Le decisioni di investimento non sono fini a se stesse:
occorre tener conto delle motivazioni personali dell'investitore, delle
disponibilità finanziarie, dell'orizzonte temporale, degli obiettivi e
delle strategie. La globalizzazione dei mercati, poi, impone di avere
un'ottica sempre più internazionale nel momento di decidere gli
investimenti per non lasciarsi sfuggire le opportunità migliori. La
scelta di un investimento viene fatta in condizione di incertezza: ad
ogni strumento finanziario è associato un rendimento non certo, ma
atteso, e una variabilità. Le determinanti che guidano la scelta di un
investimento sono:
- le attese di rendimento;
- l'arco temporale di riferimento;
- il rischio finanziario.
La rapidità di consultazione degli archivi elettronici collegati ad
internet permettono all'investitore di acquisire informazioni sui legami
quotazioni-profitti dei titoli e di selezionare gli strumenti finanziari
sulla base di considerazioni di adeguatezza degli stessi rispetto al
livello di tolleranza al rischio e parallelamente alle opportunità di
rendimento, successivamente sull'analisi di convenienza relativa.
La scelta di un investimento risulta ottimale quando garantisce la
crescita del capitale nel tempo e una certa stabilità del suo potere di
acquisto. Comprendere, però, le dinamiche dei mercati, ossia
individuare le variabili che influenzano i tassi di interesse, le
quotazioni dei titoli e interpretare le correlazioni tra tali variabili,
per realizzare scelte che permettono di fronteggiare le conseguenze
della volatilità dei prezzi dovuta a movimenti imprevisti, è
un'operazione complessa che richiede specifici metodi di analisi e
strumenti operativi.
L'investitore può operare scelte ottimali integrando le due
metodiche relative alla valutazione degli investimenti quali l'analisi
fondamentale e l'analisi tecnica, e rispettando i seguenti
principi operativi:
- seguire la tendenza di mercato;
- conoscere le caratteristiche e le spese di gestione di ogni
strumento finanziario;
- effettuare un' oculata gestione del rischio diversificando gli
investimenti tra mercati non correlati (obbligazionario, azionario,
valute,ecc.) e nell'ambito azionario tra settori(tecnologico,
energia, finanza ecc.)
- individuare lo stop-loss
per ottimizzare il
rendimento del portafoglio. Il posizionamento dello stop-loss può essere
effettuato anche mediante i numeri Fibonacci
Nelle decisioni di investimento occorre tener presente, inoltre, che:
- non necessariamente il portafoglio avente il minor rischio è il
migliore o quello a cui è abbinato il maggior rendimento atteso è
da considerare il migliore;
- un portafoglio efficiente definisce la combinazione migliore
rischio-rendimento tra quelle realizzabili;
- un portafoglio ottimale è un portafoglio efficiente che soddisfa
l' avversione al rischio dell' investitore;
- il portafoglio ottimale è sempre efficiente ma non lo è il
viceversa.
Le scelte di investimento possono essere supportate da avanzati
strumenti per la simulazione di strategie di portafoglio e per il
monitoraggio del rischio o affidate a intermediari specializzati. La
scelta di un portafoglio ottimale dipende, inoltre, dall' entità di
avversione al rischio che caratterizza ogni investitore.
La predisposizione al rischio dell' investitore viene, pertanto,
sintetizzata da una funzione di utilità della ricchezza, che definisce
la convenienza per l' investitore dell' assunzione di un rischio
finanziario in funzione dei probabili guadagni o perdite. Se si
considerano N alternative rischiose, allora è possibile, definire nel
piano rischio/rendimento una regione ammissibile (opportunity set), in
base ai corrispondenti valori di rendimento e di rischio di portafogli
attesi.
Si definisce frontiera efficiente l' insieme di quei
portafogli, cosiddetti dominanti, che a parità di rendimento sono i
meno rischiosi oppure che a parità di rischio sono quelli più
redditizi. Tale insieme di portafogli coincide con l' estremo superiore
della regione ammissibile..
Tutti i portafogli costruiti sulla curva della frontiera efficiente
massimizzano il rapporto rendimento/rischio, differendo tra loro nei
valori della volatilità(rischio) e del rendimento atteso.Una misura congiunta del rendimento e del rischio del titolo e del
portafoglio è l'indice di Sharpe ,definito come il rapporto tra il
rendimento del titolo al netto del tasso sull'attività priva di rischio
e la deviazione standard del titolo.
In quest' ottica assume molta importanza il concetto di funzione di
preferenza che può essere rappresentata attraverso insiemi di
portafogli equivalenti, ossia quei portafogli per cui l' investitore
risulta indifferente alla scelta di una combinazione rispetto ad un'
altra.
Dal punto di vista matematico l' insieme dei portafogli equivalenti
è rappresentato da una curva denominata curva di indifferenza. Si
definisce portafoglio ottimale la curva di indifferenza tangente
alla frontiera efficiente.
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