UN
NIDO NEL CANNETO
Ricostruire lesperienza segnica di Mario Fortunato, è una operazione
complessa per il nascondimento ideologico e per quellassoluto tecnico, che,
nellalimentare segni apre la porta al mistero. Le distanze tecniche, che Mario
Fortunato, in libertà, isola dai vincoli formanti, straripano
nellalchimia risvegliante dellassoluto cosmico in progres, per cui, il
fantastico è rigore, amore velato, che dà allimmaginazione forza esplorativa,
legittimando ledificio che consacra le trasmutazioni, quali estensioni
del progetto nativo delle specie, nella facoltà generatrice della
Grande Opera.
Mario si muove nel labirinto del segno in
cammino, nellintricata ramificazione della presenza delluomo umanizzando la
terra mediante la manipolazione di attrezzi rudimentali e sofisticati, per manifestare una
poetica, identificando, col segno, le ragioni mistiche-filosofiche di una umanità ancora
smarrita davanti al trapasso.
Si chiede quale fu lorigine dellumanità e il suo
fare nellattraversamento del tempo con un segno che enumera, nelle
divagazioni del figurale, civiltà diversificate nei mutamenti anche delle nuove
conoscenze cosmiche. Le maglie che il grafico Mario Fortunato espone sono :
fermate, stazioni, soste, della memoria, riassuntive
di un vissuto impulsivo che si fa memoria associativa di una sperimentazione di segni
evocanti credenze di ordine magico, allusive a forze extra-sensoriali in cammino, per
regnare nel sacro.
In queste dodici stazioni di
Fortunato, è in atto una disubbidienza di segnali del costruito, del
pre-costruito, in cerca di nuove vibrazioni spaziali del graffio, dove il
narrare è affondato nella profondità del solco dello zinco o del rame di cui
lacido regola il numero.
Nelle ARCHITETTURE MASSONICHE,
IL QUADRATO, IL COSMO, lISOLA DEI MITI
,
Mario Fortunato rivela tutto quanto, nei segreti dei suoi maestri, quali: Lino Bianchi
Bariviera, A. Ciarrocchi, e Paolo Manaresi ( assistente di Morandi ), aveva assunto e
fatto carico di quel fremito espressivo, tipico proprio della Calcografia incisoria.
Così, il linguaggio incisorio di Fortunato, si fa strada, nellideologia esplorativa
dellUniversum di Giordano Bruno, con lievità calvinista, o nella Città del Sole
evidenziando la conoscenza dellinfinito nellequilibrio di una astrazione
concreta di spazi esplorativi, una polarità ruotante in una dinamica ogivale isomorfica.
Il segno grafico di Fortunato si rinnova in una
ideologia di contrasto tra il bene e il male, tra luce e ombra ispessendo il segno
incisorio.
La narrazione avanza nella incisione La tonnara, in chiave metafisica, mentre
gli spazi dominati da un vento lieve si fanno geometria d'impianto per un sapiente
racconto di un NIDO abbandonato in un canneto.
Napoli 16 maggio 2005
Giuseppe Antonello LEONE
|
CENTRO D'ARTE E CULTURA
«IL BIDONE»
Via Salvator Rosa 159
Orario: 16.30 - 19.30
sabato e domenica chiuso |