PROGETTO:

SPERIMENTAZIONE   DIDATTICO-METODOLOGICA IN ALCUNE SCUOLE DELLA CITTA’ DI   AVELLINO E DELLA PROVINCIA DI    AVELLINO   E   FORMAZIONE DI EDUCATORI ED OPERATORI SOCIO-ASSISTENZIALI PER IL MIGLIOR UTILIZZO DELLE RISORSE E LA TUTELA DEI SOGGETTI AFFETTI DA DISTURBI GENERALIZZATI DELLO SVILUPPO : AUTISMO, SINDROME DI   RETT, DISTURBO GENERALIZZATO DELLO SVILUPPO NON ALTRIMENTI SPECIFICATO, AUTISMO ATIPICO.

 

ENTI COINVOLTI :

COMUNE DI AVELLINO, PROVINCIA DI AVELLINO, PROVVEDITORE AGLI STUDI, ASL 1 E 2, SCUOLE, ASSOCIAZIONE IRPINA PIANETA AUTISMO.

 

 

PREMESSA

L’autismo è uno degli handicap più diffusi e meno noti.

Le statistiche internazionali stimano disturbi dello spettro autistico in un caso ogni mille persone. In una provincia come la nostra, dove la popolazione con meno di sedici anni è di circa 70 mila unità, stimiamo che vi possano essere circa 70 soggetti autistici interessati al presente progetto solo all’interno delle scuole.

Alla nostra associazione, costituita da meno di un anno fanno capo i familiari di 25 soggetti autistici già diagnosticato.

Il Consiglio Regionale della Campania ha approvato, unanimemente, nel Luglio 2001 una proposta di istituzione di un Osservatorio Regionale sull’autismo per fare emergere il fenomeno ed orientare gli interventi ad ogni livello. Il provvedimento è stato adottato dalla Giunta Regionale il 14/09/01 insieme ad una direttiva regionale sull’autismo.

A tale direttiva si fa qui ampio riferimento in quanto le proposte avanzate risultano del tutto coerenti con i documenti approvati dal Consiglio Regionale e dalla Giunta Regionale Campani.

 

 

In particolare si riprendono dai documenti citati i seguenti punti qualificanti per il trattamento dei soggetti autistici:

 

Per quanto riguarda l’integrazione scolastica e’ noto che con l’avvento della Legge 517 del 1977 chiudevano in Italia le scuole speciali in cui erano trattati tutti i soggetti portatori di handicap per adempiere l’obbligo scolastico.

Questo avveniva sotto la forte spinta di istanze che potremmo definire di tipo sociale: la scuola speciale era vista come un ghetto segregante, come il luogo che, non ponendo in contatto le persone handicappate con i coetanei di sviluppo normale, di fatto alimentava la diversità rendendo difficoltoso l’inserimento di queste persone nel quotidiano.

Dunque l’applicazione della Legge 517 portava nella scuola di tutti questa popolazione, rispondendo in tal modo ad un bisogno che noi tutti riconosciamo di alto contenuto sociale ed anche etico.

Questo valore sociale non è da porre in discussione.

Tuttavia le vicende e le esperienze scolastiche dei nostri figli ci fanno dire che molto resta ancora da fare sulla strada dell’integrazione.

Tant’è che la piena applicazione ed attuazione della Legge 104 del 1992 che reinquadra in modo organico gli interventi nell’area dell’handicap e specialmente l’art. 12 della stessa che sancisce il diritto all’educazione ed all’istruzione, è, a tutt’oggi, per molti aspetti disattesa.

" Le preoccupazioni maggiori sono presenti nei confronti degli alunni con sindromi di carattere relazionale, cognitivo e psicologico. ………il carattere di forte diversità relazionale di molti alunni segnala i punti di maggiore crisi. Sembra questo preoccupare la scuola di più dei cosiddetti gravissimi, che spesso hanno supporti assistenziali che aiutano la scuola nell'accoglienza della persona. Spesso la disabilità psicologica è vicina al disagio sociale …( dal rapporto 2000 al Parlamento sull’attuazione dell’integrazione scolastica )

Occorre perciò una riflessione comune basata sulle principali esperienze nazionali e internazionali di lavoro per l’integrazione delle persone autistiche alfine di valorizzare al massimo le risorse umane e materiali della nostra Provincia.

Oggi sappiamo che l’inserimento del bambino con handicap mentale nell’ambiente scolastico porta, con l’utilizzo di una buona strumentazione metodologica e didattica , nella maggioranza dei casi, ad un incremento delle abilità sociali e dell’ autonomia.

Ciò è reso possibile dalla capacità di imitazione dei comportamenti normali ed dall’interesse sociale che sta alla base della motivazione all’apprendimento.

La diagnosi funzionale, il profilo dinamico funzionale, il programma educativo individualizzato sono i criteri organizzatori per una valutazione delle abilità presenti nel bambino e nel ragazzo, di ciò che potrà apprendere nel breve e medio termine, degli strumenti e degli stili dell’insegnamento e dell’apprendimento.

Ma oggi sappiamo che queste affermazioni non valgono e che questi strumenti non sono sufficienti per il bambino autistico.

Le caratteristiche dell’handicap sono tali da richiedere alla scuola arte e sapienza nel progettarsi come agente di educazione e a tutti gli operatori un ulteriore sforzo di conoscenza e di comprensione.

Infatti, la difficoltà del bambino autistico di comprendere significati socialmente condivisi, l’inabilità ad usare gli strumenti della comunicazione per esprimersi e per capire e la conseguente confusione di spazi, di tempi e di significati, pongono la scuola di fronte ad una sfida che nel passato ha avuto esiti a volte fallimentari ed anche estremamente costosi in termini di risorse economiche e di stress emotivi.

Le stesse difficoltà incontrerebbe chi, interagendo con un bambino o ragazzo artistico, in un qualsiasi ambiente, non conoscesse le peculiarità dell’handicap e le specificità di quel particolare soggetto autistico.

Quindi lo scopo del presente progetto è quello di promuovere all’interno della scuola e dei centri socio-assistenziali un pensiero ed una programmazione centrata sulle speciali necessità dei bambini colpiti da Disturbi Pervasivi dello Sviluppo e sulle sfide poste dal perseguimento dell’obiettivo di una possibile integrazione coi coetanei.

L’approccio psico-educativo, gli strumenti dell’educazione strutturata o semistrutturata, il Program TEACCH, i programmi basati sulla comunicazione spontanea, facilitata e aumentativa possono caratterizzare un nuovo lavoro di collaborazione con il mondo della scuola e con quanti si occupano di autismo che per noi genitori del tutto auspicabile.

 

 

PRINCIPI GUIDA

IL PRESENTE PROGETTO :

Ø È motivato dalla necessità di fornire servizi scolastici ed extrascolastici più adeguati alle specifiche esigenze di bambini e ragazzi con handicap grave ( disturbo generalizzato dello sviluppo come già specificato) e si inquadra, pertanto, nell’ambito degli interventi tesi a realizzare una più piena e significativa integrazione scolastica ed extrascolastica;

Ø Costituisce un primo momento di proposta al quale dovranno fare riferimento le scuole e i centri che aderiscono al progetto;

Ø Impegna gli Enti, le Scuole e le Associazioni coinvolte, ciascuno per le proprie competenze, per un periodo di tre anni, a supportare e a realizzare i programmi che verranno concordati e definiti.

In particolare:

Il Comune di Avellino e l’Amministrazione provinciale di Avellino assicureranno :

1. il finanziamento di corsi di aggiornamento sull’autismo (con eventuale concorso delle Scuole e del Provveditorato agli studi) per operatori scolastici, educatori, operatori socio-assistenziali e genitori;

2. I costi per la gestione di una équipe qualificata e specializzata sui problemi dell’autismo (neuropschiatra infantile , psicologo con provata esperienza sull’autismo, psico-pedagogo esperto, educatore specializzato sull’autismo) alla quale potranno fare riferimento le scuole e i centri che aderiranno alla sperimentazione ;

3. la fornitura dei sussidi didattici ed informatici specifici.

Le ASL garantiranno:

1. la diagnosi aggiornata degli alunni coinvolti e l’indicazione di un programma riabilitativo;

2. la consulenza ed il controllo sulle attività dei centri socio-riabilitativi presso i quali vengono svolte le terapie anche alfine di assicurare la massima collaborazione con le Scuole e le famiglie, nonché di sollecitare interventi specifici ed efficaci;

3. il Patrocinio dei corsi e percorsi di aggiornamento.

Il Provveditore agli studi (Ufficio scolastico provinciale) si impegnerà:

1. a sollecitare le scuole ove siamo presenti alunni con Disturbo generalizzato dello sviluppo ad aderire al progetto di sperimentazione;

2. a patrocinare tutte le iniziative tese all’aggiornamento del personale e a migliorare la qualità del servizio scolastico per gli alunni con disturbo dello spettro autistico.

Le scuole che aderiranno al progetto si impegneranno:

1. ad attuare i programmi che verranno concordati;

2. a partecipare alle iniziative di aggiornamento nei modi che verranno stabiliti;

3. ad incentivare, anche economicamente, gli insegnanti impegnati nel progetto di sperimentazione.

L’Associazione Irpina Pianeta Autismo, su base di assoluto volontariato, si impegna :

1. a collaborare costruttivamente in tutte le iniziative che verranno prese;

2. a favorire l’incontro di quanti operano o vorranno operare nel campo della ricerca, dello studio e della sperimentazione sui disturbi collegati all’autismo.

 

GESTIONE

La gestione tecnico-amministrativa del progetto è affidata al Comune di Avellino che potrà nominare anche un gruppo di verifica.

 

 

OBBIETTIVI principali:

1. Sostenere un progetto globale di educazione/riabilitazione tendente al conseguimento della massima autonomia dei soggetti autistici;

2. migliorare i servizi scolastici ed extrascolastici;

3. formare insegnanti ed operatori socio-assistenziali sull’autismo;

4. creare un archivio delle esperienze a cui si possa attingere anche in futuro.

 

 

 

AVVIO DEL PROGETTO

Si costituirà un gruppo di lavoro, coordinato dal Comune di Avellino, che verificherà la disponibilità degli Enti, delle Scuole e dei centri socio-riabilitativi e che definirà l’èquipe di riferimento a sostegno dell’iniziativa.

Tale équipe avrà un primo contatto attraverso appositi incontri in ognuna delle scuole e e dei centri e si renderà disponibile, per i genitori e gli operatori scolastici e non, almeno una volta al mese.

Intanto si procederà in linea di massima attraverso le seguenti fasi:

Fase 1

Revisione delle diagnosi degli alunni e soggetti coinvolti .

(Programma gestito dalla ASL 2)

Fase 2

Aggiornamento e formazione degli operatori ad ogni livello. (Con consulenze sia permanenti che temporanee di esperti : neuropschiatra, psicologo, psico-pedagogo).

Si segnala, in particolare, il corso superiore di formazione sulla sindrome artistica organizzato in Regione dall’IRFID, a cui potrebbero essere indirizzati alcuni operatori e che potrebbe, anche in altre forme, essere riproposto in provincia di Avellino.

Fase 3

Reperimento di eventuali spazi fisici e dei materiali all’interno delle scuole e dei centri socio-assistenziali.

Fase 4

Attuazione dei programmi definiti per ciascun soggetto (ciascuna scuola potrà definire i vari momenti della fase operativa)

Fase 5

Verifica annuale dei risultati.

COSTI COMPLESSIVI Previsti

3 corsi di aggiornamento di 40 ore ciascuno : 40 milioni

consulenze e convenzioni con esperti (3 anni) : 40 milioni

fornitura materiale e adeguamento strutture : 50 milioni

costi di gestione : 10 milioni