Il percorso creativo dellopera di Rosario Mazzella si dispiega ormai da anni lungo
un gradiente espressivo che fa della sua arte una delle più importanti attestazioni della
temperie informale.
Lo spessore materico in lui è ciò che definisce la sostanza
dellopera costituendosi in robustezza di segno ed in pregnanza daddensamento
espressivo.
Alla stregua di tali considerazioni ed aggiungendo ad esse anche quella non certamente
marginale della latenza dunimmagine che è vissuta in una dimensione allusiva
e flottante, si potrà meglio comprendere che con fondate ragioni è possibile valutare
complessivamente la collocazione del maestro napoletano nel novero della temperie
espressionistico-informale.
Il
tratto bruciante ed apparentemente aggressivo del suo intervento creativo non lascia,
tuttavia, inesplorata la via della ricerca dun barlume di luce, di
unindicazione di percorso al di là della analisi di intensa drammaticità che
lartista addita come effettiva rappresentazione dello stato delle cose.
Si crea, insomma, una condizione in cui alla denuncia delle
incongruenze dellesistente saccompagna anche un suggerimento progettuale: ciò
che Mazzella indica nel segno dun rigore metodologico e duna ferma pregnanza
che impone il rapporto duro e vibrante con le cose senza sconti e senza devianze.
In tale prospettiva si giustifica e si comprende come si sia
reso possibile lincontro di Rosario Mazzella con i temi contenutistici propri del
movimento dell"Esasperatismo" animato e creato da Adolfo Giuliani, con
lapprodo ad una profonda convergenza di vedute.
Nei rapporti che si sono stabiliti tra i due, ladesione di
Mazzella all"Esasperatismo" è consistita in un contributo critico ed
indipendente, ma, nella sostanza, si è potuto verificare che le due posizioni
quella di Mazzella stesso e quella di Giuliani in fondo, non avevano bisogno di
sovrapporsi e annichilirsi vicendevolmente giacchè, naturaliter, i
rispettivi corsi avevano un orientamento consentaneo che richiedeva con urgente necessità
di procedere in un cammino condiviso.
E così Mazzella decide di accettare licona del
"bidone" come designazione emblematica dun momento di riconoscibilità
immediata delle istanze "esasperatiste".
Certamente il Nostro sa bene che quella del "bidone", forsancor più che
un icona è un simbolo e che, come tale, rischia di esaurire la carica propulsiva e
lintensità della spinta contenutistica nella allusività che contiene e che
costituisce un rimando ad altro.
Proprio perciò, Mazzella procede con più forza nel definire in modo stringente il peso
contenutistico della condizione esistenziale delluomo nella società contemporanea,
perché egli ha chiaro che la logica "esasperatista" è più saldamente
attestata se la carica che essa contiene si manifesta secondo modalità caratterizzate da
unintensa pregnanza espressiva.
Lurgenza dellispessimento materico, quindi, che è
propria di Mazzella, diventa contributo fattivo per la proposta "esasperatista"
che guadagna una sua più definita dimensione di istanza espressionistica collocandosi
come ulteriore stagione non tanto dell"Espressionismo" inteso come
specifico ambito stilistico fiorito nella prima metà del 900, quanto, piuttosto,
della logica categoriale della dimensione espressionistica che è possibile apprezzare
lungo il corso dei secoli attestata dallopera di artisti che hanno voluto sempre,
con grande determinazione, affermale la prevalenza del peso contenutistico, volgendo
larte a farsi denuncia ed istanza.
Osservare che Mazzella in una serie di ultime opere ha
affrontato il tema della restituzione in immagine del segno zodiacale potrebbe portare a
ritenere che in lui stia prevalendo, infine, una sorta di suggestione meramente
simbolistica, con un abbassamento, quindi, della sua grande tensione segnica.
Gioverà replicare di fronte a tale semplicistica e superficiale
lettura che il riferimento zodiacale è per lartista è innanzitutto una ricerca di
sé nel mondo, una analisi della storia alla quale fornire altri strumenti conoscitivi,
oltre quelli classici della documentazione e della analisi critica. Egli si rivolge,
perciò, ad indagare le vie duna dimensione cosmica della storia, definendo una
sorta di proiezione astrale che si volge a cercare le ragioni convincenti
dellaccettazione stessa della logica ineluttabile della unidirezionalità vettoriale
del tempo.
Potremmo aggiungere ancora che quel che appare come condizione
simbolica è, in realtà, pretesto discorsivo, non intrinseca finalità di dimidiazione
contenutistica, giacchè il polo pensionale ultimo e profondo appare, piuttosto, come il
tentativo di coniugare in sintesi espressiva il tempo e lo spazio.
Ecco allora che lallusività del simbolo si perde nella pregnanza della materia,
nelluso pieno e corposo di aggregati che saddensano in robuste composizioni
cromatiche determinando spessore e volume in cui il fruitore coglie lopportunità
che gli è offerta di scavare per tentare di trovare se stesso.
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CENTRO D'ARTE E CULTURA
«IL BIDONE»
Via Salvator Rosa 159
Orario: 16.30 - 19.30
sabato e domenica chiuso |