Portiere audace e temerario (per
le sue uscite sui piedi degli avversari
si guadagna il soprannome di
"kamikaze"), Ghezzi è certamente, insieme a
Buffon, il numero uno degli anni
Cinquanta. Dotato di un
eccezionale colpo d'occhio e di
riflessi felini, appartiene a
quella categoria di portieri che
sanno anche appagare la platea.
I suoi plastici voli da un palo
all'altro e le sue spettacolari
quanto spericolate uscite, ne
fanno subito un beniamino della
tifoseria nerazzurra. Il suo
apporto risulta determinante
nella conquista degli scudetti
1952/53 e 1953/54, tanto da far
credere ai malpensanti che i
suoi temporanei accantonamenti
decisi dall'allenatore Aldo
Olivieri (portiere dell'Italia
campione del Mondo 1938 e
predecessore di Alfredo Foni
sulla panchina dell' Inter),
siano da addebitare al rischio
che Ghezzi, con le sue qualità,
poteva offuscare la leggenda del
suo allenatore. Nel 1958 viene
ceduto al Genoa (più per motivi
sindacali che tecnici) e
successivamente al Milan con cui
Ghezzi si prende una bella
rivincita sui "cugini" nerazzurri
vincendo uno scudetto (1961/62) e una
Coppa dei campioni (1962/63).
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