Metodo
alternativo per la taratura delle medie frequenze old radio
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Una buona taratura si fa solo con gli strumenti adatti.
Per tarare uno stadio a media frequenza, occorre un generatore
sweep-marker e un oscilloscopio. Con questi strumenti si riesce a dare una
forma precisa alla banda passante del segnale. Si controlla visivamente la
ripidità dei fianchi, la forma superiore (a sella) e la larghezza
del canale a -3 decibel (70% dell'ampiezza) che deve essere di 4500 Hz. Per le vecchie radio
nel laboratorio del riparatore, non sempre si ha lo sweep-marker. Di
solito ci si affida al generatore modulato. Ma spesso per questo motivo, dopo aver tarato le Medie Frequenze con l'oscillatore modulato, ci si ritrova con apparecchio sordo salvo poi a dover fare dei piccoli ritocchi alle MF per rivitalizzare il segnalino che si trova all'estremo basso della scala. La regolazione del nucleo della bobina di accordo non è sufficiente. Già nella mia testa si arrovellava una certa idea e così nei giorni scorsi dopo aver montato l'induttanzimetro di nuova
Elettronica (kit LX-1576), durante le prove, ho provato a
verificarla misurando uno degli avvolgimenti della media
frequenza di una radio che
avevo smontata lì sul tavolo. Il risultato è stato di 530 µH (sicuramente diverso da quello reale). Ho provato,
poi, a ruotare il
relativo nucleo e ho visto cambiare il risultato sia in un senso che
nell'altro: infatti il nucleo concorre al valore
dell'induttanza. Lo strumento di Nuova Elettronica misura
l'induttanza per via indiretta. Cioè fa oscillare la bobina collegata
(nel nostro caso, la bobina di Media Frequenza), poi confronta questa
frequenza con un'altra già memorizzata e procedendo ad alcuni calcoli,
riesce a ricavarne l'induttanza. Ho pensato: se questo aggeggio riesce a far oscillare la bobina
alla sua frequenza di accordo, perché non provare a misurare questa
frequenza con un frequenzimetro? Si da anche il caso, che abbia realizzato anche il frequenzimetro digitale con PIC16F84 di IK3OIL OM di multiforme ingegno. I due circuiti stanno giusti giusti dentro una scatoletta di mm. 110x75 x55 della TEKO. Ne è risultato il seguente schema pratico: Ancora oggi (2005), la spesa totale si aggira a meno di 50.000 delle vecchie lire (sigh! Allora eravamo tutti milionari). Quello che costa di più è il display LCD. I prezzi variano molto. Attualmente su shop.elettronicamente.com viene venduto a 10 .
In alternativa per chi possiede già un frequenzimetro digitale, può costruirsi solo la sonda.
Ho ridisegnato lo stampato che ora misura solo 1 per 5 cm. lo si
può infilare in un cilindretto e da un lato far uscire i terminali
con le due pinzette e dall'altro il cavetto tipo RG174 saldato ad un
BNC.
clicca col tasto destro qui per scaricare lo schema, il disegno PCB + disposizione componenti. Riccardo (IK6QLP) riguardo a questo strumentino-sonda aggiunge qualche suggerimento-miglioria: (clic here) Note:
Occorre però tenere conto della capacità parassite di LX491 che è DI
CIRCA 8 pF a cui occorre aggiungerne un'altra decina per via dei
terminali più la capacità che esiste già sul circuito da tarare. Io ho valutato
il tutto
intorno ai 20 picoFarad. Così nelle mie prove ho
regolato i nuclei per un'oscillazione più bassa e corrispondente a 445
kHz (Verifica).. Staccando
l' LX491 la frequenza di accordo si alza fino a 467 kHz.
In effetti per dare una certa larghezza al canale di Media Frequenza, ho
tarato i due primari a 444 kHz e i due secondari a 446 kHz.
Verifica: Ho potuto verificare che la valutazione approssimativa di 20 picoFarad era invece esatta. Usando il programma bobine2 (pagina downloads) ho posto il primo condensatore variabile a 200 pF e poi variando il numero di spire ho simulato una frequenza di accordo di 467 kHz. Ho poi variato il secondo condensatore fino a portarlo a 220 pF e la frequenza risultante è stata appunto 445 kHz. Nota:
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