ROSARIO PINTO
Prospettive artistiche della creatività di Giuseppe Di Franco
Laccostamento al mondo dellarte è il prodotto di una
scelta personale che Giuseppe Di Franco compie in età molto giovane, continuando, via-via
nel tempo, a nutrire il proprio processo di formazione ed acquisendo più profonde
esperienze specifiche.
A dar conferma a tutto ciò, basterà osservare la datazione delle prime opere ad
olio del 1955, la frequenza del Corso di Nudo allAccademia di Belle Arti di Napoli
negli anni Settanta, la pratica dellArteterapia che conduce, nella qualità di
medico-artista, presso il presidio scolastico-ospedaliero dellOspedale Cardarelli di
Napoli.
La lunga serie di mostre personali, meglio dettagliata inappendice,
giunge a fornire la testimonianza, infine, duna continuità di impegno cui, tra
laltro, la critica non ha mancato di prestare la sua attenzione. Detto questo,
però, rimane ancora da interrogarsi sul senso e sulle ragioni del suo intervento,
scandagliandone i nessi logici ed i rapporti esemplaristici nel contesto della produzione
artistica del secondo dopoguerra, per cogliere i motivi di continuità o di frattura con
alcune linee di ricerca che sembrerebbero formare lalveo normativo, in punto di
discrimine stilistico, cui può essere ragionevole ricondurre, per gli aspetti formali,
lorientamento del Nostro.
Cè chi, in sede di disamina critica, come Pasquale Mancini, ha messo in
evidenza una sensibilità surreale in Di Franco, valorizzando linteresse umanistico
del pittore come "ricapitolazione e specchio delluniverso" che si offre ad
una creazione "ricca di pulsioni che vanno oltre il rappresentato".
Il giudizio di Mancini è su unopera particolare di Di
Franco, che mostra un interno di metrò, ma può essere allargato allintera opera
dellartista avvertendo, però, che quellesigenza proiettiva di andare
"oltre il rappresentato" non si limita ad una manifestazione duna mera
disposizione individuale onirica, ma si concentra anche in una apparente contraddittoria
selezione espressionistica che va ad analizzare con capacità di sintesi abbruciata non
solo ciò che va "oltre" il rappresentato, ma, forse soprattutto, ciò che,
attraverso il dato estetico della sua rappresentazione, intende fornire una lettura senza
compromessi delloggetto storico.
E di questo, per esigenza di profonda moralità creativa,
evidentemente, Di Franco non può esimersi di rappresentare il dato stridente,
contraddittorio, lacerante, secondo una cadenza metastoricamente espressionistica. Ecco
perché, curiosamente, questo artista si presenta apparentemente difficile da ripiegare
ordinatamente nel contesto duna formula: poiché questa convergenza di modi surreali
ed espressionistici rimanderebbe più ad una contraddizione in termini che ad una
possibilità di sintesi.
La sintesi, in realtà, tuttavia, si manifesta ed è espressa, nellopera di
Di Franco, sostanzialmente da unesigenza etica, che è quella che sostiene il
profilo culturale del Nostro e lo nutre attraverso la progressiva maturazione di
importanti esperienze sapienziali che lo accostano alla meditazione trascendentale ed alle
dottrine orientali soteriologiche e della conoscenza.
Nellopera di Di Franco, insomma, è articolata e complessa la
lettura del profilo figurativo di cui rimane pendolante lassetto tra dinamiche
simboliche ed approfondimenti segnici.
Sulla scorta di tali convincimenti, ladesione di Giuseppe Di Franco al
movimento dell "Esasperatismo", promosso da Adolfo Giuliani, si motiva non
solo nelle ragioni logiche ed etiche che lo presiedono, ma anche nelle sensibilità
estetiche che trovano nella simbologia del "bidone" emblema ed icona del
tema concettuale dellesasperazione della vita sociale e delle tensioni intellettuali
che si scatenano nel contesto post-industriale la metafora delle contraddizioni
della contemporaneità.
Non si può negare che questo difficile connubio, questa storia impossibile
segnico/simbolica rappresentino una avventura artistica intrigante, ove il punto di
equilibrio è delicatissimo e la materia sembra sempre a rischio di sfaldarsi o di
sfarinarsi in un racconto di cronaca quotidiana.
Ma proprio tale avvertita coscienza di rischio è ciò che affascina lartista
e lo costringe a cercare percorsi sempre più periclitanti ed impervi, e Di Franco non ha
mancato, nei tempi più recenti, di dare corpo e sostanza alla sua personale lettura del
mondo.
In proposito, ad esempio, potrà essere utile soffermarsi sulle prove pregnanti e
convincenti fornite nel contesto della sua mostra "Umanesimo e Tecnologia"
tenuta nel maggio del 2002 presso la galleria "Immagine NEA" a cura di Angelo
Calabrese, sottolineando, in particolare, la coniugazione operata dallartista,
"sulla scorta di un robusto patrimonio culturale, esoterico, alchemico e scientifico
[e di] ragioni estetiche, filosofiche e tecnologiche".
Giova, inoltre, considerare che nella affermazione di un suo
profilo unitario, in cui si coagulino le componenti pluriformi dun sentire
articolato e complesso, il Nostro guadagna altri punti mettendo a fuoco una particolare
sensibilità nella direzione dellindagine materica, andando a staccarsi con più
avvertita coscienza dalle declinazioni fantastico-surreali ed acquisendo una più marcata
prossimità alla cultura informale, che prende qua e là ad occhieggiare come
ulteriore e più avanzata frontiera da esplorare. Né manca, in un contesto di più acuta
e vigile attenzione alloggetto, alla sua datità cosale, un uso diverso, più maturo
e convincente, del prelievo di manufatti dalla realtà ambientale che Di Franco suggerisce
nelloccasione di impegno dellesposizione "Esasperatismo in sagome".
Su alcune opere, in particolare, vorremmo soffermarci in chiusura: Esasperatismo,
che trasduce ogni ansito simbolico, infine, in traccia materica e Carlo
Giuliani-ragazzo, ove i toni duna apparente esemplarismo rauschenberghiano (il
cappello a visiera lunga, la camicia-jeans, la cornice, le scritte) non devono trarre in
inganno rispetto a ciò che ci piace immaginare come una sorta di svolta che il Nostro
prende ad intavolare, e non certamente verso i territori del "pop" (sia pure in
chiave rauschenberghiana e non warholiana), ma verso gli orizzonti dellanalisi
timbrico-segnico-materica. |
Le
opere in esposizione:
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