Le
trasposizioni esasperatiste di Michele Marciello
Michele
Marciello appartiene a quella ristretta schiera di artisti che possono definirsi
esasperatisti ante litteram, perché nelle loro opere hanno trattato le
tematiche che oggi identificano il Movimento, primancora che le stesse fossero
codificate, nel maggio del 2000, nei punti indicati dal Manifesto di Adolfo Giuliani.
La produzione pittorica di Michele Marciello, sin dai suoi esordi nel mondo
dellarte, si caratterizza per alcune precise peculiarità: sul piano iconografico le
sue opere riproducono un universo surreale, popolato di figure caricaturali, che
lautore realizza attraverso un tratto mutuato direttamente dalla fumettistica, e
limpiego di colori intensi, tendenzialmente innaturali nelle loro gradazioni e
combinazioni; sul piano dei contenuti i suoi dipinti si contraddistinguono per una vena
dironia che si spinge fino al punto di diventare sarcasmo, quando Marciello affronta
tematiche come lumana stoltezza soprattutto nel rapporto delluomo col suo
ambiente e con il proprio simile.
Con ladesione di Michele Marciello al Movimento dellEsasperatismo nelle sue
opere comincia ad evidenziarsi una netta saldatura tra i temi ambientali, quelli
riconducibili al punto 2.2 del Manifesto, La natura violentata, ed i temi più
propriamente civici, riferibili al Vivere quotidiano, come indicati al punto
2.1. dello stesso Manifesto, e che il pittore interpreta attraverso la decisa condanna di
un sistema di valori ormai sul punto di crollare, con il serio rischio, per il genere
umano, di precipitare in un caos non più governabile.
È proprio nelle sue opere esasperatiste che Marciello inizia a calare con una certa
decisione anche la figura umana, un elemento che lartista aveva abitualmente tenuto
escluso dai suoi scenari pittorici, quasi a considerare luomo indegno di occupare
lhabitat a lui riservato.
Nelle architetture pittoriche di più recente ideazione, licona del bidone tende ad
essere parafrasata nella sua geometria, primancora di essere riprodotta nel disegno.
È il probabile effetto di un procedimento inconscio che ora associa in maniera spontanea
il logos dellEsasperatismo ai contenuti dellopera che Michele Marciello
realizza per lEsasperatismo, e viceversa.
In unopera in particolare, Ecce homo, molto forte per il suo
significato intrinseco, ma che più delle altre ci fa riflettere, con il sarcasmo al quale
ci ha abituati, individua tra gli elementi inquinanti della terra luomo stesso. Sul
piano simbolico si tratta della stigmatizzazione di un degrado morale che
Marciello rappresenta anche in un altro lavoro, proprio così intitolato, in cui il
pittore attribuisce allessere umano gli stessi effetti del petrolio in un più vasto
discorso di contaminazione ambientale.
Le opere che il pittore presenta per la sua prima mostra personale, possono interpretarsi
come una trasposizione in chiave esasperatista di alcuni principi ispiratori fondamentali
e dellimpronta prevalente dellarte di Michele Marciello. Le sue concezioni
hanno trovato asilo naturale in un contenitore che lartista rappresenta come
metafora di una terra ormai colma di presenze fagocitanti e di elementi impropri che nelle
loro conflittuali interazioni stanno logorando la stessa struttura del bidone.
Lironia ora si abbatte sulla figura umana che in unopera come
Luomo attuale è rappresentata nel suo istinto animale e perciò
bisognevole di una museruola perché non divori un altro uomo. Nel dipinto Patemi
danimo, invece, il simbolo del Movimento dellEsasperatismo acquista
sembianze umane in una composizione ancora più sarcastica nella quale lartista
associa lidea delluomo a quella del bidone, ma questa volta nel suo
significato più originario, per rappresentare quellinganno del quale lessere
umano per la sua bramosia di potere è, al tempo stesso, martire ed artefice in ogni forma
di aggregazione che lo veda protagonista.
Il timore coincide con lauspicio di Marciello che il contenitore
possa un giorno liberarsi dei suoi contenuti più nocivi e riempirsi, ma solo dopo
unopportuna purificazione che coinvolga il genere umano più di ogni altra cosa, di
una nuova vita nella quale un sano rapporto delluomo con il suo ambiente naturale
non dovrà più considerarsi una raffigurazione surreale.
Domenico Raio
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CENTRO D'ARTE E CULTURA
«IL BIDONE»
Via Salvator Rosa 159
Orario: 16.30 - 19.30
sabato e domenica chiuso |