Lo swing fece conoscere la musica jazz al mondo. Nato come espressione di un popolo era diventata la musica del New Deal. Tutti suonavano, ascoltavano, cantavano e ballavano lo swing e questo fu esportato, attraverso la
seconda guerra mondiale e con i V-disc (dischi della Vittoria), in tutta Europa. Al tempo stesso lo swing non era più la musica spontanea dell'inizio, aveva perso tutto il carattere
hot. Era diventata musica commerciale, musica dei...bianchi. Proprio negli anni a ridosso della guerra nasce il nuovo stile. Le orchestre suonavano/registravano brani per un pubblico che era
in guerra oltreoceano. Veniva a mancare un diretto contatto con il pubblico,
tutto era diventato routine. Così, musicisti di colore, presero l'abitudine di frequentare i locali della 52° strada di
New York. Lo scopo era di trovarsi e suonare liberi dai rigidi schemi dello swing e da qualsiasi costrizione di natura commerciale. Gli incontri si traducevano in lunghe jam-session cui potevano partecipare tutti! In realtà, per evitare che alle jam partecipassero
dilettanti e curiosi, poco alla volta prese piede un procedimento creativo che sarà caratteristico dello
stile. Prendevano la sequenza armonica di un brano noto e complicavano la
successione degli accordi, quindi
l'usavano per improvvisare. In questo modo da
I Got Rhythm di G.Gerswhin nacque Ah-Leu-Cha, Chasin' The Bird, Red Cross ecc.. Il Minton's di
Harlem (NewYork) assunse il ruolo di locale catalizzante, anche se le jam si
tenevano un pò ovunque, perchè qui suonarono tutti i boppers tra cui Charlie Parker, Dixie
Gillispie, Max Roach, Bud Powell ecc... si esibivano fuggendo lo swing e giungendo ad elaborare uno stile che sarà la prima rivoluzione del jazz: il BeBop. Il bop, come più comunemente sarà
chiamato il cui nome richiama il ritmo, è musica da ascoltare, musica razionale dove è bandita ogni nota superflua qualsiasi accenno ad una melodia
orecchiabile; la frase melodica veniva continuamente spezzata e si costituiva da
una serie di incisi (2/3 battute). Tutto deve discostarsi dalla tradizione e deve liberare il musicista da schemi che possano in qualche modo imbrigliare l'assolo, l'improvvisazione. All'uso degli accordi di
I°,
IV° e V° con le eventuali settime, schema di origine blues, subentrano accordi con quinte diminuite discendenti e none. L'uso di
tutte le tonalità e il cambio improvviso (cromatismi) saranno un altro segno tipico mentre il tempo d'esecuzione si fa frenetico: si passa dai 100/200 battiti dello swing ai 300 del bop e pochi erano in grado di suonare a quella velocità. Gli arrangiamenti sono curati al massimo e ripuliti da qualsiasi indulgenza nei confronti del pubblico. Anche l'atteggiamento durante l'esecuzioni abbandona l'istrionismo precedente per uno stile distaccato. Gli uomini del bop sono artisti di colore, i bianchi avranno un ruolo secondario e marginale, e questo fa sì che si
affermi una propria identità razziale imponendola all'industria discografica, al pubblico e alla tradizione. Non sarà un caso e con grande anticipo, che la maggior parte dei boppers cambierà religione diventando
musulmani affermando attraverso questo l'orgoglio di essere afroamericani.
Successo? No, si. Certamente non fu successo come lo swing anzi più di una volta furono ostacolati. I bianchi preferivano la tradizione e quindi i successori di Miller e
Dorsey. Mentre I negri si interessarono maggiormente ad un blues urbano più marcato: rhythm & blues.
A night at Tunisia | Gilliespie | ||
Manteca | Gillispie Yuong | ||
Billie's Bounce | Parker | ||
Donna Lee | Parker | ||
Lazy Bird | Davis | ||
Anithing goes | Davis Yuong | ||
Cherrokee | Young Noble | ||
Yardbird | Parker |