La scuola
Radio Elettra è nata nel 1951 ad opera del Dr Vittorio Veglia.
Ha importato in Italia quello che oltre oceano era già da anni una
realtà
Io ho seguito i corsi nell'ordine:
Radio Stereo,
Corso transistor, ( si costruiva
il provatransistor nero, la radio e l'iniettore di segnale)
Corso Regolo Calcolatore, ( Il regolo
calcolatore non si costruiva ma si imparava ad usarlo)
Corso TV a Transistor (TV 17 pollici di origine Telefunken/CGE).
Il televisore era tutto bianco con frontale in plexiglass fumèe (
vedi foto pagina 2 )
Ho ancora due o tre distintivi (te ne
davano uno ad ogni corso).
Ho anche i bigliettini da visita con su scritto
Paolo
Califano - radiotecnico
I miei primi approcci con la radio:
Tutto cominciò nel 1963 quando il mio amico Roberto frequentava un corso
I.N.A.P.L.I. (per disoccupati).
Aveva portato a casa i componenti per costruire una radio (a distanza di
anni presumo si trattasse di amplificazione diretta).
Io andavo a casa sua per guardare cosa faceva: non ci capivo
niente......
In quel periodo ho cominciato a leggere qualche rivista..... Avevo un
amico edicolante e mi fermavo a sfogliare le riviste che non potevo
comprare.
Allora tenevo a mente più cose di adesso........
Mio padre per invogliarmi, mi comprò il
Radioelementi di Ravalico
Lo prestai al mio amico Roberto e non lo riebbi più indietro.
In seguito come ultimo regalo sempre da mio padre, ebbi il
SuperTester ICE 680c
Intanto, mi ero fatto un idea a macchie di leopardo del mondo della radio e sentivo
la necessità di avere una visione più completa e continua dell'argomento,
così compilai la famosa cartolina che doveva essere pressappoco come
questa:
Il corso consisteva in 52 lezioni teorico-pratiche.
Decisi per 2 lezioni mensili.
Le lezioni me le facevo arrivare a casa del mio ex compagno di scuola e di
banco Alberto M. che abitava proprio di
fronte alle poste centrali.
Nel primo invio vi era una lettera di
benvenuto de direttore dr Veglia (questo esempio fa parte del corso TV
del 1958 del mio amico Pino)
Vi era dentro anche lo schema del
programma di come si sarebbero svolte le lezioni.
Anche se nel foglio le lezioni elencate sono 48, in realtà poi sono
risultate 52 in quanto le ultime
4 aggiunte erano
dedicate per lo più alla la ricetrasmissione stereofonica.
Qui vi sono
allegati alcune immagini con l'elenco di
parte del materiale inviatomi dalla S.R.E.
La scuola Radio Elettra cercava di mettere a proprio agio l'allievo
favorendo i rapporti con la scuola e, periodicamente, includeva nei pacchi
dei fogli intestati e predisposti per comunicazioni.
Come da programma, ogni tanto inviava un foglio da compilare con risposte
a domande inerenti e indicazioni delle misure rilevate sugli apparecchi in
costruzione. Qui vi è un esempio (del corso TV del 1958
sempre del mio amico Pino)
In uno degli ultimi esami, però, ci fu un intoppo. La richiesta era di
indicare la tensione rilevata sull'anodo di una valvola.
Quando effettuai la misura l'ago era posizionato tra i 150 e i 152 volt.
Io lo rilevai ed indicai forse con pignoleria 151 volt (ho ancora
la brutta della lettera). Il correttore della Scuola me lo corresse
in 150 volt. Il volt dispari mi venne imputato come errore. Il
correttore asseriva che poiché vi erano tolleranze di almeno 10%,
l'indicazione di quel volt era da considerarsi errore. Io reclamai
scrivendo che poiché la misura indicata era all'interno di quel +/- 10%,
doveva ritenersi accettabile, ma ebbi torto. Rimasi della mia
convinzione e decisi che non avrei dato ulteriore seguito alle
risposte che erano soltanto volte a meritare il diploma (che
non ho). Io studiavo per me stesso e non per il diploma.....
Archiviai l'incidente (unico).
Ora a raccontarlo, sembra che tutto il corso si sia svolto in poco tempo,
ma due anni sono lunghi e assimilare e sperimentare e infine costruire mi
ha dato grandi soddisfazioni per più di due anni.
Alla fine del
corso radio, tra l'altro, la Scuola Radio Elettra mi inviò i
bigliettini da visita (foto)
e mi invitò anche a frequentare il corso pratico. Veniva specificato anche
che per quanto possibile, avrebbero cercato di trovare un posto di lavoro
a chi ne avesse bisogno.
Io ero disoccupato in cerca di lavoro e la cosa si prospettava molto
interessante.
Assieme alla lettera vi era un foglio con l'elenco delle pensioni e prezzi
dove avrei potuto alloggiare durante le due settimane di pratica.
Tutte nelle vicinanze di via Stellone.
Io scelsi quella situata in via Genova, 60.
Nella stessa pensione alloggiarono altri due allievi: uno, Borghi Domenico
romagnolo di Poggiorenatico e l'altro, Romiti Piero toscano di Pontassieve.
-
Il corso pratico era articolato in questo modo:
Le prime due ore veniva uno bravissimo e, alla lavagna rispiegava tutto il
funzionamento di ogni stadio, le altre ore, con un altro assistente di
laboratorio (Giuseppe), servivano per la pratica.
Avevamo a disposizione un saldatore, un tester, un generatore di segnali
CB MEGA, cacciaviti e pinze, stagno e, dulcis in fundo, una cassetta piena
di resistenze condensatori e altro.
Il corso pratico cominciò un lunedì.
Io presi posto nel primo banco della fila centrale assieme agli altri due
coinquilini della pensione (quelli della foto).
Il primo impegno pratico fu di costruire un amplificatore semplice
interpretandone lo schema. Per i componenti dovevamo attingere dalla
cassetta.
Primo a finire fu il ragazzo seduto al primo banco nella fila
subito alla mia destra.
Dovette portare il manufatto al banco dell'assistente che lo collegò ad un
giradischi, ma non ne uscì alcun suono.
Io finii per secondo, stavolta la musichetta si sprigionò allegra
dall'altoparlante.
Al controllo però risultò che avevo invertito i fili del tono per cui i
bassi erano invertiti rispetto agli acuti. Non venne ritenuto un errore
grave e potei passare alla fase successiva.
Questa consisteva nel ritirare una radio guasta da un tizio posto dietro
una vetrata.
Il mio compito era di individuare e riparare i guasti di cui era affetta.
Invece il compito del tizio era di riguastarla per un'altro allievo.
Costui praticava dei fori in
alcuni condensatori e li attraversava con un filo stagnato per simulare il
cortocircuito, poi scioglieva il catrame per nascondere la marachella.
Altre volte rompeva uno dei terminali e lo re-infilava facendo in modo che
non toccasse, per simulare il condensatore aperto. Poi col saldatore
asciutto (per non lasciare traccia) si appoggiava sul cavetto schermato
della BF fino a quando il tester non rilevava il corto fra centrale e
calza (dall'esterno non si vedeva niente di sospetto). Un'altra
operazione era quella di interrompere quel filo all'interno della
schermatura. In altre parole non vi era niente di visibile e tutti i
guasti dovevano essere rilevati con gli strumenti.
Una cosa abituale era quella di svitare o avvitare a fondo i nuclei delle
medie frequenze per stararle.
Un'altra era quella di scambiare di posto le valvole.
Insomma doveva trattarsi della simulazione di una radio guasta dove era
intervenuto un incompetente che aveva smanettato peggiorando la situazione
al massimo.
Ogni radio aveva almeno 7 o 8 problemi, mai meno.
A me, una volta, capitò un guasto strano che mi creò un po' di
difficoltà. Tutto era stato risistemato, ma alla fine rimaneva solo un
difetto. La sensibilità era minima. Non riuscivo ad aumentare il volume in
nessun modo. L'assistente Giuseppe si avvicinò, osservò rapidamente e
subito il suo viso si illuminò in un sorriso divertito.
Mi insospettii e cercai di mettermi nei suoi panni. Cosa aveva
visto? Girai la radio, osservai meglio e scoprii che quel birichino del
guastatore, aveva incastrato un pezzetto di filo stagnato quasi
invisibile, sottile come un capello e lungo 3 o 4 mm tra statore e rotore
della sezione antenna. Ciò provocava un cortocircuito nella sezione
accordo aereo col risultato che si poteva sintonizzare solo la locale e
con pochissima sensibilità.
Riconsegnai la radio al guastatore che me ne diede un'altra con altri
guasti (sempre diversi).
Tutto continuò così fino al venerdì.
Sabato e domenica riposo
La settimana dopo uguale, uguale, solo che siamo passati a radio più
recenti con in più la FM.
Fatto sta che il giovedì pomeriggio della seconda settimana, alla
riconsegna della ennesima radio riparata, il guastatore, mi disse:
Per te non ci sono
più radio da riparare!
Così, solo io, rimasi
disoccupato anche per tutto il giorno dopo....
Ci venne consegnato un attestato di frequenza con ottimi risultati (uguale
per tutti).
Durante il corso un giorno ci portarono a visitare
tutto lo stabile. Visitammo la tipografia dove stavano stampando le
lezioni. Un laboratorio dove c'erano un paio di addetti che eseguivano i
montaggi degli apparecchi descritti nelle lezioni. Il motivo, ci fu
spiegato, era quello di verificare l'esattezza delle istruzioni di
montaggio per eventuali correzioni nelle descrizioni
Intanto avevamo appreso che a uno che si trovava nella fila di sinistra (vedi
foto), avevano trovato un posto di lavoro.
E io che coltivavo la stessa speranza, chiesi di poter parlare con il
direttore (dr. Vittorio Veglia).
Mi ricevette molto cordialmente e mi disse che non aveva cercato niente
per me, in quanto, aveva visto che avevo il diploma di ragioniere. Non gli
era parso verosimile che uno diplomato si accontentasse di fare il
radio-riparatore. Mi disse che invece per me la cosa migliore sarebbe
stata quella di poter abbinare il diploma con la tecnica.
La soluzione sarebbe stata quella di diventare programmatore alla IBM.
Mi disse che la IBM accettava allievi presentati dalle ditte clienti. La
Scuola Radio Elettra era cliente della
IBM (allora i computer-armadio li
affittavano). Quindi come cliente, poteva richiedere alla IBM di istruirmi
per diventare programmatore.
L'ostacolo era rappresentato da un esame-test per vedere se ero
predisposto mentalmente alla risoluzione di problemi logici.
Mi presentai e venni introdotto in un'aula con i banchi disposti a file
singole (penso fosse per evitare copiature).
Su alcuni fogli vi erano un totale di 100 prove di test. Riuscii a
risolverne 97 di cui 94 certi e 3 col dubbio.
A questo punto non potevo permettermi di continuare il mio soggiorno a
Torino e tornai in Calabria.
Li mi giunse una raccomandata con la quale il Dr Veglia mi comunicava il
superamento dell'esame-test.
Ora si trattava di tornare a Torino e soggiornarvi per circa un mese per
seguire il corso (non potevo permettermelo)
L'alternativa era studiare a casa e tornare a Torino per l'esame finale.
Scelsi questa soluzione e la Scuola Radio Elettra, mi inviò due volumi blu
IBM dove venivano spiegati RECORDS, CAMPI, CHIAVI di RICERCA e un
sacco di altre cose
inconcepibili. Era la prima volta che venivo a conoscenza di
argomenti del genere.
Mi sentii come l'omino della pubblicità in
Carosello
quello del brodo Lombardi.
Ero invischiato senza speranza nei meandri di bytes, nibbles e bits, quando, per
fortuna, in quei giorni, mi arrivò anche la lettera di assunzione delle
FF.SS.
a seguito di un concorso fatto un paio di anni prima:
fui salvo!.
Così accettai il lavoro in ferrovia e rinunciai a studiare quelle cose
ostiche (forse seguendo il corso dal vivo sarebbe stato diverso).
Dopo qualche mese, ritenni di dover aggiornare il Dr Veglia sulle mie
decisioni e del mio stato attuale di lavoro.
Io andavo spesso a Torino, così mi presentai in via Stellone e chiesi di
poter avere un appuntamento per il mio successivo giorno di riposo.
La ragazza a cui mi rivolsi, mi chiese se volevo incontrarlo subito.
Risposi che, poiché avevo la barba incolta (facevo la barba un giorno si e
uno no), preferivo farlo in un altro momento e in condizioni più
accettabili. Mi disse di aspettare e si introdusse in una porta dalla
quale pochissimo dopo, apparve il dr Veglia che tendendomi la mano,
esordì:
Lei si preoccupa
della sua barba, guardi un po' la mia
(all'epoca contrariamente alle foto della pubblicità, aveva una folta
barba lunga 4 o 5 cm.).
Lo ringraziai per l'impegno dimostrato nei miei confronti e lo resi edotto
della mia nuova occupazione.
Fu l'ultima volta che lo vidi, ma rimarrà sempre nei miei ricordi.
Un paio d'anni fa ho letto da qualche parte che c'era ancora sebbene molto
avanti negli anni.
Per completare
il discorso radio, aggiungo alcune immagini e tre foto-ricordo scattate
durante il corso.
La foto a
colori, è stata scattata da Nico (futuro I3ZVN) all'incrocio tra
via Nizza (quella a destra con le macchine parcheggiate) e via Stellone
di cui si intravede l'imbocco a sinistra.
Il tizio accovacciato a SX in completo blu, è quello a cui hanno trovato
il posto come riparatore.
Il tizio in piedi più a SX è siciliano di Agrigento e lì ha un negozio
(computer, antenne etc..)
Io sono il secondo da dx ( un po' scuro) e assieme a Borghi Domenico
teniamo in spalla uno del corso.
Come si vede, eravamo un bel gruppetto di giovani di belle speranze.
Nella foto non ci sono tutti, ad esempio, manca Nico quello che ha
scattato la foto.
Quella grande
è stata scattata riunendo assieme gli allievi del corso TV e quelli del
corso Radio. L'individuo più a destra col pizzetto è quello che ha
scattato la foto a colori precedente (Gianico) anche
oltre ad avere un negozio di elettrodomestici e assistenza a Schio (VI),
è anche un impenitente radioamatore.
L'altra foto mi ritrae con il martello assieme all'istruttore Giuseppe
Pezzoli. Gli altri due sono nell'ordine Borghi Domenico e Romito Piero.
Il generatore in prima fila è un
CB MEGA grigio.
Ho cercato di rintracciarlo, ma in giro ci sono solo modelli neri. Io ho il CB.IV e il
CB.10 entrambi neri. Ho visto in fiera il CB3 anch'esso nero
Nella foto di fine
corso: L'istruttore Pezzoli Giuseppe, io-me, Borghi Domenico e Romiti
Piero
Domenico e Piero stanno armeggiando con una radio del
corso 1952 come questa::
Per ultima ti facevano riparare
quella del corso radio stereo:
|
Qui vediamo Nico con in mano la radio del Corso
Radio Stereo. Quello vicino è sempre l'istruttore Pezzoli Sergio |
|
Altri corsi conseguiti da Nico: clicca sulle
immagini |
(NB.
Se qualcun'altro
avesse foto relative alla scuola Radio Elettra le pubblico volentieri...) |
Altra foto
del mio corso
|
Qui vediamo ancora Nico di
Schio (VI), Carmelo di Agrigento l'istruttore Giuseppe e Armando
di...Torino (?) |
Invece, le cose S.R.E.
che ho, sono come queste: |
foto www.gtusini.it |
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Radio mod. 97
- (dono
di Valentino)
3 tasti (OC 5,5-16Mc / OM 550-1650Kc / Fono)
Valvole: 6TE8GT-6SK7GT-6SQ7GT-6V6GT-5Y3GT-6E5 |
Oscillatore modulato corso anni
'50
(
ex Valentino) |
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Provavalvole a ponticelli
anni 50 (
ex
I2XLZ
) |
Tester 1000 ohm/volt da abbinare al provavalvole
(ex I2XLZ ) |
Il tester quando me l'hanno regalato
aveva il ponte a diodi al selenio bruciato. L'ho riparato con il suo
originale, comprato 40 anni prima
Durante il corso, ci avevano
portato in visita a tutto lo stabilimento, facendoci visitare il loro laboratorio, il reparto tipografico e dulcis in
fundo un mercatino interno, dove potevi comprare strumenti e ricambi di
corsi precedenti
|
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Oscillatore modulato
senza alimentatore (prendeva l'alimentazione dall'apparecchio in prova
o alimentatore esterno). (
ex I2XLZ
) |
Provacircuiti a sostituzione
(il mio è grigio) |
Corso Radio Stereo
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Provavalvole a
levette Corso Radio Stereo (
ex
I2XLZ
) |
Tester 10Kohm/Volt
Corso Radio Stereo (mio) |
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Oscillatore modulato mod. 412 del Corso Radio
Stereo (mio) |
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Voltmetro a valvola (regalo
di I3HVS (Vittorio) http://i3hvs.xoom.it/)
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Voltmetro vista interna 1 |
Voltmetro a valvole (fronte) |
Voltmetro vista interna 2 |
E' tutto......
NB
Io ho questo materiale,
ma molte immagini sono state tratte dal sito
www.gtusini.it (di
Giuseppe Tusini) <<mi sono risparmiato di fare fotografie mie
tuttavia Giuseppe, con molta generosità
mi ha perdonato>>
seguito con gli altri corsi pagina 2
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