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 Libro del mese   

Anno 2007


Mente e cervello NOVEMBRE 2007 Prima edizione, febbraio 2006


Base di conoscenze

Oggetto del lavoro degli Autori sono i meccanismi di trasformazione senso-motoria coinvolti nell'esecuzione di atti come l'afferrare, il tenere, lo strappare: cioè di atti guidati dalla vista.
Secondo la concezione del sistema motorio che ha dominato a lungo il panorama della fisiologia e delle neuroscienze, il vedere qualcosa e l'atto di afferrare qualcosa coinvolgono aree corticali diverse: da una parte la corteccia superiore e dall'altra la corteccia motoria primaria.
La trasformazione dell'informazione visiva in informazione motoria è compito esclusivo di una parte del cervello, quella superiore.



Giacomo Rizzolatti
Corrado Sinigaglia


So quel che fai
Il cervello che agisce e i neuroni specchio

Ristrutturazione

I risultati delle ricerche effettuate negli ultimi vent'anni sulle proprietà funzionali dei neuroni indicano che anche il circuito neurale dell'afferrare è coinvolto nelle trasformazioni visuo-motorie necessarie per afferrare un oggetto.
La questione principale da risolvere diventa: quale funzione hanno i neuroni di quest'area nella trasformazione dell'informazione visiva nel formato motorio richiesto per l'esecuzione di un atto?
Questo tipo di neuroni fu localizzato per la prima volta negli Trenta, quando venne ipotizzato, osservando le scimmie, che la corteccia premotoria potesse essere coinvolta in trasformazioni visuo-motorie. Ma all'inizio degli anni Novanta durante registrazioni compiute in situazioni sperimentali in cui la scimmia non era condizionata a compiti fissi bensì poteva agire liberamente, si è visto che i neuroni della corteccia superiore non erano il solo tipo ad avere proprietà visuo-motorie.
Le ricerche del gruppo dell'Università di Parma guidato da Rizzolatti hanno portato alla scoperta dei neuroni specchio, ovvero di un gruppo di neuroni che si attivano in una persona quando il soggetto sta osservando un'altra persona compiere l'azione che egli sta pensando. Queste ricerche permettono di scoprire come l'attività cognitiva del nostro cervello coinvolga numerose regioni cerebrali contemporaneamente e che le componenti che si definiscono non-linguistiche, come i neuroni specchio, sono coinvolte nella comprensione delle emozioni e delle azioni altrui.

Editore

Raffaello Cortina, Milano, 2006
Collana "Scienza e idee".

Gli Autori

 

Com'è avvenuta la scoperta dei neuroni-specchio? Negli anni '80 l'équipe guidata dal prof. Rizzolatti studiava il cervello delle scimmie. Un giorno avvenne un fatto inspiegabile con un macaco che era sotto esame (risonanza magnetica del cervello). In una fase di pausa, uno dei sperimentatori prese una banana da un cesto di frutta, appena lo fece si attivò un gruppo di neuroni nel lobo frontale del cervello del macaco. Quell'area era considerata sede di neuroni esclusivamente motori. L'evento stupì i ricercatori: la scimmia non aveva compiuto alcun movimento e pertanto quel tipo di cellule nervose non avrebbero dovuto attivarsi.
L'équipe decise di studiare il fenomeno; dagli studi emerse la scoperta dei neuroni specchio.
Luigi Dell'Aglio, «Che atleti quei neuroni», Avvenire, 7 settembre 2008