La concordia esasperatista.
Lucia Iovino e Sandra Ravallese,
differenti percorsi per un obiettivo comune
Tra
i tanti meriti dell Esasperatismo va annoverato senzaltro quello di essere
riuscito, sin dalla sua fondazione, ad unire intorno a dei principi comuni artisti molto
diversi per formazione per stile e per carattere. La doppia personale di Lucia Iovino e
Sandra Ravallese è un esempio di come due pittrici aderenti al Movimento, attraverso dei
percorsi artistici completamente differenti siano giunte a delle conclusioni
sostanzialmente concordi.
Nella pittura di Lucia Iovino la tecnica si fonde con il significato della
sua pittura attraverso lutilizzo di resine pigmentate che donano alle raffigurazioni
uno straordinario effetto di trasparenza. Colori diafani e figure nude, a volte anche
alate, per rappresentare unanalisi introspettiva e scoprire linquietudine
delluomo sospeso tra effimeri aneliti di libertà e lucida consapevolezza di quei
vincoli spaziali, temporali, ma anche sociali, che gli impediscono di spiccare il volo
verso altri orizzonti.
Il concetto che è alla base dellultima serie di opere di Lucia
Iovino, quasi a formare una precisa sequenza di fotogrammi, rappresenta anche il punto di
sutura tra le tematiche dellartista ed i principi dellEsperatismo che la
pittrice sembra interpretare nella sua valenza esistenzialistica. In quelle posture
dimesse, quasi a capo chino, quando non del tutto a volto coperto, quelle figure
personificano il dramma delluomo contemporaneo, cui la realtà quotidiana della
vita, la presa di coscienza della finitezza del proprio essere rispetto ai suoi parametri
spazio-temporali, ha imposto di ridimensionare le più effimere ambizioni e di abbandonare
lidea che il progresso potesse mutarne la natura.
Su un piano parallelo quelle stesse successioni pittoriche rappresentano
anche la triste parabola di quegli artisti i quali, in questo viaggio verso quella
dimensione ideale che può essere larte stessa, corrono il rischio di ritrovarsi
completamente soli per limpossibilità di conciliare le esigenze del mondo reale con
luniverso artistico.Costatata limpossibilità di una fuga cosmica,
unidea che nelle opere di Lucia Iovino spesso è evidenziata anche sul piano
grafico, luomo cerca un rifugio dal mondo, dallinvivibilità quotidiana e
forse da quello stesso effimero che laveva pervaso. Questo riparo, lessere
umano lo trova proprio nel bidone il quale diventa quasi un luogo despiazione dove
meditare sulle proprie colpe, sulla sopravvalutazione dellio e delle proprie
possibilità su questa terra che hanno finito per determinarne un profondo senso
dafflizione, ma sarà un percorso di purificazione che servirà a fortificare lo
spirito per meglio affrontare il futuro.
Cè un aspetto molto particolare, ma estremamente interessante che
balza subito agli occhi nellosservare alcune opere recenti di Sandra Ravallese.
Sulle sue tele appaiono caratteri alfabetici celebranti lEsasperatismo secondo una
tecnica che sembra mutuata direttamente dal linguaggio pubblicitario, ma che
lautrice utilizza, non senza una vena di sottile ironia, per rilevare come nelle
moderne strategie di comunicazione la forma prevalga ormai nettamente sullo stesso
contenuto del messaggio. Limpressione è che lartista abbia voluto
interpretare in alcuni suoi lavori una sorta di Esasperatismo della comunicazione, un
fattore che sinserisce a pieno titolo nel precetto del nostro vivere
quotidiano, viziato da un surplus dinformazioni che risucchia i destinatari in
un turbine nel quale non è più possibile distinguere con chiarezza la realtà
dallartifizio, la verità dalla menzogna.
La conseguenza più grave di questo dispotismo comunicativo, costruito ad
arte per supportare sul piano dialettico la civiltà del progresso incontrollato, è che
luomo non sia stato più libero di esprimere le proprie idee, di ascoltare la
propria coscienza e di compiere le proprie scelte in piena autonomia. Evidentemente dietro
queste strategie di comunicazione si nasconde lobiettivo di creare delle
personalità indistinte, soprattutto sul piano morale, e perciò più facilmente
inquadrabili in degli schemi comportamentali funzionali a questo modello di civiltà che
ora comincia a mostrare le sue crepe. Lappello è quello di un no ad una
clonazione umana che prima di essere praticata sul piano biologico si sta già attuando
sotto il profilo intellettuale attraverso luniformità del pensiero che poi
corrisponde allincapacità delluomo moderno di sviluppare una coscienza
critica anche rispetto alle tante minacce che incombono sul genere umano. Contro questo
rischio lartista rivendica la libertà di essere sempre se stessi con
lauspicio che il bidone, simbolo dellEsasperatismo, possa rivelarsi anche un
contenitore didee e di principi dalla cui assimilazione dovrà nascere
quelluomo nuovo, affrancatosi da tutti gli inganni e le illusioni che nel tempo ne
hanno adulterato lo spirito.
Napoli 24 / 01 / 09 Domenico Raio |
CENTRO D'ARTE E CULTURA
«IL BIDONE»
Via Salvator Rosa 159
Orario: 16.30 - 19.30
sabato e domenica chiuso |