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The Lord
of The Rings - The Return of the King (Nuova Zelanda -
USA, 2003) - Durata: 3h21m (Traduzione
della recensione dellanteprima di IL RITORNO DEL
RE, di James Berardinelli) La storia
del cinema è piena di casi in cui una trilogia è
crollata miseramente nel film conclusivo: Il ritorno del
Jedi [qui dissento fortemente dal critico. FC], il
Padrino III, Matrix Revolutions [qui concordo pienamente!],
e così via. Jackson invece ha fatto molto di più che
monetizzare il successo degli altri film. IL RITORNO DEL
RE non è solo una degna conclusione per la trilogia, ma
è anche meglio dei predecessori. In qualche modo PETER
JACKSON è riuscito a sintetizzare ciò che funzionava
meglio negli altri due film, eliminando le parti meno
riuscite. Il risultato è sbalorditivo: ad oggi, nel
mondo del cinema, non cè niente di paragonabile a
Il Signore degli Anelli. Come per
LE DUE TORRI, una qualche forma di conoscenza preliminare
è necessaria; tuttavia, con i film precedenti
disponibili su VHS e DVD non è un problema. IL RITORNO
DEL RE inizia dove è finito LE DUE TORRI, con gli hobbit
Frodo e Sam e la creatura Gollum in cammino verso Mordor.
Nel frattempo, la compagnia formata da Gandalf il mago,
Aragorn il ramingo, Legolas lelfo e Gimli il nano
si riunisce ai loro amici hobbit Pipino e Merry sulla
scena di Isengard. Da qui il film segue due percorsi
paralleli: Frodo, sempre più affaticato e tormentato
dallAnello, tenta di aprirsi la strada verso il
Monte Fato; durante il cammino dovrà fare i conti con il
tradimento e la follia, e dovrà fronteggiare Shelob, il
mortifero ragno gigante. Intanto Gandalf e Pipino si
dirigono a Minas Tirith per avvisare gli abitanti di
Gondor dellimminente invasione da parte degli
eserciti di Sauron, mentre Aragorn si prepara a
presentarsi come il Re erede di Isildur. Il film è
lento allinizio, quando PETER JACKSON ripresenta i
personaggi. Da lì in poi è un continuo crescendo,
leggero ma costante, fino a un apice entusiasmante. (
)
Quando il film è finito non riuscivo a credere che
fossero passate 3 ore e 20. Non sarebbe giusto descrivere
il film come uninsieme di belle scene, perché è
un tutto unico gestito magistralmente da PETER JACKSON,
ma se Gene Siskel disse una volta che un gran film
richiede la presenza di tre scene memorabili e lassenza
di scene malriuscite, allora IL RITORNO DEL RE supera
largamente questo criterio. Perché
questo film è meglio dei due precedenti? Penso per tre
motivi. Il primo è che è la conclusione, la risoluzione
di una vicenda che abbiamo seguito per due anni. Il
secondo è che Jackson, come Tolkien, ha lasciato il
meglio alla fine. Per quanto la battaglia del Fosso di
Helm fosse impressionante, diventa una scaramuccia in
confronto allassedio di Minas Tirith e alla
battaglia dei Campi di Pelennor. E le lotte interiori di
Frodo diventano enormi; Jackson vede la sua sofferenza
come un dramma teatrale (e la musica di Howard Shore lo
asseconda con brani corali). Infine, cè il fatto
che ormai conosciamo i personaggi, dopo che ci hanno
accompagnato per due anni e sei ore di spettacolo (sette
per chi ha visto le versioni estese). Per chi
detesta le conclusioni improvvise, PETER JACKSON ha in
serbo un regalo: IL RITORNO DEL RE finisce con un epilogo
di 20 minuti che, narrando gli eventi nei 4 anni
successivi alla Guerra dellAnello, chiude ogni
possibile vicenda. Il film (che finisce esattamente con
le stesse parole del libro), pur lasciandoci
completamente soddisfatti, genera in noi un vago senso di
malinconia quando appare il The End, perché
significa che è finito tutto. I puristi
di Il cast,
meglio che negli altri film. Elijah Wood è bravo nel
ruolo di un Frodo che è lombra dellallegro
hobbit di una volta; Sean Astin trasforma Sam in un fiero
cavaliere che lo protegge contro le insidie di Gollum, la
terribile Shelob e le forze di Mordor. Viggo Mortensen ci
offre un ritratto di Aragorn a tutto tondo. Ma un gradino
sopra gli altri stanno Ian McKellen e Andy Serkis.
Gandalf ha per la prima volta una gran parte nel film, e
McKellen ce lo presenta come un uomo di grande saggezza,
poca pazienza, e grande abilità in battaglia. Serkis è
bravo a dare voce e movimenti a Gollum, ma cè
anche un flashback in cui Serkis impersona Smeagol prima
di essere corrotto dallAnello. Gli
effetti speciali hanno stabilito un nuovo standard di
qualità: i soldati creati al computer sembrano attori
veri, non pupazzi da cartoni animati. E la colonna sonora
è perfetta: Howard Shore sa essere, a seconda delle
circostanze, epico o dolce. Adesso
Peter Jackson è atteso per il remake di King Kong, e già
lidea mi esalta. Non ha escluso del tutto lidea
di tornare alla Terra di Mezzo per filmare Lo
Hobbit, se la complicata storia dei diritti dautore
lo permetterà. Nel frattempo ci ha comunque dato una
trilogia di film da ricordare, una pietra miliare del
cinema. IL SIGNORE DEGLI ANELLI ha legittimato il film di
fantasia come nessun altro aveva fatto prima, e ha
dimostrato che una |
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