Video destinato agli studenti di
Lingue dell'Università Roma Tre
e
in particolare agli studenti del curriculum Operatori nella
Comunicazione Interculturale
Messo in rete il 2.3.08 da Patrick
Boylan
Giorgia racconta il suo lavoro nella cooperazione...
L'intervista che segue
è stata fatta a Giorgia, laureatasi dall'Università
Roma Tre (Lingue e Comunicazione Internazionale) nel giugno 2006 ed
ora attiva nella cooperazione allo sviluppo. E' passata nel mio
ufficio per salutarmi recentemente e, come faccio di solito in questi
casi, le ho chiesto come trovava il suo lavoro (e
come ha fatto per trovarlo!)
Dopo alcuni
minuti mi era chiaro che il suo racconto potesse aiutare gli attuali
studenti di Lingue a Roma Tre a capire meglio cosa vuol dire
concretamente lavorare per una ONG e, più in generale, come
prepararsi per entrare nel mondo del lavoro. Quindi ho
video-registrato il resto della nostra conversazione.
In
particolare Giorgia ha chiarito senza equivoci per
quale tipo di lavoro il nostro corso di laurea in lingue (e in
particolare il curriculum Operatori nella Comunicazione
Interculturale) le ha preparato
effettivamente.
Appare qui di seguito il sunto della parte della risposta che non è
stata registrata.
SUNTO:
“Per
quale tipo di lavoro il nostro corso di laurea in lingue (e in
particolare il curriculum Operatori nella Comunicazione
Interculturale) prepara effettivamente?”
Giorgia
trova imbarazzante rispondere a questa domanda. A Roma Tre il
curriculum “Operatori nella Comunicazione Interculturale”
non offre corsi di... comunicazione interculturale (tranne
le lezioni sulla comunicazione interculturale che io inserisco nei
miei corsi d'inglese).
Non offre nemmeno corsi sulle tecniche di comunicazione
asimmetrica (idem).
Non offre corsi sul diritto internazionale o sull'economia
globale, di cui Giorgia sottolinea l'importanza.
N.B.
Per quanto riguarda l'ultimo punto, un miglioramento ci sarà
con la Riforma dei corsi di laurea: l'anno prossimo determinati
studenti potranno (forse) seguire almeno 1 corso di diritto o di
economia.
In
pratica, l'attuale curriculum Operatori
nella Comunicazione Interculturale non
ti prepara per fare ciò
che il suo titolo dice, esattamente come l'attuale corso di laurea in
Lingue e Comunicazione
Internazionale non
ti prepara a comunicare
in lingua in contesti internazionali. In entrambi i casi
mancano gli insegnamenti disciplinari specifici.
“Come
hai fatto allora?” chiedo a Giorgia. “Come può uno
studente di lingue a Roma Tre pensare di realizzare i propri
sogni?”
“Ti devi saper inventare” risponde
lei (e ripete il concetto anche alla fine della nostra
conversazione).
Specificamente, con le normative attuali,
devi “darti da fare” (come lei) per:
(1.)
usare i tuoi crediti
liberi oculatamente. Se fai il curriculum Operatori nella
Comunicazione Interculturale, non spenderli per far diventare la tua
lingua europea una “prima lingua” (vedi perché
qui).
Usali per seguire lezioni sulla comunicazione presso gli altri corsi
di laurea della nostra facoltà, come Scienze della
Comunicazione o DAMS. (Nell'approvare il tuo piano di studio,
il tutore potrebbe cercare di dissuaderti da questa scelta o comunque
potrebbe incoraggiarti a fare i soli corsi offerti dal nostro corso
di laurea. Insisti! E' un tuo diritto.);
(2.)
seguire i corsi sulle
dinamiche interculturali o sulle relazioni internazionali offerti da
altre Facoltà come Scienze della Formazione o Scienze
Politiche, oppure altre Università (La Sapienza, Tor
Vergata). Di nuovo, potranno cercare di dissuaderti: insistere;
è un tuo diritto. Anzi, potrebbe essere una necessità
per te se, dopo la laurea, vuoi fare una certa specialistica che
richiede crediti in queste materie;
(3.)
fare un tirocinio in
funzione dei tuoi interessi culturali e/o professionali. Non ti
offrono tirocini interessanti? Invece di subire, reagire!
Proponi all'Associazione Studentesca, di cui si parlerà nel
punto (6.),
di capeggiare un piccolo gruppo di studenti che, d'intesa con il
Corso di Laurea, scovi nuovi enti e nuove aziende da proporre
all'amministrazione per gli accordi del caso;
(4.)
fare una tesi di laurea
sulla comunicazione interculturale in lingua. Se scegli un
argomento “di punta”, avrai dopo la laurea, secondo
l'esperienza di Giorgia, un ottimo biglietto da visita che ti piazza
subito davanti ai “laureati normali”. L'unico
problema è che, per farlo, a volte bisogna avere, diciamo,
“molta determinazione”.
N.B.
Ad esempio, Giorgia ha fatto con me una tesi in cui lei ha progettato
il tipo di formazione che Roma Tre potrebbe dare ai propri studenti
Erasmus (prima di mandari all'estero) per comunicare meglio e per
trarre il massimo vantaggio dal contatto con un'altra cultura.
Ebbene la sua tesi (che comunque dava particolare rilievo ai
soggiorni in Inghilterra e in Irlanda) è stata criticata.
Il motivo? “Lei si laurea in lingua inglese e la tesi non
è incentrata sulle caratteristiche specifiche di quella
lingua”. Giorgia se n'è infischiata; ha tenuto
duro; sapeva quale tipo di preparazione linguistico-culturale le
serviva e i fatti le hanno dato ragione. Anzitutto ha avuto un
punteggio pur sempre eccellente per la sua laurea; e oggi –
mentre sono ancora disoccupate le sue amiche con i loro tanto
agognati 110 e lode ricevuti per tesi “normali” –
Giorgia sta approntando un progetto per la sua ONG, appunto, di
formazione linguistico-culturale destinata a chi deve andare
all'estero per la cooperazione.
(5.)
seguire le conferenze che
vengono organizzate a Roma Tre su argomenti pertinenti, ad esempio
quelle organizzate dai vari Master. Non puoi partecipare alle
lezioni (sono a pagamento) ma le conferenze sono aperte a tutti e ti
faranno entrare nelle tematiche di: Educazione interculturale
(ragguagli qui);
Scienze della cultura e delle religioni (ragguagli qui);
Cooperazione Internazionale, Diritti Umani e Politiche dell'U.E.
(ragguagli qui);
Politiche dell'incontro e mediazione culturale (ragguagli qui);
Global management, società, diritto e istituzioni della Cina
contemporanea (ragguagli qui);
Linguaggi del turismo e comunicazione interculturale (ragguagli qui),
etc.
N.B.
Certo, fa rabbia che non ci siano corsi propedeutici su questi
argomenti anche per la laurea triennale! Infatti, se ci sono
tanti master su temi concreti che riguardano la comunicazione
interculturale, vuol dire che Roma Tre sa benissimo che queste
materie interessano gli studenti.
(6.)
assecondare gli studenti
che lottano per creare una laurea in lingue e comunicazione
internazionale che dia, appunto, più spazio alle lingue, alla
comunicazione, alle tematiche internazionali. Hanno creato
un'associazione (trovi il sito qui)
dove puoi esprimere il tuo interesse.
N.B.
Certo, si tratta di lottare per migliorare il corso di laurea per gli
studenti che verranno, quindi di impegnarsi senza ricevere
necessariamente un tornaconto, o solo in parte. Ma non si
tratta altruismo. E' solo un modo per ripagare quegli studenti
che hanno lavorato in
passato perché
tu
abbia oggi
condizioni di studio
migliori (se tu hai lettori stabili, è anche grazie alle lotte
degli studenti negli anni '70; se avrai una laurea specialistica in
lingue e comunicazione internazionale, sarà in buona parte
grazie alla lotta degli studenti dell'anno scorso e di quest'anno,
ecc.). Insomma, è un modo per non rompere la catena.
Inoltre, partecipare a vagliare le decisioni che vengono prese
all'università (invece di subirle e basta) ti forma come
persona: diventi più forte nella vita e più capace di
affrontare le mille vertenze che avrai.
Ecco
dunque sei ricette per “inventarti” culturalmente, cioè
per uscire dal tracciato “normale” degli “studi
prescritti”, il quale ti mette sul mercato uguale a migliaia di
altri laureati in lingue... e, ahimé, con le stesse carenze di
formazione.
“Ma – potresti obiettare –
perché dobbiamo
sforzarci noi per inventare rimedi alle insufficienze del corso di
laurea? Perché l'Università non fa lo
sforzo necessario per offrirci un curriculum completo, che ci dia
cultura e anche un futuro?” La risposta è
semplice: non lo fa perché la maggior parte degli studenti,
pur brontolando, lascia fare.
In fondo, perché i
professori doverebbero sacrificare i propri interessi (almeno in
parte) per venir incontro ai tuoi bisogni formativi, se oggi come
oggi ognuno – compreso/a te stesso/a – tende a pensare ai
fatti propri e a lasciar correre le cose come stanno?
Ma
puoi iniziare a fermare questo gioco al massacro, in cui (essendo la
parte più debole) perdi di più necessariamente tu.
Come? Rileggi a partire da (6.)
qui sopra.
Ora ascolta Giorgia che racconta la sua esperienza in una ONG*
*ONG = organizzazione non governativa, ossia cooperativa che gestisce appalti o donazioni a beneficio di paesi generalmente del terzo mondo (ragguagli qui).
Registrazione
fatta casualmente il 29-2-2008 nel mio ufficio. Giorgia è
passata per salutarmi e, dopo i commenti di cui
sopra, ha cominciato a raccontare tutto quello che ha fatto dalla
laurea (giugno 2006), prima come assistente alla redazione di una
rivista sulle culture mediterranee e poi, quando il giornale ha
cessato di apparire (e dopo un intervallo di un mese come
baby-sitter), in una ONG. A quel punto ho tirato
fuori il mio cellulare per registrarla. |
PARTE
A.
PARTE
B.
(Dal sito www.boylan.it; cliccare su “DIDATTICA” poi su NOTIZIE poi su “Dopo la laurea c'è vita?”)