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10 / 22 dicembre 2009
Personale dell'artista:
Susi Provenzale

"Legami esasperatisti"

A cura di  Adolfo Giuliani
Presenta:  Domenico Raio

 

Legami esasperatisti nell'opera di Susi Provenzale

Quelle che Susi Provenzale presenta per la sua prima mostra personale, sono prevalentemente cromosculture in cui la dimensione coloristica e la dimensione plastica dell’opera d’arte interagiscono per rafforzare alcuni concetti che trovano fondamento nei principi base del Movimento dell’Esasperatismo. Negli ultimi anni, l’artista ha svolto un’accurata ricerca tesa anche a dimostrare le potenzialità estetiche dell’icona del bidone che ci presenta in numerose varianti, con soluzioni sorprendenti per armonia compositiva e architettura dello spazio sulla tela.

In alcuni tra i suoi ultimi lavori più originali, e che denotano anche la considerevole crescita di stile che Susi Provenzale ha conosciuto negli ultimi tempi, il contenitore è impiegato come un celato supporto di tele pigmentate che in qualche modo ne riproducono la forma, ma che rappresentano la terra anche nelle sue gibbosità, mentre pure i colori, a volte striati altre volte maculati, richiamano la natura, e più precisamente la vegetazione terrestre, secondo una precisa visione che associa l’idea del bidone a quella del nostro habitat. Posto come plastico supporto, il contenitore consente alla tela che vi si adagia, e che assume anch’essa la forma del bidone, di produrre una serie di suggestive increspature nelle quali il pigmento si addensa copioso creando dei forti contrasti tonali con i rilievi della stessa tela, in una tortuosa alternanza che evoca palesemente il contenitore originario del Movimento e che pertanto si eleva anche ad emblema delle umane vessazioni.

 

In un’altra opera di grande tensione drammatica quella stessa tela s’interseca con il bidone, lo attraversa nel suo squarcio e ne assorbe la linfa. In qualche occasione la ricerca dell’artista si spinge a celebrare l’icona anche nella sua dimensione solido-geometrica per rilevare l’attitudine ad un trattamento artistico del contenitore di cui scopre la peculiarità di una sovrapposizione volumetrica che ne riproduce la forma, anche in assenza di contiguità. Come pure l’artista ne esalta la possibilità di serbare un contenuto, un’osservazione che potrà riservarci interessanti innovazioni per quanto riguarda i futuri sviluppi materici delle sue opere.

Gli esiti più individuali della produzione artistica esasperatista di Susi Provenzale si riscontrano in alcune opere in particolare nelle quali le icone del bidone, disposte a gruppi, appaiono legate per mezzo di lacci e strisce di tela, e addirittura ingabbiate in delle impalcature in metallo. L’originale invenzione, di considerevole effetto estetico-espressivo, ma certamente di maggiore valore allegorico, sembra ricondurci direttamente al punto 2.1 del Manifesto dell’Esasperatismo dove è trattato il “Vivere quotidiano”: “In nome della soddisfazione dei propri bisogni (...), l’uomo si è immesso (...) in una spirale indefinita di attese e realizzazioni.” È stato più volte affermato, da parte di eminenti personaggi del mondo culturale che hanno condiviso i principi dell’Esasperatismo, che uno dei mali peggiori della società contemporanea risiede, appunto, nell’inseguire il “proprio bisogno”. Gli uomini hanno perso la facoltà d’agire per il raggiungimento di un bene comune e si sono rinchiusi in un bieco egoismo che sta rendendo la nostra civiltà del tutto incapace di affrontare con decisione le grandi minacce che incombono sul nostro futuro. La disgregazione è imperante e, in virtù di uno spregiudicato individualismo, si stanno ignorando tutti quegli obiettivi di più generale progresso civile, sociale e culturale che avevano sempre contrassegnato la nostra storia. Con tale atteggiamento, gli esseri umani si sono esposti agli effetti devastanti di una forza centrifuga volta a spezzare ogni forma di legame dell’uomo con il suo simile e con il suo ambiente naturale. Se l’icona del bidone sta dunque a rappresentare la condizione umana dei nostri tempi, nelle opere esasperatiste più rappresentative di Susi Provenzale s’individua chiaramente il messaggio di voler richiamare l’uomo a quella coesione di genere grazie alla quale sarà ancora una volta possibile far fronte alle nuove sfide che si stanno profilando al nostro orizzonte. Quei fili, quei nastri di iuta, quei puntelli intrecciati allora non ingabbiano i bidoni, ma li fortificano nei loro robusti legami che ad un ulteriore livello ermeneutico stanno anche a significare come le sorti del singolo individuo non siano per nulla avulse dal destino comune del genere umano e dalle sorti del pianeta terra.

Domenico Raio
Giornalista - scrittore

 


CENTRO D'ARTE E CULTURA
«IL BIDONE»
Via Salvator Rosa 159
Orario: 16.30 - 19.30
sabato e domenica chiuso