L'esasperatismo
di Paolo Napolitano
Nel grande contenitore che si è rilevato essere quello del movimento
esasperatista, promosso all'insegna di "Logos & Bidone" da Adolfo
Giuliani si è avuta la possibilità di ossrervare la proposta creativa di un arcipelago
di artisti che hanno contribuito, uniculque suum, a suggerire un orientamento critico nei
confronti della civiltà contemporanea, additandone le manchevolezze strutturali e le
intime contraddizioni.
In tale contesto, che s'è presto rivelato ampio e
dilatato, aperto a contributi anche di provenienza internazionale, tutti gli artisti, che
si sono identificati nelle ragioni del "Manifesto" lanciato qualche anno fa da
Giuliani, hanno potuto trovare libera cittadinanza ed hanno potuto liberare dall'intimo
della coscenza le forze ispiratrici del proprio poiein.
Non sono state praticate, infatti,discriminazioni stilistiche, nè sono state avanzate
preclusionioni preconcette, ma si è scelto di lasciare spazio alla libertà fabulatrice
dell'artista, aprendo, talvolta, anche importanti lineee di credito in ordine a scelte e
motivi espressivi pratici.
Certamente non manca una sorta di nocciolo duro
nell'espressione creativa che LEsasperatismo s'è
dato, un nocciolo duro che addensa con compatta pregnanza empiti materici. Nell'occasione,segnaliamo un nome d'artista che
presenta nel contesto della galleria di Adolfo Giuliani una sua mostra interessante e
promettente, Paolo Napolitano, che persegue con accorta determinazione la via del
linguaggio artistico enucleando dalla realtà che lo circonda una modalità creativa tutta
sua che,in punto stilistico, potremmo collocare nel novero delle determinazioni
espressionistiche.
La sua opera desta interesse,per la passione
incontaminata che governa l'azione del Nostro e per la cura che pone al processo creativo
che può essere giudicato in termini di costante incrementazione.
E' una pittura quella di Napolitano,che si raccomanda proprio per questa sua carica
di sorgiva,genuina spontanietà e l'entusiasmo che la governa garantisce un sicuro
progresso in divenire.
Rosario
Pinto
La svolta intimistica di Paolo
Napolitano
Lesposizione di Paolo Napolitano al Centro d'arte e Cultura "il
Bidone" segna un'importante svolta contenutistica e stilistica del pittore
partenopeo.
Fino a ieri la sua pittura era stata
caratterizzata da un sapiente equilibrio, tra verità ed incanto, nelle sue raffigurazioni
in cui la stessa solarità dei colori impiegati simboleggiava quel sogno dartista
necessario a rendere accettabile quell'universo del reale al quale gli animi più
sensibili difficilmente riescono ad adattarsi pienamente. Il nuovo corso di Paolo
Napolitano è invece volto al disincanto, la sua pittura diventa più intimistica,
espressione di nuove sensazioni, forse di una visione meno ottimistica di un mondo nel
quale il dramma avanza inesorabile rimarcando la fragilità dell'uomo, privato ormai di
ogni sicurezza esistenziale. La drammaticità dell'umana condizione è rappresentatadalle
ampie e cupe campiture che, come un'onda inarrestabile, sembrano destinate a travolgere i
più deboli elementi, simboli di quegli argini dell'illusione che l'uomo ha cercato di
erigere a sua difesa.
La dimensione temporale quale ulteriore
limitazione dell'azione umana fa la sua comparsa prepotente in diversi dipinti, uno dei
quali è "nella gabbia del tempo". Qui l'inserimento di un elemento materico, un
ingranaggio, rafforza l'impronta concettuale dell'opera: la programmazione meccanicistica
della quotidianità, rispetto alla scansione di segnatempo, è una forte restrizione della
libertà.
Domenico
Raio |
CENTRO D'ARTE E CULTURA
«IL BIDONE»
Via Salvator Rosa 159
Orario: 16.30 - 19.30
sabato e domenica chiuso |