Nino Schilirò:
ARMONIA |
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Nino Schilirò: ARMONIA
Definizione
Armonia [Harmonielehre/Teoria dellarmonia] indica la teoria del collegamento degli accordi fra di loro, una definizione già corrente nel XVIII secolo: 1. La prima teorizzazione dellarmonia. La prima teorizzazione dellarmonia si riferisce al cosiddetto basso numerato [Die Lehre vom bezifferten Baß], dove il punto di riferimento è la nota più grave al basso e la numerazione serve a identificare gli intervalli che, sovrapponendosi alla nota del basso, vengono a formare laccordo. Tale teoria indica solo sotto laspetto quantitativo, la struttura intervallare dellaccordo in rapporto al suono del basso. Essa non spiega il significato che ha ogni singolo suono allinterno di un accordo e non ci dice nulla sul significato dellaccordo in quanto tale. E un sistema che nasce dalle prassi esecutiva del basso continuo, e viene insegnata per la prassi medesima, per indicare al cembalista o allorganista quali note suonare sulla linea del basso. In senso stretto non è nemmeno una teoria dellarmonia in quanto non considera la successione [Fortschreitung] e il collegamento [Verbindung] degli accordi tra di loro. 2. La rivoluzione La rivoluzione avviene con lintroduzione da parte di Rameau [Démonstration du principe de lharmonie servant de base à tout lart musicale théorique et pratique, Parigi, 1750] del concetto di Basse fondamentale e quindi della conseguente distinzione tra nota del basso e nota fondamentale [in ted. Baßton e Grundton], e insieme il riconoscimento dellaccordo, unità primaria e indivisibile, nella sua struttura fondamentale come sovrapposizione di terze. Secondo Rameau, la successione e il collegamento tra gli accordi avviene tra le loro fondamentali e tale tipo di collegamento costituisce il principio di coesione della progressione armonica. Gli accordi costruiti sulla Tonica (I), la Dominante (V) e la Sottodominante (IV) caratterizzano quello che Rameau chiama ancora mode, ma che è a tutti gli effetti la moderna tonalité.
Rameau collocando laccordo e la loro successione come fondamento della teoria dellarmonia, pone le basi per la teoria funzionale che verrà sviluppata un secolo dopo da Riemann. 3. La teoria dei gradi. E stato il tedesco G. Weber per primo [Versuch einer geordneten Theorie der Tonsetzkunst, Lipsia, 1817] a collegare la Gruntonidee (ovv. Basse fondamentale) e la sovrapposizione di terze delle triadi e delle quadriadi ad ogni grado delle scali maggiori e minori, indicando ognuno di questi gradi con i numeri romani, in maiuscolo, per le triadi maggiori, e in minuscolo per quelli minori e con un segno particolare per la triade diminuita.
Esempio:
La distinzione tra maiuscole e minuscole, introdotta da Weber, fu successivamente abbandonata a favore di unindicazione con tutte maiuscole.
Vi sono però anche dei punti deboli, in particolare il caso dei diversi accordi (maggiori, minori, ma anche diminuiti ed eccedenti) che si formano su alcuni gradi delle diverse scali minori (naturale, melodica, armonica) che non vengono presi in considerazione. Così ad esempio la triade sul terzo grado della scala minore è una triade maggiore nel caso della scala naturale e una triade eccedente nel caso della scala armonica. Sempre nella scala minore, la triade sul settimo grado è maggiore nella scala naturale e diminuita nella scala armonica. Bisognerà attendere linizio del XIX secolo prima che questo problema venga discusso sul piano teorico [R. Louis e L. Thuille Harmonielehre, Stuttgart, 1907 e 1927], quando si affermerà il principio che solo le triadi con la quinta giusta hanno proprietà funzionale [funktionstragende Fähigkeit], mentre le triadi diminuite o eccedenti sarebbero derivate da unarmonia principale. Così ad esempio la triade diminuita sul VII grado della scala minore armonica è quindi da interpretare come un accordo sul V grado con la fondamentale sottintesa. La semplice indicazione dei gradi della scala non indica però la struttura intervallare dellaccordo. E stata un idea del Thomaskantor E. F. Richter [Lehrbuch der Harmonie, Lipsia, 1853] di combinare la numerazione romana dei gradi con i numeri arabi del basso continuo. Il motivo di questa scelta, secondo Rummenhöller, dipenderebbe dal fatto che la teoria funzionale centralizza fortemente le possibilità del sistema maggiore-minore (sul I, IV e V grado), mentre la teoria dei gradi [in ted. Stufentheorie] dispone di almeno sette diverse armonie e dei relativi rivolti. 4. La teoria funzionale. In contrasto con la Teoria dei gradi [Stufentheorie], la teoria funzionale dellarmonia [Funktionstheorie], codificata da Riemann, parte dal movimento cadenzale sulla tonica [T-S-D-T] per definire la tonalità, e dai tre accordi principali che formano tale cadenza deduce la scala Gli accordi e le loro relazioni sono assunti come dati; le scale risultano da essi. Inoltre, in quanto fenomeno derivato, prodotto secondario, la scala è suscettibile di alterazioni virtualmente illimitate senza che questo renda irriconoscibile la tonalità, per mezzo di interpolazioni e inflessioni cromatiche negli accordi, la cui conseguenza è unestensione della scala, mentre il movimento cadenzale non subirebbe restrizioni nelle sue funzioni di definire la tonalità [H. Riemann: Vereinfachte Harmonielehre oder die Lehre von den tonalen Funktionen der Akkorde, London/New York 1893. In questo scritto compare per la prima volta il termine funzione per descrivere la relazione delle armonie di Dominante e Sottodominante e la relativa Tonica). Una teoria siffatta ha come prospettiva centrale la cadenza e quindi la si può definire anche una kadenzbezogene Harmonielehre. Già Rameau aveva indicato con Centre tonique il punto centrale della cadenza tonale e gli altri accordi principali Dominante e Sousdominante 5. Il termine Tonalità La teoria dellarmonia, enunciata negli scritti di Rameau, è legata allaffermarsi della monodia accompagnata e del sistema tonale basato sui modi maggiore e minore. Il termine Tonalità compare molto più tardi. Egli differenzia lorganizzazione armonica della musica moderna (tonalité moderne), che comprende due modi (maggiore e minore), da quella della musica più antica (tonalité antique) dei Greci e del canto gregoriano. Caratteristica della tonalité moderne è luso della settima di dominante che contraddistingue lharmonie tonale. Il nuovo termine viene ripreso e codificato in diversi trattati da Fétis che lo definisce [Traité complet de la théorie et de la pratique de lharmonie, Paris, 1844] come la collection des rapports nécessaires, successifs ou simultanés, de sons de la gamme. Fétis riprende da Choron il concetto che laccord dissonant naturel de septième de la dominante et ses dérivés donnent naissance à la tonalité moderne et à ses attractions e individua nel madrigale di Monteverdi Cruda Amarilli (Libro V), il primo impiego di questo accordo. Più precisamente all m. 13 troviamo una settima di Dominante non preparata su Sol che cadenza sulla triade di Do sul battere della m. 14. Una definizione più articolata e più approfondita del termine tonalité la troviamo nel Dizionario di musica di Ortigue (Parigi 1853), che distingue un uso in senso stretto ( la prevalenza di un determinato accordo o di un suono) e uno in senso lato ( il modo di una composizione): Donc, entendu dans son sens le plus restreint, le mot tonalité exprime la prépondérance de tel accord ou de tel ton qui détermine telle modulation, telle résolution dans laccord suivant...Pris dans un sens plus étendu, le mot tonalité sapplique à la prédominance dun ton pendent la durée dun morceau de musique.... Il concetto di una gerarchia dei suoni della scala rispetto a un suono principale che è la tonique era già stato evidenziato da Momigny (Art. Musique in Enciclopédie methodique, II, Parigi 1818). In un altro passo dello stesso scritto ricollegandosi a Fétis scrive: Wir können die Herrschaft der Tonika als des bindenden Mittelgliedes für das sämtliche Töne des Satzes mit Fétis als Prinzip der Tonalität bezeichnen. (Noi possiamo definire con Fétis il predominio della tonica, quale membro centrale necessario per il sistema sonoro complessivo del brano, come il principio della tonalità). Una svolta nel concetto di Tonalità si ha con gli scritti teorici di H. Riemann a partire dagli anni intorno al 1870. Rispetto ai suoi predecessori e in particolare a Fétis le differenze principali sono le seguenti:
Le definizioni di tonalità che si sono succedute si riallacciano in varia misura allimpostazione riemanniana: Le scale maggiori e minori sono condizione necessaria ma non sufficiente per definire la tonalità e quindi larmonia tonale. Il modo ionico a partire da DO e quello eolico da LA - aggiunti da Glareano nel 1547 al sistema modale medievale - furono intesi interamente come modi nel corso del XVI secolo. 6. La terminologia nella tarda tonalità. Sia la teoria dei gradi che la teoria funzionale dellarmonia si trovano in difficoltà con levolversi del linguaggio musicale della seconda metà del XIX, con il crescere delle implicazioni cromatiche e con lindebolirsi progressivo del senso tonale.
7. Larmonia fino alla fine del barocco Per essere compreso sotto laspetto storico larmonia tonale devessere considerata nel contesto delle tecnica compositiva del XV e XVI secolo, una tecnica fondata innanzi tutto sullopposizione tra consonanze imperfette e consonanze perfette, in secondo luogo sul principio del semitono come mezzo per collegare una consonanza con una consonanza [la nota sensibile] e in terzo luogo sul trattamento delle dissonanze come relazioni fra le voci. La composizione tonale che impiega gli accordi, come evolve gradualmente nel corso del XVII e XVIII secolo, si può distinguere dalla composizione modale che si fonda sulluso degli intervalli:
Il mutamento qualitativo tra il penultimo e lultimo accordo dovuto alla nuova percezione tonale non consiste nellantitesi tra consonanze imperfette e consonanze perfette, ma nel contrasto tra laccordo di Settima e la Triade, dove la seconda non è una semplice giustapposizione, ma la conseguenza logica, il fine a cui tende il primo. Il processo che porta dalla modalità alla tonalità attraversa tutto il Seicento, con la riduzione nella prassi musicali dagli otto modi nella musica del Cinquecento ai due modi (cantus duris e cantus mollis ) nella musica del Seicento; tale processo si può considerare compiuto - almeno sul piano teorico - quando Mattheson in Das neu-eröffnete Orchester (1713) elenca le liste dei modi maggiore (dur) e minore (moll) per tutti i dodici semitoni della scala cromatica. La pratica del basso continuo, con lindicazione del basso numerato, da un lato incoraggiava la concezione dellaccordo come unità primaria, indicando le strutture verticali, dallaltro lenfasi sul basso continuo come vero e proprio basso oscurava la coscienza della linea immaginaria sottintesa del basso fondamentale che è basilare per comprendere la logica armonica. La maggior parte della trattatistica sullarmonia del XVIII secolo - con leccezione proprio di Rameau - mirava allo scopo pratico di addestrare lesecutore del basso continuo nella realizzazione da improvvisare del basso continuo stesso. Esempi illustri in questo senso sono il trattato di Heinichen Der Generalbaß in der Composition, Dresda, 1728 o quello di Marpurg Handbuch bey dem Generalbasse und der Composition..., Berlin 1755.
8. Letà classica Tra le caratteristiche più salienti che contraddistinguono larmonia dopo ca. il 1730 da quella delletà barocca vi sono il rallentamento del ritmo armonico - associato allideale stilistico della noble semplicité contrapposta alla magniloquenza barocca -, il cambiamento nella funzione del basso e la presenza di una tecnica armonica con delle implicazioni formali che si basano su principio di corrispondenza.
E soltanto nelletà pre-classica e classica che larmonia si è plasmata nel sistema descritto da Riemann. Il basso quindi assunse la foggia di un segnale percepibile delle sottese funzioni tonali e non come di una parte dalle cui singole successioni dipende la progressione armonica.
Larmonia dei compositori della Scuola Viennese deve essere analizzata in relazione al metro, alla sintassi (cioè alle leggi in base alle quali le frasi si combinano in unità più ampie), e alla forma. La relazione metrica tra levare e battere, tempo debole e tempo forte o la relazione sintattica tra antecedente e conseguente, sono tutte relazioni dellarmonia tonale. La sintassi è fondata o è in parte determinata dallarmonia e viceversa larmonia deriva il suo significato dalle funzioni sintattiche che adempie. Le funzioni tonali non esistono di per sé. Esse sono il risultato di accordi di diversa forza. E tale forza dipende - per esempio nel caso di un accordo di Dominante - dalla posizione metrica e sintattica dellaccordo stesso. Sono questi fattori che ci permettono di determinare se si tratta di un accordo di passaggio o di una cadenza sospesa [half-close] che contrassegna la fine di una frase [per es. lantecedente di un periodo]. Alcuni aspetti della prassi armonica del periodo classico furono teorizzati solo allinizio del XX secolo. Schönberg ad esempio definì il concetto di monotonalità, secondo il quale allinterno di un brano ogni allontanamento dalla tonica viene sempre considerato nellambito della tonalità base. In altre parole in un pezzo di musica esiste solo una tonalità, e ogni sua parte che un tempo veniva considerata come tonalità diversa è soltanto una regione, un contrasto armonico nellambito della stessa tonalità.
9. Letà romantica e il declino dellarmonia tonale
E possibile descrivere la storia dellarmonia nel XIX secolo come uno sviluppo totalmente interdipendente, spinto dalla convinzione che ogni dissonanza anche la più forte, e ogni sfumatura cromatica inusuale, fosse un altro passo verso il progresso musicale, verso la libertà, purché la scoperta potesse essere integrata con successo in una struttura musicale. La molteplicità di accordi sui differenti gradi della scala che Schönberg lodava in Brahms era inteso come un consolidamento e non un dissolvimento dellarticolazione tonale. In base a tale concezione più accordi ruotano intorno a una tonalità, con più enfasi si avverte la gravitazione intorno a un centro tonale. Così per Wagner - secondo Dahlhaus - il cromatismo non è soltanto un mezzo per ottenere degli effetti momentanei di colorito armonico, ma anche un modo per collegare più strettamente gli accordi fra di loro. Tali collegamenti (in Wagner come in Liszt) però spesso non hanno un nesso funzionale, ma sono il risultato di movimenti lineari o di scivolamenti semitonali multipli che si legano per vicinanza sonoriale e non sono riconducibili a una progressione di fondamentali, mettendo quindi in crisi i fondamenti stessi dellarmonia funzionale.
10. Il primo Novecento e la scuola di Vienna
Gli aspetti più significativi dellarmonia del XX secolo includono: Lemancipazione della dissonanza la troviamo realizzata nelle composizioni di Schönberg degli anni 1906-1907 [v. Kammersymphonie n. 1 op. 9] non con spirito iconoclasta ma con un senso di intima inevitabilità. Schönberg considera le dissonanze nientaltro che consonanze più lontane nella serie degli armonici e osserva che se laffinità degli armonici più lontani dal suono fondamentale diminuisce gradualmente, la comprensibilità di questi suoni è identica alla comprensibilità delle consonanze: di conseguenza lorecchio oggi [!!!] non avverte più la sensazione di uninterruzione del discorso musicale, e la loro emancipazione è altrettanto giustificata quanto lemancipazione della terza minore in tempi lontani. Schönberg tuttavia avvertiva la dissonanza autosufficiente come una carenza [deficiency]. Per contrastare questo isolamento della dissonanza adottò in particolare due procedimenti: larmonia complementare e laccordo come motivo. Larmonia dodecafonica tende a due estremi: da un lato il principio combinatorio (v. Babbitt), ovvero il mettere insieme frammenti da diverse forme di una serie che costituiscono il materiale di un sistema dodecafonico, in modo che è evitata qualsiasi predominanza di singole note (che potrebbe suggerire relazioni tonali); dallaltro si trovano associazioni latenti o scoperte con strutture e successioni accordali tonali, come nel Concerto per violino di Berg o nel Terzo Quartetto per archi di Schönberg. Lidea poi di disporre tutte o parte delle note di una serie verticalmente presenta alcuni problemi: nella presentazione simultanea le note di una serie sono intercambiabili, poiché lordine verticale di una serie (ascendente o discendente) ha da seguire non solo la successione delle classi daltezze (che è fissata) ma anche il registro dottava che non lo è. Larmonia tonale, che va in crisi intorno al 1910, ha dominato la scena musicale per tre secoli. E stato un sistema di riferimento universale, che ha marcato i confini entro cui una composizione doveva muoversi per corrispondere al concetto di musica della civiltà europea. J. Rufer, allievo di Schönberg, tratta dellarmonia nella musica seriale nel suo fondamentale lavoro teoretico sulla seconda scuola di Vienna Die Komposition mit zwölf TönenDie Komposition mit zwölf Tönen (Berlin, 1952), ma segna in certo modo la fine dallHarmonielehre quando scrive (p.117): ..Si possono trovare tutti gli accordi dalla triade allinsieme simultaneo di dodici suoni, in tutte le combinazioni rese possibili dal nostro sistema temperato basato su dodici semitoni...Ma queste, come tutte le formazioni accordali nella musica dodecafonica, hanno un significato puramente locale, e non creano alcuna successione o progressione armonica, come è invece avviene nella musica tonale. Infatti non vi è alcuna relazione a un suono fondamentale. Questa è la decisiva e fondamentale differenza con i procedimenti armonici della musica tonale.
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