Scienze della complessità | AGOSTO 2012 | Prima edizione,
gennaio 2011 | ||
Gli Autori |
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Questo libro contiene tutto - ma proprio tutto - quello che è stato scritto su reti neurali, automi cellulari e programmazione ad agenti. Ci sono diverse formule e diverse equazioni, che risulteranno un po' ostiche per i laureati in Scienze della Comunicazione. Ma la lettura delle 228 pagine è possibile anche saltando la parte matematica. Nella trattazione sulle reti neurali trovano spazio due paragrafi di carattere biografico su altrettanti premi Nobel per l'economia. Il primo è Herbert Simon (1978) che, proponendo il concetto di razionalità limitata, ha di fatto introdotto la psicologia nella microeconomia. Il secondo è Friedrich von Hayek (1974, pagg. 276-290). Non mi sarei mai aspettato di trovarlo in un libro sul connessionismo! Gli Autori fanno notare che Hayek studiò approfonditamente i processi mentali. Lo studioso austriaco propose un approccio alla teoria economica di tipo interdisciplinare (L'ordine sensoriale, 1952). [Suggerisco di leggere la nota in cui si spiega perchè il premio nobel per l'economia nel 1974 fu assegnato congiuntamente ad Hayek e a un economista marxista] La terza parte ha come argomento il «nuovo quadro interpretativo» proposto dalle scienze della complessità. Le conoscenze acquisite nelle prime due parti permettono di fornire una definizione scientifica della complessità di un sistema. Ora la si mette alla prova, applicandola sia a un fenomeno fisico (la turbolenza nei gas reali) sia ad un fenomeno sociale (il comportamento dell'agente economico). Gli Autori concentrano l'attenzione sul passaggio dall'economia neoclassica (basata sul paradigma dell'homo oeconomicus che conosce perfettamente le condizioni di mercato ed agisce razionalmente) a nuove teorie economiche che recepiscono la Teoria della complessità. In queste nuove prospettive della scienza economia, sempre più chiaramente appare essenziale l'approccio sistemico e in particolare la visione della complessità. Con il nuovo paradigma si mira a interpretare sia il fenomeno emergente della decisione individuale sia i fenomeni emergenti nei sistemi economici, non come conseguenze deterministiche di processi dinamici, ma come fenomeni emergenti in sistemi complessi, nei quali le relazioni fra le componenti non sono lineari. [citazione dei neuroni specchio, definiti un "riscontro neurale della rete delle relazioni sociali" (vedi So quel che fai, libro del mese di novembre 2007] La Neuroeconomia si presenta come un nuovo campo di ricerca interdisciplinare. Essa si avvale dei metodi delle neuroscienze per investigare i sistemi neurali su cui si fondano i comportamenti economici osservati negli individui (pag. 559). La nuova disciplina mira a individuare nel "funzionamento neurologico" del cervello il dato concreto, il fatto biologico che è all'origine della scelta economica. |