‘O malato ‘mmaggenato
Libero adattamento in napoletano da
“Il Malato immaginario” di Moliere
di Bruno D’Angelo in 2 atti

Il malato immaginario è uno dei capolavori di Molière. Una commedia, l’ultima, scritta nel 1643,  dal grande uomo di teatro francese, che oggi rivela una straordinaria attualità: il conflitto fra l’uomo e se stesso, i tradimenti, gli inganni, gli imbrogli, le illusioni della medicina, il rapporto fra medico e paziente.

Ognuno di noi conosce tanti Argante, persone che hanno bisogno di esporre i propri mali fisici per nascondere i veri bisogni psicologici e vorrebbero curare tutto con una pillola magica e sono la voce dell’uomo di ogni tempo. Ma siamo sicuri che in ognuno di noi non ci sia un po’ di Argante?

Ognuno di noi conosce tante ‘Ndunetta, persone che hanno un ruolo apparentemente modesto nella società, ma si ribellano all’ipocrisia e sono la voce della giustizia. Ma riusciamo, qualche volta, ad essere un po’ ‘Ndunetta anche noi?

Ognuno di noi conosce tante Beralda, persone che ci fanno riflettere, ci fanno vedere la realtà con altri occhi e che noi reputiamo antipatiche e odiose, solo perché sono la voce della nostra coscienza. Ma, qualche volta, perché non l’ascoltiamo?

Ognuno di noi conosce tante Susina, persone che nella vita ci tradiscono. Avranno certamente tanti buoni motivi. Quale sia la loro voce? Le vorremmo senza voce.

Nel ‘O malato ‘mmaggenato mi è piaciuto trasportare la grande opera di Molière facendola vivere nella mia Napoli, giocando con il passato ed il presente. Spero che il buon Jean-Baptiste Poquelin mi perdoni e non mi maledica: nu sia maje.  - Bruno D’Angelo

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