Legami esasperatisti nell'opera di Susi Provenzale
Quelle che Susi
Provenzale presenta per la sua prima mostra personale, sono prevalentemente cromosculture
in cui la dimensione coloristica e la dimensione plastica dellopera darte
interagiscono per rafforzare alcuni concetti che trovano fondamento nei principi base del
Movimento dellEsasperatismo. Negli ultimi anni, lartista ha svolto
unaccurata ricerca tesa anche a dimostrare le potenzialità estetiche
dellicona del bidone che ci presenta in numerose varianti, con soluzioni
sorprendenti per armonia compositiva e architettura dello spazio sulla tela.
In alcuni tra i suoi ultimi lavori più originali, e che denotano anche la
considerevole crescita di stile che Susi Provenzale ha conosciuto negli ultimi tempi, il
contenitore è impiegato come un celato supporto di tele pigmentate che in qualche modo ne
riproducono la forma, ma che rappresentano la terra anche nelle sue gibbosità, mentre
pure i colori, a volte striati altre volte maculati, richiamano la natura, e più
precisamente la vegetazione terrestre, secondo una precisa visione che associa lidea del
bidone a quella del nostro habitat. Posto come plastico supporto, il contenitore consente
alla tela che vi si adagia, e che assume anchessa la forma del bidone, di produrre
una serie di suggestive increspature nelle quali il pigmento si addensa copioso creando
dei forti contrasti tonali con i rilievi della stessa tela, in una tortuosa alternanza che
evoca palesemente il contenitore originario del Movimento e che pertanto si eleva anche ad
emblema delle umane vessazioni.
In unaltra opera di grande tensione drammatica quella stessa tela
sinterseca con il bidone, lo attraversa nel suo squarcio e ne assorbe la linfa. In
qualche occasione la ricerca dellartista si spinge a celebrare licona anche
nella sua dimensione solido-geometrica per rilevare lattitudine ad un trattamento
artistico del contenitore di cui scopre la peculiarità di una sovrapposizione volumetrica
che ne riproduce la forma, anche in assenza di contiguità. Come pure lartista ne
esalta la possibilità di serbare un contenuto, unosservazione che potrà riservarci
interessanti innovazioni per quanto riguarda i futuri sviluppi materici delle sue opere.
Gli esiti più individuali della produzione artistica esasperatista di
Susi Provenzale si riscontrano in alcune opere in particolare nelle quali le icone del
bidone, disposte a gruppi, appaiono legate per mezzo di lacci e strisce di tela, e
addirittura ingabbiate in delle impalcature in metallo. Loriginale invenzione, di
considerevole effetto estetico-espressivo, ma certamente di maggiore valore allegorico,
sembra ricondurci direttamente al punto 2.1 del Manifesto dellEsasperatismo dove è
trattato il Vivere quotidiano: In nome della soddisfazione dei propri
bisogni (...), luomo si è immesso (...) in una spirale indefinita di attese e
realizzazioni. È stato più volte affermato, da parte di eminenti personaggi del
mondo culturale che hanno condiviso i principi dellEsasperatismo, che uno dei mali
peggiori della società contemporanea risiede, appunto, nellinseguire il
proprio bisogno. Gli uomini hanno perso la facoltà dagire per il
raggiungimento di un bene comune e si sono rinchiusi in un bieco egoismo che sta rendendo
la nostra civiltà del tutto incapace di affrontare con decisione le grandi minacce che
incombono sul nostro futuro. La disgregazione è imperante e, in virtù di uno
spregiudicato individualismo, si stanno ignorando tutti quegli obiettivi di più generale
progresso civile, sociale e culturale che avevano sempre contrassegnato la nostra storia.
Con tale atteggiamento, gli esseri umani si sono esposti agli effetti devastanti di una
forza centrifuga volta a spezzare ogni forma di legame delluomo con il suo simile e
con il suo ambiente naturale. Se licona del bidone sta dunque a rappresentare la
condizione umana dei nostri tempi, nelle opere esasperatiste più rappresentative di Susi
Provenzale sindividua chiaramente il messaggio di voler richiamare luomo a
quella coesione di genere grazie alla quale sarà ancora una volta possibile far fronte
alle nuove sfide che si stanno profilando al nostro orizzonte. Quei fili, quei nastri di
iuta, quei puntelli intrecciati allora non ingabbiano i bidoni, ma li fortificano nei loro
robusti legami che ad un ulteriore livello ermeneutico stanno anche a significare come le
sorti del singolo individuo non siano per nulla avulse dal destino comune del genere umano
e dalle sorti del pianeta terra.
Domenico Raio
Giornalista - scrittore |
CENTRO D'ARTE E CULTURA
«IL BIDONE»
Via Salvator Rosa 159
Orario: 16.30 - 19.30
sabato e domenica chiuso |