ITIS "F. MORANO"
Area progetto della CLASSE 5 Cn: Il Card. Francesco Morano

Il Card. Morano presentato da Mon. Tommaso Rotunno

 

Il centenario passò in osservato...
Nel centodecimo anno della nascita del Card. Francesco Morano (Caivano, 10-06-1872 Roma 12-06-1968), viene data alla stampa la conferenza su "I limiti dell'ordine naturale", "letta innanzi all'Accademia di Religione Cattolica, in un'adunanza anteriore al 1925".
L'Accademia di Religione Cattolica fu fondata nel 1801 e poi unita da Pio XI, il 10 gennaio 1934, all'Accademia Romana di San Tommaso D'Aquino.
Ho riportato tra virgolette il titolo della conferenza e una nota posta sul raccoglitore dele ventisette cartelle; "Due discorsi importanti del Card. Morano da pubblicare per le stampe".
Per me che ho avuto l'onore e la gioia di leggere nel testamento dell'Em.mo Porporato: "Prego il mio caro amico Monsignor Tommaso Rotunno della Città di Aversa di accettare l'incarico di esecutore testementario", basta questa disposizione, anche se informale, per sentirmi autorizzato a pubblicare postumo uno scritto datato negli anni venti.
L'amicizia vera è rara, rarissima, direi che non c'è; ma quando c'è essa, è più forte della morte.
Ho eseguito altre disposizioni, pur sapendo di suscitare i risentimenti in chi presumeva che mi considerassi padrone e non esecutore della volontà del testatore; come potevo trascurare una disposizione che procurerà al lettore momenti illuminanti e rasserenanti?
I due discorsi, "da pubblicare", sono come due specchi in cui si riflette la figura del Cardinale quale scienziato e pastore.
Nel primo è presente lo scienziato che, contro il "rumoreggiare" del positivismo del secolo scorso che con l'insipiente biblico affermava: "Dio non c'è", fornisce prove per dimostrare l'esistenza di Dio.
Egli si adopera per depurare le acque limpide della scienza dalle scorie inquinanti degli sfruttatori insensati, per estirpare la zizzania gettata notte tempo dal nemico sul terreno fiorente degli studi scientifici.

Francesco Morano s'immerge con passione nello studio delle scienze esatte prima ancora di essere ordinato sacerdote (10-8-1897).
Nel 1896, consegue la laurea in matematica e fisica e vince il premio "Fondazione Corsi", che gli permette di attendere agli studi scientifici per un altro anno, "con zelo e attitudine", come attesterà il Rettore dell'Università di Roma.
All'Università Statale della Capitale consegue anche la libera docenza nelle predette discipline, cosa fuori dall'ordinario, in quei tempi, per un prete.
Per la sua versatilità e la sua competenza nel campo della Fisica stellare, nel 1900, entra, quale Assistente aggiunto, nella Specola Vaticana, che, fondata da Gregorio XIII per lo studio del Calendario, fu richiamata in vita da Leone XIII, il 14 marzo 1891 col Motu Proprio "Ut Mysticam Sponsam Christi".
Fu membro della Pontificia Accademia dei Nuovi Lincei che, rinata in Roma nel 1847, si proponeva lo studio, il progresso e la propagazione delle scienze fisiche, matamatiche e naturali ed era composta di pubblici professori e di soggetti reputati per le loro produzioni scientifiche.
Nel 1903 ne divenne Socio Corrispondente, nel 1916 Socio Ordinario, nel 1928 membro del Comitato Accademico e, dopo la morte di Padre Gianfranceschi, per incarico del S. Padre Pio XI, Presidente, negli anni 1934-1935.
Detta Accademia, di cui fece parte anche Guglielmo Marconi dal 18 gennaio 1931, con Motu Proprio di Papa Pio XI, il 28 ottobre 1936, fu trasformata in Pontificia Accadenia delle Scienze e fu presieduta dal fondatore dell' Università Cattolica, Padre Agostino Gemelli.
L'Accademia di Religione Cattolica dunque, per indicare "I limiti dell' Ordine naturale" al pubblico colto di Roma, invita uno scienziato affermato e stimato.
Egli ha già pubblicato diversi lavori scientifici, tra i quali: "La conduttività termica nelle rocce della campagna romana" (1889); "Tavole matematiche per i calcoli di riduzione delle fotografie stellari per la zona vaticana" (1905); "Il modulatore di corrente" (1915); "Il modulatore di corrente ad uso di microfono metallico" (1917).
Francesco Morano, a diritto, si colloca fra "coloro che con grandi stenti sollevano a poco a poco quel velo che ci nasconde la natura delle cose e le cause di esse"; ha la competenza per smentire "quelli che rumoreggiano", cioè quelli che "impadronendosi di seconda mano di quegli studi e di quelle affermazioni, e mal comprendendone sia la base scientifica, sia il rigore logico, gridano in nome della scienza, affermando ciò che la scienza non osa né di affermare né di sostenere" cioè che "la natura è figlia di se stessa e che bastano le sue forze per spiegare le sue origini e le sue vicende".
"Questo rumoreggiare nel nome della scienza non rimane senza dannosi effetti presso coloro che non sono in grado di comprendere appieno la materia discussa".
Si sente battere il cuore del sacerdote preoccupato delle conseguenze deleterie del pensiero negativo che, strumentalizzando i risultati della scienza, deforma e paralizza la logica della natura.

Lo scienzato - egli afferma - "se spiega un fatto, poggia questa spiegazione su altri fatti che come il primo esigono la loro spiegazione.
Lo studio delle cose, mentre ci dà la spiegazione dei fatti e fenomeni, se per ognuno di essi ci indica una causa naturale, ci conduce man mano ai primi fenomeni e ai primi fatti, che a loro volta non sono e non furono conseguenza di altri fatti e fenomeni naturali, ma ci indicano un altro ordine, un ordine soprannaturale... La scienza ci mostra un fronte, un fronte pacifico di collegamento e di contatto dove le forze della natura già stanche, chiamano Dio".

L'occhio sano vede Dio nella creazione e cerca la luce della rivelazione per conoscere chi è Dio; penetra nei segreti della natura e si eleva nel mistero della trascendenza.
Nel sacerdote scienziato la scienza e la fede si armonizzano, i limiti della scienza sconfinano nel soprannaturale.
Infatti, prima dell'ordinazione sacerdotale, F. Morano consegue anche la laurea in filosofia, in teologia e in utroque iure, nella Pontificia Università Lateranense che allora aveva sede all'Apollinare.

Nel 1903, vince il concorso di Notaio sostituto della S. Congregazione del S. Ufficio, di cui sarà sommista nel 1912 e consultore nel 1938.
Nel 1896 diventa avvocato della Curia Romana, nel 1921 Prelato Referendario del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica, nel 1922 Prelato votante, nel 1925 Prelato Uditore della S. Rota, nel 1928 Consultore della S. Congregazione del Concilo; nel 1930, consultore della Pontificia commisione per l'interpretazione del Codice Diritto Canonico e Membro della Pontificia Commissione per le opere di Religione; nel 1935, Segretario della Segnatura Apostolica e Uditore di S. Santità, è il Consigliere del Papa in materia giuridica.

L' obiettivi per cui si dedica alle scienze esatte e a quella del diritto è uno solo, quello che dà senza alla vita sacerdotale: conoscere Dio e amarlo.

A servizio sette di Pontefici, da Leone XIII a Paolo VI, lavora per realizzare il programma del Pontefice Santo: " Instaurare omnia in Christo".

Nel regno della natura c'è attesa, disponibilità al Regno di Gesù Cristo; il progresso scientifico lo prepara.
Quale presidente della Pontificia Accademia delle Scienze dei Nuovi Lincei, nel discorso inaugurale per l'anno accademico 1934-35, in un clima di odio e di guerra, che vuole gli uomini nemici fra loro, egli afferma:

"Non possiamo pensare ai recenti progressi della Scienza senza pensare allo stesso tempo alla sicura ripercussione di essi sui problemi più gravi che attualmente occupano la Società umana. Abituato quotidianamente con le genti più remote, l'uomo già si sente con esse in comunione tra i popoli. Questi mezzi ormai non hanno altro scopo che quello di mantenere una separazione materiale, quando la separazione spirituale è scomparsa ... La completa vittoria della scienza con la radiotelegrafia e con la radiotelefonia, le vittorie imminenti con la televisione hanno diviso la storia dell'umanità in due periodi ... L'onda elettromagnetica vincerà i bronzi e gli acciari ... Col cuore pieno di fiducia già salutiamo l'avvento di ciò che è ineluttabile, una Società umana stretta da soli vincoli di carità, senza altro primato che quello di saper fare il bene comune ".

La scienza scopre che la creazione è retta da leggi dell'amore; la fede dona alla natura l'amore più grande, la comunione con Dio.
Il contrasto tra la scienza e fede, nasce da "la povertà del cuore", da "la ristrettezza dello spirito".
Solo la Legge di Gesù Cristo realizza l'uomo, elevando il suo amore nella Carità di Dio.
Questo dialogo tra scienza e fede sarà consacrato più tardi nei documenti del Concilio Vaticano secondo, al quale il Cardinale parteciperà con una presenza assidua e attenta, quale componente del Tribunale Amministrativo.

Il Card. Morano è il sostenitore e il diffusore dell'insegnamento cristocentrico della Chiesa. Gesù ci rivela Dio, ci fa sapere che è Padre, ci fa amare la sua legge.

Negli ultimi anni, quasi a stendere il testamento spirituale, si dedicò alla pubblicazione di due libri, prima in latino e poi in italiano, dedicati a "Gesù Nazareno" : "La religione di Gesù Cristo con compendio" (1957), "Gli elementi essenziali del Cristianesimo" (1959).
Nella prefazione è scritto:

"In essi l'Autore discostandosi modestamente dall'insegnamento delle Scuole, secondo il quale i fedeli di Gesù Cristo devono osservare i Comandamenti di Dio e i Precetti della Chiesa, ha preferito scrivere che i cristiani devono osservare i comandamenti di Dio, i Precetti di Gesù Cristo ed i Precetti della Chiesa.
E questi precetti di Gesù Cristo egli ha attinto direttamente alle fonti, riportandoli cioè come essi si leggono nei Santi Evangeli e negli altri libri del Nuovo Testamento.
In tal modo i Precetti di Gesù Cristo, posti con formule genuine ed immutabili tra i Comandamenti di Dio e i precetti della Chiesa, formeranno con essi uno schema unico dei doveri cristiani".

Anche l'organizzazione della Chiesa deve essere cristocentrica, infatti ha lo scopo di disciplinare e facilitare l'osservanza della legge dell Carita', nella quale Gesù ha riassunto e perfezionato tutti gli altri comandamenti.


Nel gennaio 1968, invia al S. Padre Paolo VI la nuova edizione dei suoi libri e nella lettera di accompgnamento scrive:

"Ma che cosa posso aver trovato di nuovo in una materia già tanto trattata? Ebbene questa novità già da molto tempo l'ho trovata, ma solo oggi, in occasione della Riforma della Curia Romana oso presentare".

Propone la cosituzione di una Congregazione "Pro lege Charitatis" accanto alla Congregazione "Pro veritate Fidei", infatti "Fides sine operibus mortua est".

Per educare i fedeli alle opere della fede, propone l'istuzione della festa liturgica della "Carità Cristiana" da collocare al primo giorno dell'anno civile, con una Messa propria formata con tesi scelti dal Vecchio e Nuovo Testamento.
Sarebbe "la messa più bella" adatta a formare gli auguri per il Nuovo Anno e per orientare il comportamento dei fedeli.

La fede operosa crea i testimoni, che nel sopracitato discorso di apertura dell'Anno Accademico vengono chiamati "Eroi della Carità", tra i quali sono citati S. Francesco d'Assisi, S. Giovanni Bosco, S. Giuseppe Cottolengo... E' una lista lunga formatasi durante i secoli nella Chiesa che è Carità di Dio, attinge alla Carità di Dio e opera per la Carità di Dio.
In questa lista so di poter leggere anche il nome del Cardinale insieme a quello del fratello Can. Giuseppe, fondatore della Piccola Casa di Carità.
Francesco Morano creato cardinale da Giovanni XXIII, nel Concistoro del 14-12-1959, scelse come motto la frase paolina: "Maior autem Charitas", per spiegare le tre stelle in campo azzurro dello stemma, delle quali una è più grande e più in alto.
Nel discorso (il secondo da pubblicare), tenuto il 2 febbraio 1960 quando prese possesso della Basilica di SS. Cosma e Damiano, mette in evidenzia come il Cristianesimo ha vinto l'Impero pagano con la legge della Carità : "Le leggi sono opera dell'infinita sapienza di Dio, e si propagano in virtù della stessa onnipotenza divina.
Esse, partendo dalla bocca di inermi apostoli, vanno al cuore degli uomini per formare di essi una sola famiglia unita da una legge d’amore verso Dio e verso gli uomini.
Sono soltanto queste leggi che resistono perennemente ad ogni umana potenza".
Anche oggi il mondo moderno sarà cristianizzato se vi saranno i testimoni "fatti sinceramente esemplare del gregge".
Il cardinale cita il testo del Primo Papa, commentato più tardi da Paolo VI nella "Evangelii nuntiandi ".
In questo discorso si riflette la figura del Buon Pastore, che, cercato Dio nella scienza ed amatolo nella fede, riceve l’amore più grande: "Simone mi ami tu?"…

Giovanni XXIII consacrò la carità pastorale del Card. Morano con l’unzione episcopale il 19 aprile 1962, nella basilica di S. Giovanni in Laterano.
In questa circostanza altri undici Porporati furono consacrati vescovi.

La voce del Buon Pastore viene autenticata.

Rimane l’eco nella Piccola Casa, eletta, per testamento, erede universale, depositaria del suo corpo e della sua volontà.
Ci parla la Carità.

Il Cardinale conosceva diverse lingue.
Ricordo lo stupore dei diplomatici stranieri che, nella "visita di calore", che si suol fare subito dopo la nomina a cardinale, si sforzavano di formulare in italiano una frase di complimento e si sentivano rispondere nella loro lingua.
L’ambasciatore tedesco s’informò in disparte come mai il Cardinale parlasse correntemente la sua lingua.
Le diverse lingue degli uomini da lui conosciute ora tacciono, parla solo la Carità.

Abbiamo approntato una sala per raccogliere le "Testimonianze" della fondazione della storia della Piccola Casa; al centro abbiamo collocato il busto in bronzo del Cardinale.
Esso funzionerà da modulatore elettrico.
Nel 1917, brevettò in Inghilterra, in Francia e in America il modulatore di corrente ad uso di microfono metallico.

La sua vita ricordata, meditata, imitata funzionerà da modulatore di corrente che, applicato alla Piccola Casa, farà giungere distinta e lontano la rivelazione giovannea: "Dio è amore".

Mon.Tommaso Rotunno

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