La storia di Radio Marte Stereo
- intervista del 26 marzo 1997 -
Quando è
nata Radio Marte?
Beh, quasi più di 15 anni fa. È apparsa
come nascono tutte le radio napoletane e italiane in genere, così, quasi per
gioco, purtroppo molte di queste sono sparite, invece noi siamo andati avanti.
Si è sempre chiamata Radio Marte?
Sì, si è sempre chiamata così. Ci
piaceva il nome di questo pianeta, l’idea di andare sulla Luna, questo nome
che all’epoca poteva essere magari un po’ particolare… il pianeta…
uscire dalla Terra… Fare qualcosa di ultraterreno quasi. Un po’
ambiziosa come cosa, però più che un’ambizione era uno scherzo, poi la
scelta di un nome di una radio certe volte è anche un’esigenza. Ci sono molte
radio e di Radio Marte ce ne sono due in Italia: Radio Marte Stereo
che siamo noi e Radio Marte che è in Sicilia.
Dopo quanto tempo Radio Marte ha cominciato a essere
conosciuta?
Subito, praticamente. Il successo è
arrivato soprattutto perché abbiamo trovato un format
ideale che è stato sempre quello di coinvolgere i giovani, i ragazzi, infatti
ci sono stati sempre molto vicini. È sempre stata una radio interattiva, anche
quando la parola "interattivo" non era molto conosciuta, tanto è vero
che siamo stati i primi in Italia a inventare la segreteria
marziana. Quindici anni fa non si
usavano ancora segreterie e messaggi, invece oggi è diventata una consuetudine,
si capisce quindi che averla utilizzata per primi ci dava il massimo dell’interattività
quando, ripeto, all’epoca questo termine non era ancora ben definito.
Quali componenti occorrono per mandare avanti una stazione
radio così conosciuta?
Beh, definire "stazione" una
radio come Radio Marte è relativo, sì perché noi siamo un’azienda,
così la definisco io. Comunque, per gestire una radio, ci vuole un team di
persone giuste e non bisogna cambiarle mai, ovviamente bisogna essere fortunati
a trovarle. Una scelta precisa che comprende chi si occupa della parte
commerciale e amministrativa fino ad arrivare alla direzione artistica,
considerando i vari tecnici e d. j. Secondo me, non bisogna cambiare mai le
persone che valgono perché la squadra vincente non si cambia mai.
Come si fa per realizzare una radio?
Come si faceva…!!
Perché?
Perché non si può più. La legislazione
è molto precisa, non è che uno la mattina si sveglia, accende un ripetitore e
fa una radio; si può anche fare, però adesso un ripetitore costa fior di
centinaia di milioni, quindi è difficile. Prima si cominciava per gioco, si
esordiva con i dischi portati da casa ed era una cosa bellissima, anche perché
non c’era ancora il rapporto con le case discografiche e le stesse non avevano
una promozione radiofonica. Sì, così si cominciava con una piccola stazione,
si metteva su questa cosa, si sentiva prima in un quartiere, poi in due, poi in
città e all’epoca, quando non c’era ancora questa giungla di frequenze, era
facile, invece adesso è impossibile. L’unica soluzione è comprare un’azienda
radiofonica così com’è e per fare ciò ci vogliono molti miliardi.
Quante montagne di dischi e cd conservate?
Qualche anno fa non si potevano
calcolare, non si poteva dare una risposta numerica precisa, adesso sì, perché
tutto ciò che sentite in onda è tutto portato nel nostro calcolatore, è tutto
in memoria, ogni disco che arriva è memorizzato sul computer e molto spesso
viene anche mandato dal computer.
Quindi si parla di migliaia di canzoni?
Sì, abbiamo le memorie dei computer
piene e dobbiamo sempre aggiornarci.
E quanti cd si acquistano in media?
Nessuno si acquista, le grandi aziende
radiofoniche vengono supportate dalle case discografiche che fanno promozione
dei prodotti e li mandano a noi perché siamo quelli che poi fanno vendere i
dischi.
Quindi bisogna pagare i diritti alla S. I. A. E.?
Sì, bisogna pagare i diritti per mettere
in onda i dischi, quindi paghiamo la S. I. A. E.
Perché avete cambiato sede?
Beh, abbiamo cominciato in una sede posta
proprio al centro della città, precisamente, prima Vicoletto Costantinopoli
(per un breve periodo), poi ci siamo trasferiti a Port’Alba e poi ci siamo
ulteriormente spostati, diciamo un po’ più fuori mano. C’è dispiaciuto
lasciare la sede storica di Port’Alba, però avevamo forti esigenze di spazio
e ci premeva anche di essere un po’ più fuori dal centro, magari vicini all’aeroporto
così per collegarci più facilmente con Roma e Milano. Ormai ci siamo
ingranditi e abbiamo esigenze maggiori di spostarci da una città all’altra,
così la collocazione ideale ci ha portati proprio qui a due passi dall’aeroporto,
per tanto gli spostamenti sono diventati meno complicati.
Quindi siete conosciuti un po’ in tutta Italia?
Sì, siamo un fenomeno molto strano in
Italia anche perché non copriamo tutta l’Italia, siamo regionali, beh, inter
regionali e copriamo un po’ il basso Lazio, però siamo conosciuti in tutta
Italia attraverso le indagini di ascolto. Ci sono delle società tipo Audi
Radio, Data Media, eccetera che rilevano i dati di ascolto: fanno delle
telefonate campione e in base a una serie di numeri creano i dati di ascolto.
Noi siamo un fenomeno stranissimo perché non siamo un’azienda di livello
nazionale, ma in Italia abbiamo il più alto numero di ascoltatori nel giorno
medio anche perché, a dir la verità, noi copriamo delle zone densamente
popolate per chilometro quadrato. Ad esempio, una radio fortissima di Milano fa
250’000 ascoltatori e noi arriviamo a picchi di 500’000.
Avete allargato la banda di frequenza? Perché certe volte la
stazione non si riceve bene, soprattutto quando c’è cattivo tempo.
Ci sono dei problemi che stiamo
risolvendo per migliorare, quindi ogni tanto, per mettere apposto una frequenza
o per sistemare un ripetitore, bisogna spegnerlo oppure ridurre la potenza.
Però tutto quello che si fa adesso servirà per un miglioramento futuro e per
farci ascoltare ancora meglio.
Le vostre trasmissioni le registrate? Nel senso che se un
ascoltatore, ad esempio, manda una sua storia a "La
mia storia importante",
il d. j. la racconta ma l’ascoltatore non l’ha potuta sentire in quella
particolare serata, come può fare per avere la registrazione?
Noi registriamo tutto perché per legge
bisogna farlo; si registra tutto su videocassetta, dopodiché tutto il materiale
inciso deve essere portato alle autorità competenti. Dare all’ascoltatore il
materiale registrato diventa più complicato, poiché bisogna passarlo dal VHS
alla musicassetta o al DAT o al minidisc e non abbiamo il tempo per farlo, però
è tutto registrato, 24 ore su 24, per legge.
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format:
caratteristica di un programma televisivo o radiofonico in cui si stabilisce
cosa si deve fare, quando lo si deve fare, eccetera.
segreteria
marziana: è la segreteria telefonica di Radio Marte a cui si
lascia un messaggio qualsiasi o una richiesta musicale e tale messaggio può
essere scelto e messo in onda se chi se ne occupa ritiene possibile, visto che i
messaggi che lasciano le persone sono molti e sarebbe materialmente impossibile
mandarli in onda proprio tutti.
La
mia storia importante: è un programma che si faceva dopo la
mezzanotte in alcuni giorni prestabiliti della settimana. Un ascoltatore inviava
“la sua storia importante” (cioè una lettera in cui raccontava del suo
amore più bello) alla radio, si sceglievano le lettere di volta in volta e la
sera stabilita il d. j. la raccontava accompagnando il racconto con delle
interruzioni durante le quali veniva messa in onda una canzone sul tema della
lettera, sul proseguo delle frasi usate, facendola così diventare una specie di
lettera multimediale.