Musica e possessione
Le relazioni tra musica e trance si stabiliscono assai diversamente secondo che la musica sia eseguita dalla o per la persona in trance.

Musica e possessione: “La forza della musica”

La musica di possessione è insieme vocale e strumentale e l’importanza relativa della voce e degli strumenti varia secondo i culti e, in un dato culto, in funzione dello svolgimento del rituale e della trance (eccezioni – possessione accompagnata da solo canto).

Difficile trovare dei rituali in cui la musica sia sempre e solo strumentale. Nella maggior parte dei casi, quindi, ci troviamo di fronte a musica che coinvolge sia il canto sia gli strumenti secondo combinazioni variabili in base ai vari culti.

Per quanto riguarda gli strumenti possiamo definirli in base a due categorie secondo la funzione melodica o ritmica che ricoprono gli stessi; quelli della seconda categoria si utilizzano il più delle volte per accompagnare i primi o la voce.

Un discorso a parte riveste il tamburo che può avere ambedue le funzioni in base all’uso che se ne fa fino ad arrivare a sostituirsi al canto.

E’ proprio per questa duplice capacità (sia ritmica che melodica) che il tamburo appare come lo strumento maggiormente utilizzato nelle musiche di possessione. D’altra parte non sembra esista uno strumento melodico che prevalga sugli altri.

Tarantata

Eccezione: il flauto ha una parte essenziale nell’orchestra che fa danzare i dervisci Mevlevi e che ne accompagna la trance, ma in questo caso siamo di fronte ad una trance di comunione non di possessione.
Inoltre non esiste uno strumento musicale tipico della possessione e qualsiasi strumento può essere adatto in quanto i fatti dimostrano che tutte le famiglie di strumenti sono rappresentate.

Passiamo ora ad indagare la “forma” di questo tipo di musica, riferendoci specificatamente al ritmo.

Bisogna osservare che l’aspetto ritmico offre in sé due importanti caratteristiche: le frequenti rotture di ritmo, e l’accelerazione del tempo al quale spesso si accompagna un intensificarsi del suono e della dinamica.

Se cercassimo di mettere in relazione questi due fenomeni, l’accelerando e il crescendo, con lo scatenamento della trance scopriremmo che pur ricoprendo un ruolo importantissimo nei riti di possessione persino nei culti dove vi ricorrono sistematicamente, la trance può manifestarsi in assenza di questi due elementi.

Verosimilmente come lo stordimento causato dal parossismo della musica, anche la danza pur nella sua possibile frenesia, non giustifica da sola l’entrata in trance.

Ciò ci porta alla stessa conclusione: nessun sistema ritmico è specifico della trance. Non esisterebbero ritmi che abbiano la peculiarità di provocare la trance perché l’azione del ritmo e conseguentemente della musica sullo scatenamento della trance sarebbe di natura fisiologica. Mentre, al contrario, i collegamenti tra ritmo e trance sono da ricollegarsi a un discorso di ordine culturale e non di ordine naturale.

Stampa antica con tarantole e musica

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