trovato a suo agio e così si è espresso: <Ma prima di farmele provare le hai costruite sulle mie misure?>.
Conclusione
La pagaia lunga, col manico lungo serve per sciacquare le mani ad ogni colpo di pagaia e forse serve a fare l'eskimo a ... MANICO LUNGO! La pagaia a misura d'individuo certifica subito la capacità e non certo la vanità del kayaker.
Anticipazione
Tra i kayaker quelli patiti della velocità sono tanti. A mio avviso (e di molti altri) il baidarka aleutino è il kayak adatto a loro perché nato per essere veloce. Ai BAIDARKA si addicono le pagaie ALEUTINE che mi intrigano moltissimo perché hanno un sacco di ottime caratteristiche, tutte da scoprire e divulgare. Possiedo una valida documentazione, dati di fatto e l'esperienza per realizzarle e le realizzerò.
Gabriele de Piccoli, 09-2011
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