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8 - 22 gennaio 2009
Personale dell’artista:
Franco Iuliano

"Il colore dell'Esasperatismo"

A cura di  Adolfo Giuliani
Presenta:  Domenico Raio

Il colore dell'Esasperatismo.

di Domenico Raio

Nell’interpretare i principi ispiratori del Movimento dell’Esasperatismo, l’artista Franco Iuliano ha scelto di privilegiare nettamente il colore rispetto alla forma ed anche quando l’icona del bidone è ben evidenziata, essa può considerarsi parte integrante di una più ampia composizione nella quale è l’elemento cromatico a dominare la tela. Attraverso l’utilizzo di una ridotta gamma cromatica che parte dalle tonalità terrose per raggiungere gradazioni più cupe, Iuliano imprime alle sue opere una forte tensione drammatica che è il punto di partenza per una più profonda indagine simbolistico-contenutistica.

Allora quei colori accostati in perfetta armonia, a volte sovrapposti in un gioco di raffinate sfumature, altre volte corposamente addensati sino a raggiungere esiti materici, diventano il riflesso di quello stato d’animo proprio di quegli artisti dotati di una particolare sensibilità che consente loro di cogliere e dare espressione a quell’inquietudine interiore che di solito prelude al grande gesto creativo.

Il colore diventa dunque il trait d’union tra la pittura di Franco Iuliano e i motivi ispiratori dell’Esasperatismo, per la peculiare capacità dell’artista d’impiegare la sostanza cromatica nei suoi risvolti plastici e tonali, senza slegare l’insieme di forma e materia da un significato concreto. Quei colori terrosi, applicati su una superficie rugosa, diventano allora l’evidente simbologia del più importante tra gli elementi che è la terra, la nutrice universale di tutti gli esseri viventi e pertanto indissolubilmente legata ad ogni forma di vita sul nostro pianeta.

 

Se nella nostra era incombe una forte minaccia per la vita stessa, questo pericolo è rappresentato soprattutto dall’affronto mosso alla nostra terra attraverso un utilizzo insostenibile delle sue risorse spesso saccheggiate per meri scopi speculativi. Riduzione delle aree coltivabili attraverso una cementificazione selvaggia, scarichi di rifiuti, quando non addirittura sversamenti di sostanze tossiche, rappresentano ormai un rischio concreto per la sopravvivenza di ogni forma di vita sul globo terrestre. Quelle cupe tonalità che circondano il nucleo centrale della scena pittorica di Franco Iuliano in alcuni lavori più rappresentativi dell’Esasperatismo, come “Opera Esasperatista” e “La voce del silenzio” assumono dunque due significati diversi e tuttavia strettamente connessi: su un primo piano, più metaforico, quelle tenebre che avvolgono l’icona raffigurano evidentemente la mancanza di un futuro certo per il genere umano rispetto alle condizioni di vivibilità che si stanno creando sulla terra; ad un secondo livello, questa volta anche spirituale, quel buio rappresenta lo stato d’animo dell’artista come di ogni uomo dotato di una coscienza e di una sensibilità tale da procurargli seria apprensione rispetto a quelle stesse problematiche.

Com’è stato più volte rilevato, esasperatismo non significa la fine di ogni speranza altrimenti l’opera degli artisti aderenti, come di coloro che sono chiamati ad interpretare la loro espressività risulterebbe del tutto vana e priva di senso. Attraverso il Movimento, la comunità degli artisti che ne ha condiviso i principi ha inteso lanciare un grido d’allarme, ma senza abbandonare la convinzione che proprio attraverso l’arte si possa lasciare aperto uno spiraglio. In diverse tele di Iuliano appaiono degli squarci, chiaramente ispirati all’opera di Lucio Fontana anche quando le fenditure sono soltanto dipinte, come pure bruciature di evidente riferimento ad Alberto Burri, ma che nei lavori che l’artista stabiese ha dedicato al Movimento dell’Esasperatismo vogliono esprimere concetti diversi. Ad una più approfondita osservazione si scopre allora che quella cupezza non ha spento la luce, l’ha soltanto coperta, quelle ombre si sono frapposte tra i nostri occhi e l’universo che ci circonda per restituirci un’immagine distorta e parziale del nostro cosmo, ne ha alterato le forme e snaturato i colori, ma quella luce potrà essere ritrovata se in quest’oscurità sapremo aprirci un varco e proiettarci verso l’infinito, un’indicazione che si presta a molteplici interpretazioni rendendo quanto mai interessante l’opera dell’artista Franco Iuliano.

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Bidone conchiglia. Opera del 2003, esposta a Tokio e a New York, donata dall'artista al fondatore del Movimento Esasperatismo Adolfo Giuliani.

 

 

 

 

CENTRO D'ARTE E CULTURA
«IL BIDONE»
Via Salvator Rosa 159
Orario: 16.30 - 19.30
sabato e domenica chiuso