il ranch dei Ryan

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    Aaron C. Jeffery
     

    aaron

     

    La sua storia

    Sembra improbabile, quando lo si guarda ora, ma la prima casa di Aaron Jeffery in Australia è stato un pezzo di prato sotto un cespuglio nel parco di Sydney. Aveva 17 anni, era solo, povero e in fuga. Dietro di lui un’infanzia rovinata dal divorzio dei genitori, i disturbi mentali della madre e della sorella, e la polizia lo ricercava per interrogarlo su una serie di reati. Davanti a lui una vita da piccolo criminale, di povertà e disonore. Poteva essere il disastroso inizio per un uomo ora conosciuto in 126 paesi come la prestante star del famoso Tv drama, McLeod’s Daughters. Ma con una sorprendente dimostrazione di coraggio e di forza di volontà, Aaron ha rimesso in carreggiata la sua vita e faticosamente ha costruito il suo futuro diventando uno degli attori più di successo del paese. Tuttavia, il buio del suo tormentato passato non è mai lontano. Sebbene i ricordi siano ovviamente dolorosi, Aaron parla per la prima volta in questa esclusiva intervista, delle difficoltà della vita famigliare che l’hanno portato a fuggire di casa, diventare un ragazzo di strada e rubare una macchina, prima di trovare la segreta forza di affrontare il suo passato e di cercare la redenzione. Non è mai stato facile, “I miei genitori si sono divisi quando avevo 10 anni e la mia vita privata era abbastanza anormale – dice tranquillamente Aaron, ora trentacinquenne – Mia madre si è molto malata quando siamo nati e lo è tuttora. Mia sorella è stata in un istituto per malati mentali per cinque anni.” La famiglia viveva in un appartamento con due stanze ad Auckland, in Nuova Zelanda, dove Aaron e suo fratello Dean, di cinque anni più giovane, lottavano per far fronte alla malattia della madre Janice, che ora ha 58 anni, e la sorella Nicola, di un anno più giovane di Aaron. La loro madre era seriamente affetta da depressione post-parto e non era mai stata ricoverata. A Nicola era stata diagnosticata una schizofrenia e un disordine ossessivo-compulsivo. “Suppongo che questo sembri un po’ Rain Man – dice oggi Aaron, cercando le parole mentre ricorda quei giorni da strappacuore – Perché non capisci la malattia mentale, né sei piuttosto spaventato. Questa cosa mi ha reso più guida che bambino, perché pensavo ‘Sono l’uomo e il sostegno di casa’. Ma alla fine, ho avuto bisogno di andarmene, avevo bisogno di spazio per me stesso. Ho lasciato casa e sono diventato un vero ragazzo selvaggio. Guardando indietro, penso che fossi in una sorta di psicosi per gli ormoni alterati dell’adolescenza.” Qualunque cosa fosse, lui semplicemente non ha potuto affrontarla. A 15 anni, si ritira dalla prestigiosa scuola nella quale aveva vinto le gare sportive, trovando lavoro provvisorio come muratore e trasferendosi in una roulotte nel cantiere. Poi va completamente fuori strada, buttandosi con il suo amico in un vecchio, illegale scontro-incontro di auto, ribaltandosi sul tetto delle auto in corsa e rubando il gasolio. “Non potevo permettermi il gasolio, così io e il mio amico andavamo in giro a togliere il gasolio dalle auto e scappavamo via per evitare gli sbirri. Era come in Once Were Warriors.” ci dice. Quando aveva 17 anni, era ricercato dalla polizia per cento dollari di multa non pagata che si era beccato per la sua “truccata” Vauxhall Velox, con i graffiti di Elvis. Quando la polizia arrivò per arrestarlo, lui scappò dalla porta sul retro e impegnando alcune delle sue cose, incluso un carissimo paio di winklepickers in stile Elvis, scappa a Sydney. Ci arriva con solo 85 dollari in tasca e, non conoscendo nessuno, fu obbligato a dormire dove capitava. Mangiava con l’elemosina di una delle cucine della città, dove si mescolava con i senzatetto, i malati mentali e i derelitti. Quando pioveva, era obbligato a cercare riparo tra gli sgradevoli muri degli ostelli per i senzatetto. “Era troppo piovoso per dormire fuori, ma era così deprimente stare lì dentro. Mi ha scosso.” Oggi, Aaron è una delle maggiori star della TV australiana, grazie alla sua lunga interpretazione di Alex Ryan nelle McLeod’s Daughters, il vicino e aiutante di Drovers Run, ma lui dice, “Non puoi dimenticare i tempi duri. Di solito viaggiavo dappertutto sul Red Rattlers (i vecchi treni di Sydney), da un capo all’altro di Sydney, per provare a dormire un po’.” Ad un certo punto, ha trovato lavoro come buttafuori armato nel noto Kings Cross di Sydney. Aveva la pistola per il suo lavoro, ma non era abbastanza grande per avere i proiettili. In ogni caso, questo non lo ha intimorito del tutto. Quando si scontrava con ladri e attaccabrighe, puntando la pistola alla loro testa, sperava solo che loro non capissero che non era carica o che non fossero tentati di sparargli. “Credo che pensavo di essere Don Johnson in Miami Vice”, ci dice sorridendo per la prima volta, da quando ha ricordato quei giorni. Una volta, sfidando la sorte, Aaron prese un treno da Sydney per Lithgow nel NSW e iniziò a fare l’autostop da qui. “Non avevo un luogo dove andare, nessuna parte dove vivere. Poi ho incontrato un gruppo di hippies che avevano appena sgomberato una casa abbandonata, e avevano lasciato lì un materasso. Così mi sono sistemato lì per la notte e taccheggiavo cioccolato in un bar quando avevo davvero fame.” Poi arrivarono le sue ore buie. Rubò una macchina. Aaron, appassionato di macchine sin dall’infanzia, stava passando davanti a un salone di auto quando vide una Volkswagen adattata con motore da corsa. Chiese di prenderla per fare un giro di prova attorno all’isolato e non è mai tornato. “Non avevo intenzione di farlo – dice ora, scotendo la testa, la voce triste di dispiacere – ma mentre la guidavo, la musica del film Beverly Hills Cop usciva dalla radio e, prima di saperlo, ho architettato questo grande sogno nella mia testa che mi ha portato a rubare quella macchina. Mi sentivo come se fossi il personaggio di un film di Eddie Murphy nel guidare quella macchina. Ho guidato nei paesi e poi verso Melbourne. Ho abbandonato l’auto quando sono rimasto senza gasolio.” Questi ricordi, oggi sono accompagnati da un profondo senso di vergogna. Non gli piace parlarne, ma spera che la gente possa capire che in quel periodo era solo un bambino, che lottava disperatamente per far fronte a un’infanzia sconcertante, solo e senza amici in un nuovo paese, provando a sopravvivere con la sua arguzia. Dormire da teppista e controllare mano e bocca, è un altro mondo rispetto alla sua vita attuale. Questa mattina, Aaron ci ha mostrato il suo pittoresco cottage in pietra che ha accuratamente ristrutturato con sua moglie Melinda, disegnatore d’interni, nell’Australia del Sud, a soli pochi km dal set delle McLeod’s Daughters. Qui, ci confessa, è molto sicuro e felice come non lo è mai stato. La sua meravigliosa piccola figlia, Ella-Blu, è nata il 3 agosto 2003 e mentre mostra una foto della bambina, i suoi occhi blu brillano di affetto e orgoglio. Nessun dubbio che farà del suo meglio per sua figlia, per essere sicuro che lei abbia un inizio migliore del suo. Si è anche prestato molto per aiutare chi ha un passato difficile e ama aiutare le istituzioni che lavorano per aiutare i ragazzi di strada. “Soltanto grazie a Dio…” ci dice piano. Infatti, è fortunato ad essere vivo, dice suo fratello Dean, ora trentenne, che infine ha seguito Aaron dalla Tasmania. “La sua vita è andata sottosopra molte volte e solo l’essere stato capace di sopravvivere a quei viaggi è stato una grande impresa – dice Dean, che lavora a Melbourne – Non veniamo da una famiglia modello, così è stata un po’ un’educazione tormentata. Aaron ha senza dubbio avuto nove vite o di più. Si è ribaltato un sacco di volte sul tetto delle auto, cose che erano senza senso. Non è mai stato un ribelle senza un motivo. Avevamo un sacco di ragioni.” Fortunatamente per Aaron, il punto di svolta non è arrivato molto dopo il suo prima assaggio della strada, grazie ad un veterano del Vietnam. Dopo il suo arrivo a Melbourne con la macchina rubata, trova lavoro in una fabbrica della città, dove il direttore gli da il permesso di dormire da mezzanotte fino all’inizio del turno. Il direttore ha provato la sua giusta parte di dispiacere, era un veterano e soffriva ancora di incubi sulla guerra del Vietnam. Capisce che il tormentato ragazzo ha un atroce bisogno di un aiuto. Per Aaron, questo è il primo cenno di sicurezza che ha avuto da molto tempo. “Mi ha davvero preso sotto le sue ali – dice Aaron – Alla fine mi ha fatto sentire al sicuro. E mi ha aiutato a sistemare molte cose di me stesso.” Subito dopo, Aaron ritorna a casa in Nuova Zelanda affrontando la solfa, ottiene un lavoro da un rivenditore di auto usate, liquidando le sue multe, le quali ammontavano a 10.000 dollari, e scontando le condizioni di un servizio comunitario imposto dal tribunale. Poi, a 19 anni, ritorna in Australia per iniziare di nuovo. Lavorando ancora nella sicurezza, decide di iniziare a organizzare sé stesso. Per fronteggiare la paura di parlare davanti ad altre persone, si unisce ad un gruppo di teatro con lezioni di improvvisazione e scopre che tutto questo gli piace. È l’inizio di una nuova vita. “Ho amato il processo creativo – dice – Mi divertiva stare di fronte ad un pubblico. Ho iniziato a farlo sempre più spesso.” Alla fine, qualcuno suggerisce Aaron per un’audizione per il National Institute of Dramatic Art (NIDA). Lui la fa, e a 21 anni, è immediatamente accettato. Non si è più guardato indietro. Un mondo di libri che non aveva mai incontrato prima si aprono davanti a lui e si diverte nei programmati giorni di lezioni, studio e spettacoli. “Mi sentivo come se avessi ancora molto da scoprire – dice con un sorriso – Avevo davvero sete di conoscenza. Avevo sempre la testa sui libri. Avevano infiammato la mia immaginazione. È stato un periodo sorprendente.” Dopo il suo diploma nel 1993, Aaron rimane sull’attenti, ottenendo ruoli televisivi in “Water Rats”, “Fire” e “Blue Murder”, il film “The Interview” e prodotti teatrali come “A Clockwork Orange” e “No Names… Non Packdrill”. Infatti, in “No Names”, ha ricevuto una recensione che custodisce, nella quale lo paragonano ad un altro attore che una volta aveva interpretato quella parte: Mel Gibson. “Potete chiamare Jeffery la bella versione di Mel Gibson – si legge – Ma questo non fa giustizia al suo talento recitativo. Una inusuale combinazione di sex appeal e di sensibilità.” È la stessa reazione che i produttori delle McLeod’s Daughters sperano potrebbe catapultarlo nella fama internazionale, con la trasmissione dello show negli USA e con la crescente popolarità in Gran Bretagna ed Europa. Tuttavia, se guardate abbastanza a fondo, ci sono strani segni della lunga lotta di Aaron per sconfiggere i suoi demoni. Dopo un promettente inizio di carriera, verso la fine del 1998, d’improvviso dice al suo agente che ha deciso di lasciare la recitazione e si stacca dal paese, per lavorare come bracciante in una fattoria e studia la Bibbia. Ogni cosa deve essere messa in conto con lui. Il problema della sua infanzia, è rimasto in gran parte irrisolto, sopraffacendolo. Girovaga per tutto il paese, lavorando come bracciante agricolo e pensando alla sua vita. Ad un certo punto, si ferma con il fotografo Brendan Esposito, il cognato di un amico. “Era un periodo davvero tormentato per lui – dice Brendan – Ha avuto momenti difficili, difficili nella sua vita e poi ha trovato Dio.” Aaron viveva in un appartamento della nonna nella proprietà e presto diviene parte della grande, chiassosa famiglia di Brendan. “Lui era questo gentile gigante e i ragazzi non potevano credere quanto grande, forte e poderoso fosse – dice Brendan – Loro di solito lo circondavano per tutto il tempo. Si è inserito nelle nostre vite e penso che per lui fosse la prima volta nella sua vita in cui avesse una famiglia normale.” Per Aaron fu un periodo di guarigione. Studiava la Bibbia e contemplava la natura umana. Inoltre, scoprì di amare il lavoro della terra e il vivere in campagna. Spesso, sognava di cavalli che correvano attraverso i prati. Così quando sentì dell’audizione per le McLeod’s Daughters, si domandò se quella fosse l’occasione che stava aspettando per tornare a recitare, lavorare con i cavalli e rimanere in campagna. Ha ricevuto la sceneggiatura al mercoledì, ha fatto l’audizione al giovedì e gli hanno offerto il ruolo il venerdì. Per i produttori, questa era la fine di tre mesi di ricerche per Alex. Per Aaron è stato un sogno divenuto realtà. Lui ama questo show. Nonostante un incidente alcuni mesi fa, quando un sasso caduto da 10 metri da un dirupo lo ha colpito in faccia, lasciandogli una cicatrice sopra l’occhio destro e sul naso, e una commozione cerebrale per 10 giorni, non ha ridotto il suo entusiasmo. “E’ così divertente averlo attorno – dice uno dei co-protagonisti, Brett Tucker, che interpreta il veterinario Dave Brewer – Sul set siamo entrambi dei ragazzi cresciuti con un ridicolo senso dell’umorismo. Lui guida ancora il suo vecchio Dodge rosso e le portiere si aprono ogni volta che si fa una curva. Devi tenerti aggrappato allo sterzo per salvarti. Ma se non altro è divertente, lui è davvero altruista, un tipo generoso.” Oggi, la sorella di Aaron è guarita e anche sua madre sta meglio. Lui è rimasto in contatto con suo padre per molto tempo e, mentre cresceva, anche il loro rapporto è migliorato. “Ammiro mia madre e mia sorella – dice Aaron – Sono molto orgoglioso di mia madre e per il modo con cui ha coraggiosamente lottato. E mia sorella l’ha fatto davvero davvero bene.” Felice, quando Aaron ha avuto il ruolo nelle McLeod’s Daughters, la sua fidanzata Melinda (si sono conosciuti durante le riprese del film “Strange Planet” nel 1999, dove lei lavorava come extra) ha accettato di trasferirsi da Sydney in un paese dell’Australia del Sud per stare con lui. Hanno acquistato e ristrutturato un casa del 1890 a Gawler, si sono sposati nel 2000 e Ella-Blu è nata nel 2003 sigillando ulteriormente la loro felicità. “Sposarsi è grandioso, e avere un figlio è stato il regalo più grande che potessi immaginare. È incredibile. Lei è così bella. Ti ha cambiato la vita, l’ha consolidata. Mi piacerebbe avere 10 figli, ma queste cose devono essere negoziate prossimamente!” Infatti, qualsiasi cosa gli succeda in futuro, Aaron non dimenticherà mai i suoi umili inizi. Continua a credere in Dio. “Ho avuto troppe cose nella mia vita che non andavano – dice semplicemente, con il suo largo e caloroso sorriso – Ci sono state molte benedizioni e diverse volte ho sentito che ci doveva essere un angelo che mi proteggeva. Ora ho un lavoro favoloso, una bellissima moglie e una figlia felice, che porta gioia ovunque vada. Ho un sacco di cose di cui essere grato.” Il 2005/06 però, l'ha visto nuovamente protagonista delle cronache, per un burrascoso divorzio...alla fine le cose si sono aggiustate e ora il nostro Aaron dopo aver venduto la sua casa di Gawler, si divide tra il set delle McLeod's e Sidney, infatti appena può, corre dalla sua piccolina, alla quale non vuol far mancare in nessun modo la figura del papà!

    (fonte "Sorelle McLeod's Forum" scritto da siv22)

     


     

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