La crisi del 1929 che mise a terra l’economia americana, diede un durissimo colpo alle band di jazz che perdettero di vitalità e consistenza. La gente preferisce le canzoni melodiche e melense eseguite da cantanti impomatati dalla voce tremolante. Una sorta di anti-depressivo: chi voleva veramente guardare in faccia alla realtà!? Le band di New Orleans, di Dixieland della scuola di Chicago e New York vennero dimenticate. Alcune orchestre bianche riuscirono a sopravvivere ma si dovettero adattare al nuovo genere perdendo così, poco per volta, la propria identità.
Il 29 agosto 1935 al Palomar Ballroom di Los Angeles l’orchestra del clarinettista Benny Goodman, bianco, si stava esibendo. La festa non decollava ed era chiaro a tutta la band quanto fosse fallimentare la serata, il tour, tutto. A quel punto Benny Goodman decise di cambiare rotta. Se deve finire male almeno suoniamo la nostra musica. Attaccarono King Porter Stomp, un vecchio rag di J.Roll Morton, e fu un successo strepitoso. La gente si scatenò al ritmo di quella musica e fu Swing (oscillazione, dondolio) così battezzato da un anonimo disc-jokey. Il ritmo è la componente principale dello swing. Un ritmo sempre più veloce, un vortice entro cui lanciarsi: la depressione era finita, la crisi economica alle spalle.
Lo swing sarà molto criticato, e lo è ancora oggi, dai puristi del jazz poiché ritenuto un’espressione poco felice della storia del jazz. Bisognerà fare dei distinguo. Evidentemente tutte le band si ricostituirono grazie ai nuovi ingaggi: alla possibilità da parte del pubblico di spendere. Non tutte le orchestre saranno di qualità nel senso jazzistico. Le band bianche e in particolare quelle di Dorsey e Miller, per citare le migliori e le più note, non avevano nulla in comune con l’hot-jazz. Abili arrangiatori si adattarono al ritmo frenetico dello swing ma senza alcun pathos, senza feeling-blues. In epoche diverse sarebbero diventati dei Ray Coniff o dei B.Bucharat. Di altro e alto spessore furono le band di colore, da quelle di Basie a quelle di Luncheford e Henderson su su fino a Duke Ellington che con la sua opera stacca tutti proponendo uno swing di grande spessore jazzistico.
Duke Ellington |
Glen Miller |
Stompin' Savoy | Benny Goodman | |
Undecided | Benny Goodman | |
Wowerine Blues | Benny Goodman | |
Never Say Never Again | Benny Goodman |
Getting Sentimental Over You | Tom Dorsay | |
Boogie Boogie | Tom Dorsey | |
In The Mood | Glen Miller | |
Chatanooga Choo Choo | Glen Miller | |
Little Brown Jug | Glen Miller | |
Moonlight Serenade | Glen Miller |
April in Paris | Count Basie | |
Straight Ahead | Count Basie | |
Another Lazy Day | Count Basie | |
Freckle Face | Count Basie | |
The Wind Machine | Count Basie |
We Have All The Time In The World | Louis Armstrong | |
What A Wonderful World | Louis Armstrong | |
Take The At Train | Duke Ellington | |
Do Nothin Till You Hear From Me | Duke Ellington |
Mood Indingo | Duke Ellington | |
Perdido | Duke Ellington | |
Solitude | Duke Ellington | |
Sophisticated Lady | Duke Ellington | |
C Jam Blues | Duke Ellington |