La
responsabilità di certe storture del mondo contemporaneo quali le crescenti tensioni nei
rapporti sociali, l'irrefrenabile oltraggio alla natura, le raccapriccianti manipolazioni
scientifiche, sono da attribuire senza dubbio alle generazioni "mature", ma gli
effetti di queste azioni scellerate, com'è spesso avvenuto nel corso della storia, si
riversano soprattutto sui giovani ai quali gli anziani rischiano di lasciare in eredità
un habitat non più vivibile sotto ogni profilo.
Negli ultimi anni il conflitto generazionale sembra essersi acuito
perché non sempre gli over 50 riconoscono che l'universo consegnato ai ragazzi si
presenta ormai privo di quelle più elementari opportunità che le generazioni passate
hanno ricevuto, e di questa situazione di generale disagio, i giovani, che appena
vent'anni fa erano solo dei bambini, di sicuro non possono essere incolpati.
L'unica colpa potrebbe essere quella di adagiarsi in
questa crescente decadenza della "civiltà" moderna senza rivendicare con i
mezzi espressivi a loro disposizione il proprio diritto al futuro perché oggi una delle
maggiori incognite dei giovani è il loro domani. Cosa sarà il nostro pianeta tra 20-30
anni? Conserverà ancora la sua dimensione umana o non esisteranno più le condizioni
ambientali e sociali per poterlo abitare con serenità?
Per il Gruppo Giovani del Movimento dell'Esasperatismo il mezzo
espressivo è uno dei più nobili ed efficaci: è l'arte. Analizzando i contenuti delle
opere della collettiva in oggetto la preoccupazione appare evidente come pure il messaggio
che i giovani vogliono lanciare alle generazioni mature, sempre distratte e pronte a
liquidare i loro problemi additando un benessere materiale che in altri tempi non
esisteva.
Ma quale dev'essere il prezzo di questo benessere? Dev'essere
l'incomunicabilità, l'inquinamento, la modificazione delle identità genetiche, la non
procreazione? E questo sarebbe il "benessere"? Rappresenterebbe il
"progresso"? Ne siamo certi, o non ci troviamo piuttosto di fronte all'ennesimo
"bidone" perpetrato proprio ai danni dei giovani perché si allontanassero dai
valori reali che evidentemente la "civiltà" moderna ad un certo punto del suo
grado di sviluppo ha cominciato a considerare poco remunerativi. Allora il compito dei
giovani diventa quello di svuotare questo contenitore, che ben raffigura l'esperienza
esistenziale, d'ogni surrogato e d'ogni chimera che vi è stata riposta dalle generazioni
precedenti, per ricolmarlo di quegli elementi naturali che sono la scaturigine di ogni
forma di vita, nella sua accezione biologica, ma anche sociale.
L'unica speranza per la terra, è la terra stessa; è l'ultima
certezza in un'epoca in cui il senso di smarrimento e di precarietà è un sentimento
diffuso soprattutto tra le generazioni giovanili, e se la speranza di un domani migliore
non può essere riposta negli uomini, troppo inaffidabili, i giovani la ripongono nella
natura spesso raffigurata attraverso le sue manifestazioni più rigogliose a rappresentare
quella luce verso la quale l'umana azione deve tendere per non ritrovarsi del tutto
disorientati nel tortuoso percorso della vita. In questo senso l'Esasperatismo palesa la
sua vocazione giovanile, perché individua e si oppone con vigore alle logiche perverse,
perché unisce gli uomini intorno ad un obiettivo comune, perché è proiettato verso il
futuro.
Domenico Raio