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Testi da
Il Signore degli Anelli
Ai
na vedui Dúnadan! Mae govannen! Lesclamazione
di Glorfindel quando incontra Aragorn sulla via per
Imladris. La traduzione completa non è fornita, ma la
seconda frase è tradotta in [LRIT347] con Ben
incontrato!, per cui la traduzione di tutta lesclamazione
dovrebbe essere Ah, finalmente, Uomo dellOvest!
Ben incontrato. La
prima frase è composta da Ai,
probabilmente un evocazione traducibile con Ah,
dalla preposizione na = a,
dallaggettivo vedui < mmo
di medui = ultimo
e Dúnadan = Uomo dellOvest.
La seconda frase è formata dallavverbio mae
= bene e govannen
= incontrato, participio passato del
verbo govad- = incontrare.
La traduzione letterale dovrebbe quindi essere Ah,
all ultimo Uomo dellOvest! Ben incontrato!. Noro
lim, noro lim, Asfaloth! Lincitamento
di Glorfindel al proprio cavallo mentre subivano lassalto
dei Nazgûl al guado del Bruinen. Anche in questo caso la
traduzione non è fornita, ma dovrebbe essere Corri
veloce, corri veloce, Asfaloth!. La
frase è formata da noro = corri,
imperativo del verbo nor- = correre,
rotolare, lim, non noto
ma probabilmente traducibile con veloce,
e dal nome del cavallo Asfaloth. A
Elbereth Gilthoniel / Silivren penna
míriel / O menel aglar elenath!
/ Na-chered palan-díriel / o
galadhremmin ennorath, / Fanuilos,
le linnathon / Nef aear, sí nef
aearon! La
canzone che Frodo ascolta nel Salone del Fuoco di
Imaldris, tradotta in inglese nel volume The Road
Goes Ever On, non pubblicato in Italia. La mia
traduzione dallinglese è O Elbereth
che accendi le stelle (Starkindler in originale) /
(bianche) faville che digradano scintillanti come
gioielli / dal firmamento [la] gloria della
volta stellata! / A remote distanze
contemplando lontano / da [i] paesaggi
intessuti di alberi della Terra-di-Mezzo /
Semprebianca, a cui va il mio canto / da
questa riva delloceano, qui da questa parte del
Grande Oceano!. Analizziamo ogni singolo
verso separatamente Il primo verso si apre con il
vocativo a = o (da
non confondere con la congiunzione a
= e), seguono poi il nome proprio Elbereth
= Regina delle Stelle lappellativo
Sindarin per Varda, sposa di Manwë, e lappellativo
Gilthoniel = [Colei] che
Accende le Stelle. Il secondo verso si apre con laggettivo
silivren = (bianco)
sfavillante, seguito dal presente penna
= digrada (derivato dal verbo penna-
= digradare) e dallaggettivo míriel
= scintillante come gioielli (derivato
da mîr = gioiello). Il terzo verso inizia con la
preposizione o = da,
seguita dal sostantivo menel =
cielo, e dalla costruzione genitiva aglar
elenath = gloria delle stelle del
firmamento, formata da aglar
= gloria e dal plurale collettivo elenath
= le stelle del firmamento (formato da
elen = stella con
il suffisso collettivo ath). Il quarto verso ha la
preposizione na = a
seguita dal sostantivo chaered <
mmo di haered = remote
distanze e dal gerundio passato palan-díriel
= avendo contemplato lontano. Il quinto verso inizia con la
preposizione o = da
seguita dalla costruzione genitiva galadhremmin
ennorath = paesaggi intessuti di alberi
della Terra-di-Mezzo, formata dal aggettivo
plurale galadhremmin = intessuti
di alberi (singolare galadhremmen),
vocabolo costituito da galadh =
albero, rem =
rete, maglia e dal suffisso
aggettivale plurale in, e dal
plurale collettivo ennorath = le
Terre-di-Mezzo, costituito da ennor
= Terra-di-Mezzo con il suffisso
collettivo ath. Il quinto verso si apre con lappellativo
di Varda Fanuilos = Semprebianca,
seguito dal pronome le = a te,
ti e dal futuro linnathon
= canterò (derivato dal verbo linna-
= cantare). Lultimo verso inizia con
la preposizione nef = da
questa parte, seguita dal sostantivo aear
< mmo di gaear = mare,
dal avverbio sí = qui,
ancora dalla preposizione nef =
da questa parte e dal sostantivo aeron
< mmo di gaeron = grande
mare, cioè aear con il
suffisso on. La traduzione letterale
dovrebbe perciò essere: O Elbereth che
accendi le stelle / sfavillante digrada scintillante come
gioielli / dal cielo la gloria delle stelle del
firmamento! / Avendo contemplato lontano a remote
distanze / dai paesaggi intessuti di alberi delle Terre-di-Mezzo
/ a te canterò, Semprebianca / da questa parte del mare,
qui da questa parte del grande mare! Naur
an edraith ammen! Naur dan i ngaurhoth! Lincantesimo
di Gandalf contro i lupi mannari che li assalirono di
notte allaccampamento lungo la strada per Moria. La
prima frase è tradotta nel volume The Treason of
Isengard (non pubblicato in Italia) e dovrebbe
tradursi con Che il fuoco sia per la nostra
salvezza!; la seconda frase non è tradotta
ma il suo significato dovrebbe essere Fuoco
contro lorda di lupi mannari!. La
prima frase è formata dal sostantivo naur
= fuoco, dalla preposizione an
= per, da edraith,
non noto ma forse traducibile con salvezza
e dal pronome ammen = per noi. La
seconda frase è formata dal sostantivo naur
= fuoco, dalla preposizione dan
= contro e da i-ngaurhoth
< mn di in-gaurhoth, composto
dallarticolo in = i
e dal plurale collettivo gaurhoth =
orda di lupi mannari, formato da gaur
= lupo mannaro con laggiunta del
suffisso collettivo hoth =
orda, schiera usato spesso in senso
dispregiativo. Si noti luso dellarticolo
plurale in, poiché la parola gaurhoth
è effettivamente un plurale, traducibile semplicemente
con lupi mannari. Ennyn Durin
Aran Moria: pedo mellon a minno. Im Narvi hain echant:
Celebrimbor o Eregion teithant i thiw hin La famosa
iscrizione in Ithildin sulle Porte di Moria. Tradotta nel
testo conLe Porte di Durin, Re di Moria. Dite,
amici, e entrate. Io, Narvi, le feci. Celebrimbor di
Eregion tracciò questi segni, ma loriginale
inglese porta ad una traduzione diversa e più fedele alloriginale
Sindarin, da me qui riportata: Le Porte di
Durin, Re di Moria. Parla, amico, e entra. Io, Narvi, le
feci. Celebrimbor di Eregion tracciò questi segni.
La
prima frase è costituita da due costruzione genitive,
formate da ennyn = cancelli
(singolare annon) dal nome proprio
del Nano Durin, da aran = re
e dal nome proprio di Moria, e si traduce quindi con Cancelli
di Durin, Re di Moria. Segue
poi la seconda frase, formata dallimperativo pedo
= parla! (derivato dal verbo ped-
= parlare), dal sostantivo mellon
= amico, dalla congiunzione a
= e e da un altro imperativo, minno
= entra! (derivato dal verbo minna-
= entrare); la sua traduzione è
quindi: Parla, amico, e entra!.
In effetti mellon, come oggetto del
verbo pedo, dovrebbe subire il mmo e
diventare vellon, ma spesso il mmo m
> v non è usato. Questo mancato
mmo è oggi molto dibattuto, perché secondo molti
studiosi di Sindarin, è il motivo per cui Gandalf non
comprende subito quale sia la parola da pronunciare per
aprire le Porte di Moria, e fu consciamente voluto da
Celebrimbor e Narvi. La
terza frase è formata dal pronome im
= io, dal nome proprio del Nano Narvi,
dal pronome hain = loro, essi
e dalla terza persona passata echant
= feci (derivato dal verbo echad-
= fare), e va quindi tradotto
letteralmente con Io, Narvi, feci loro
cioè Io, Narvi le feci. La
quarta e ultima frase è formata dal nome proprio del
Noldo Celebrimbor, dalla preposizione o
= da, di, dal nome proprio geografico
Eregion, dalla terza persona passata teithant
= tracciò, scrisse (derivata dal
verbo teitha- = tracciare,
scrivere), dal mn i thiw
< in tiw,
con larticolo in = le
e tiw < tîw
= lettere (singolare têw)
e dallaggettivo hin = queste
(singolare invariato), posto dopo il sostantivo a cui si
riferisce come usuale; la traduzione è quindi: Celebrimbor
di Eregion tracciò le lettere queste o
correttamente Celebrimbor di Eregion tracciò
queste lettere. In effetti hin,
come aggettivo, dovrebbe subire il mmo e diventare chin. Annon
edhellen, edro hi ammen! Fennas nogothrim, lasto beth
lammen! Linvocazione
di Gandalf per far aprire le Porte di Moria. La
traduzione non è fornita ma dovrebbe essere Cancello
elfico, apriti adesso per noi! Via dacceso del
popolo dei Nani ascolta la parola della nostra lingua!. Questa
invocazione è formata da due frasi che analizziamo
separatamente. La
prima è formata dal sostantivo annon
= cancello, dallaggettivo edhellen
= elfico, dallimperativo edro
= apriti! (derivato dal verbo edra-
= aprire), hi =
ora, adesso, e dal pronome ammen
= per noi, ed è quindi traducibile
con: Cancello elfico, apriti adesso per noi!. La
seconda frase è formata dalla costruzione genitiva di fennas
= via daccesso e nogothrim
= Nani, dallimperativo lasto
= ascolta! (derivato dal verbo lasta-
= ascoltare), dal sostantivo beth
< mmo di peth = parola
(come giusto essendo loggetto di un verbo) e da lammen,
vocabolo apparentemente composto da lam
= lingua con laggiunta del
suffisso aggettivale men
= del nostro (formato dal suffisso
pronominale m = noi
e dal suffisso aggettivale en,
come in ammen = per noi).
La traduzione è quindi: Via daccesso
dei Nani, ascolta la parola della nostra lingua!. Edro!
Edro! Lesclamazione
di Gandalf incollerito, mentre colpisce le Porte con il
suo bastone. Tradotto nel testo con Apriti!
Apriti!. Letteralmente, edro
= apriti! è limperativo del
verbo edra- = aprire. A
Elbereth Gilthoniel / o menel palan-diriel,
/ le nallon sí dinguruthos! /
A tiro nin, Fanuilos! Lispirata
invocazione di Sam nella tana di Shelob in Cirith Ungol,
tradotta nel volume La realtà in trasparenza:
O Elbereth figlio delle stelle / che
dal cielo guardi lontano, / io ti invoco
ora dalloscurità della (paura della) morte!
/ Guarda verso di me Semprebianco!.
La traduzione italiana appare però differente dalloriginale
inglese, riportata nel volume Letters da me
qui tradotta: O Elbereth che accendi le
stelle (Star-kindler nelloriginale) / che
dal cielo guardi lontano, / io ti invoco
ora dallombra della morte! / Guarda
verso di me Semprebianco!. Analizziamo ogni
singolo verso separatamente Il primo verso si apre con il
vocativo a = o (da
non confondere con la congiunzione a
= e), seguono poi il nome proprio Elbereth
= Regina delle Stelle, lappellativo
Sindarin per Varda, sposa di Manwë, e lappellativo
Gilthoniel = [Colei] che
Accende le Stelle. Nel secondo verso si ha la
preposizione o = da,
il sostantivo menel = cielo
e il participio presente palan-diriel
= che guardi lontano, derivato dal
verbo palan-dir- = guardare
lontano e vasto (formato da palan
= lontano e vasto e dir
< mmo di tir- = guardare). Il terzo verso inizia con il
pronome le = a te, ti,
seguito dal presente nallon = invoco
(derivato dal verbo nalla- = invocare),
dallavverbio sí = qui,
dalla preposizione di = sotto
(usata qui con il significato di nella)
e dal vocabolo nguruthos < mmo di
guruthos derivato da gur(u)th
= morte. Non è chiaro da dove
provenga la traduzione oscurità o ombra,
forse la parola guruthos indica il
concetto di ombra della morte. Lultimo verso inizia
ancora con il vocativo a = o,
seguito dallimperativo tiro =
guarda! (derivato dal verbo tir-
= guardare), dal pronome nin
= me stesso, nei miei riguardi e da un
altro appellativo di Varda, Fanuilos
= Semprebianca. Si noti che non si ha
nessun vocabolo Sindarin per verso, ma questo
dovrebbe essere inglobato nel verbo tir-,
assumendo il significato di vigilare,
sorvegliare. Cuio
i Pheriain anann! Aglarni Pheriannath!
Daur
a Berhael, Conin en Annûn! Eglerio!
Eglerio!
Lesclamazione con cui furono salutati i Portatori
dellAnello, Sam e Frodo, sul campo di Cormallen,
tradotta conPossano i Mezzi-uomini vivere a
lungo! Gloria ai i Mezzi-uomini!
Frodo e Sam,
Principi dellOccidente! Sia loro gloria!
Sia
loro gloria!. Questa
esclamazione è divisa in quattro parti che analizziamo
separatamente. La
prima parte è formata dallimperativo (impersonale)
cuio = vivano! (dal
verbo cuia- = vivere),
dal mn i Pheriain < in
Periain formato da in =
i e Periain =
Mezziuomini(singolare Perian),
e dalla probabile proposizione anann,
formata da an = per
e ann = lungo, e
traducibile quindi con per lungo [tempo];
la traduzione letterale dovrebbe quindi essere Vivano
i Mezziuomini per lungo [tempo]!. La
seconda parte e formata dal sostantivo aglar
= gloria, dal mn ni
Pheriannath < an in Periannath,
costituito dal preposizione an =
per, dallarticolo in
= i e dal plurale collettivo Periannath
= Mezziouminit; la traduzione
letterale dovrebbe quindi essere: Gloria
per i Mezziuomini!. La
terza parte è formata dal nome proprio Daur (Frodo),
dalla congiunzione a = e,
dal nome proprio Berhael (Samvise), dal sostantivo conin
= principi (singolare cund),
dalla preposizione en = del,
e dal sostantivo Annûn = Occidente;
la traduzione è quindi: Frodo e Samvise,
principi dellOccidente. La
quarta e ultima parte è formata dalla ripetizione dellimperativo
eglerio = glorificate!,
derivato dal verbo egleria- = glorificare,
ed è quindi traducibile letteralmente con Glorificate[li]!
Glorificate[li]!. Onen
i-Estel Edain, ú-chebin estel anim Il linnod,
o lamento, che Gilraen disse a suo figlio Aragorn lultima
volta che lo vide, tradotto in una nota a piè di pagina
con Ho dato la speranza ai Dúnedain, non ne
ho conservata per me [stessa]. Questo
linnod è formato da due parti che
analizziamo separatamente. La
prima è formata da onen, probabile
prima persona passata irregolare del verbo onna-
= generare, causare (quella regolare
sarebbe onnen), traducibile quindi
con generai, causai, e dalla
costruzione genitiva costituita da i
= il, dal sostantivo estel
= speranza e dal sostantivo Edain
= Uomini (delle Tre Case) (singolare adan);
la traduzione dovrebbe quindi essere: Generai
la speranza degli Uomini. La
seconda parte è formata dal presente ú-chebin
= non conservo, costituito dal
prefisso negativo ú- e da chebin
< mmo di hebin= tengo,
conservo (derivato dal verbo heb-
= tenere, conservare), dal sostantivo estel
= speranza e dal pronome anim
= per me stesso; la traduzione
dovrebbe quindi essere: non conservo
speranza per me stessa. Testi da
"Racconti Incompiuti"
Gurth
an Glamhoth! Limprecazione
di Tuor rivolta ad un accampamento di Orchi, tradotta
nella nota 18 a pag 82 con Morte allorda
assordante!. Questa
esclamazione è formata dal sostantivo gurth
= morte, dalla preposizione an
= per e dal sostantivo collettivo glamhoth,
tradotto nel testo con orda assordante,
ma la traduzione sembra in effetti essere unaltra.
In [RP404] si trova il vocabolo Noldorin (Antico Sindarin)
glâm = odio, per
cui, laggiunta del suffisso collettivo -hoth=
orda, schiera, darebbe come
significato orda dellodio.
In effetti non cè nessun articolo davanti a Glamhoth
e se lo si volesse aggiungere, bisognerebbe porre larticolo
plurale in = i,
ottenendo semplicemente: Gurth an
in Glamhoth! o in forma
accorciata Gurth nin Glamhoth!. Alae!
Ered en Echoriath, ered e-mbar nín! Lesclamazione
di Voronwë quando scorse le pareti degli Echoriath
dietro le quali si trovava Gondolin, parzialmente
tradotta nella nota 19 a pagina 82 e riportata però in
maniera errata. La traduzione corretta è: Alae!
[Guarda!?] Le montagne dellEchoriath,
le montagne della mia casa!. Lesclamazione
iniziale (Alae!) non è conosciuta,
ma potrebbe essere ragionevolmente tradotta con Guarda!.
La frase successiva è composta dal sostantivo irregolare
ered = montagne (singolare
orod), dalla preposizione en
= del, dal nome proprio di montagne
Echoriath, ancora da ered, dal mmi e-mbar
< en bar, formato ancora da en
e dal sostantivo bar < bâr
= casa, dimora, e dallaggettivo nín
= mio, posto dopo il sostantivo a cui
si riferisce come corretto e che non subisce il mmo come
tutte le parole in n-. Lacho
calad! Drego morn! Il
grido di battaglia della Casa di Hador, tradotto nel
testo conFiammeggia Luce! Fuggi Notte!. Il
grido è formato dallimperativo lacho
= fiammeggia! declinato dal verbo lacha-
= ardere, fiammeggiare, dal sostantivo
calad = luce, dal
secondo imperativo drego = fuggi!,
declinato dal verbo drega- = fuggire,
e dal aggettivo morn = nero,
scuro, usato qui come sostantivo per Notte;
più appropriato sarebbe stato il sostantivo fuin
= tenebra, oscurità. Bisogna notare
che calad e morn,
come oggetti di un verbo dovrebbero subire il mmo, per
cui dovrebbero diventare galad e vorn,
anche se spesso il mmo m > v
è ignorato. Al di
fuori de Signore degli Anelli, la fonte più importante
di testi Sindarin, oltre ad essere anche il più lungo
testo in qualsiasi lingua elfica, è la Lettera del
Re, parte dellepilogo a Il Signore degli
Anelli , che Tolkien successivamente decise di eliminare.
Con questa lettera, Aragorn, ormai re di Gondor, annuncia
a Sam una sua imminente visita ai confini della Contea, e
lo invita a presentarsi al ponte sul Baranduin insieme a
sua moglie e a tutti i suoi figli; questo testo fu poi
pubblicato nel volume Sauron Defeated, non
pubblicato in Italia. Segue il testo originale e la
traduzione dallinglese. Elessar
Telcontar: Aragorn Arathornion Edhelharn, aran Gondor ar
Hîr i Mbair Annui, anglennatha i Varanduiniant erin
dolothen Ethuil, egor ben genediad Drannail erin Gwirith
edwen. Ar e aníra ennas suilannad mhellyn în phain:
edregol e aníra tírad i Cherdir Perhael (i sennui
Panthael estathar aen) Condir i Drann, ar Meril bess dîn;
ar Elanor, Meril Glorfinniel, ar Eirien sellath dîn; ar
Iorhael, Gelir, Cordof, ar Baravorn, ionnath dîn. A
Pherhael ar am Meril Suilad uin aran o Minas Tirith
nelchaenen uin Echiur. Elessar
Telcontar (nomi Quenya): Aragorn figlio di
Arathorn, Gemma-elfica, re di Gondor e Signore delle
Terre Occidentali, si avvicinerà al Punte sul Baranduin
nellottavo giorno di Primavera, ovvero secondo il
calendario della Contea il secondo giorno di Aprile. Ed
egli desidera lì salutare tutti i suoi amici.
Specialmente egli desidera vedere Mastro Samwise (che
dovrebbe essere chiamato Fullwise), Sindaco della Contea,
e Rosa sua moglie; e Elanor, Rose, Cioccadoro e Daisy le
sue figlie; e Frodo, Merry, Pipino e Hamfast, i suoi
figli. Per Samwise e Rosa il saluto del Re di Minas
Tirith, il trentunesimo giorno di Stimolo. (Ho
mantenuto la versione originale Samwise e non Samvise per
lasciar intendere il gioco di parole tra parentesi.) Il
testo è lungo e complesso, perciò lo analizziamo frase
per frase.
a cura di Gil-galad
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