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Húrin


Húrin era un membro della Casa di Hador di Dor-lómin ed era detto “Il Forte”a causa della sua prestanza fisica e “Il Costante”. Questa era una terra che Fingolfin consegnò ad Hador (nonno di Húrin) visto i grandi servigi che questo aveva rivolto al Re; Hador radunò la sua gente e si trasferì nella signoria del Dor-lómin del quale ne prese il comando. Da quel giorno tutti i suoi eredi, Húrin compreso, furono immischiati nella sorte dei Noldor. Due anni dopo la fine della Dagor Bragollach, Húrin e suo fratello Huor, dimoravano con gli Haladin (la seconda stirpe di Uomini ad entrare nel Beleriand; successivamente chiamati Uomini del Brethil) e qui vennero allevati da loro zio Haldir. Entrambi parteciparono in età molto giovane alla guerra contro gli Orchi che, una volta conquistata la Minas Tirith del regno di Gondolin, continuarono ad avanzare fino alle bocche del Sirion e se non fosse stato per gli Uomini del Brethil uniti alle schiere di Thingol, avrebbero saccheggiato l’intero Doriate che invece rimase sorvegliato e in pace per molti anni ancora. Durante il combattimento però, Húrin e Huor, si trovarono tagliati fuori dal resto dell’esercito e fuggirono fino al guado del Brithiach e sarebbero stati uccisi se prima Ulmo e poi Thorondor Signore delle Aquile non li avessero aiutati; furono portati nel regno nascosto di Gondolin sotto Re Turgon. Vi rimasero per un anno e molto impararono dagli Elfi ma, a causa delle breve durata della loro vita, decisero di andarsene con grande dispiacere sia loro che di Turgon che si era molto affezionato a loro; si ritrovarono però durante la battaglie delle Innumerevoli Lacrime. Húrin e Huor erano andati contro Angband insieme ai Nani di Belegost e alle schiere di Fingon fratello di Turgon; questo giunse inaspettato a dar man forte alla battaglia. La guerra era a loro favore ma con il tradimento degli Uomini Orientali la battaglia terminò con la vittoria di Melkor; Fingon venne ucciso da Gothmog Signore dei Balrog e Huor cadde trafitto da una freccia avvelenata che lo colpì in un occhio; Turgon riuscì a salvarsi grazie ai resti della Casa di Hador che ancora resisteva. Húrin e Huor (prima di essere ucciso) esortarono Turgon ad andarsene e, raccogliendo le ultime loro forze, diedero vita ad una eroica resistenza che permise al Re di tornare a Gondolin; nel frattempo Huor cadde e Húrin, unico superstite, solo con la propria ascia uccise più di settanta nemici al grido di “Aure Entuluva/Il giorno risorgerà” ma poi venne catturato e portato ad Angband. Dopo ventotto anni di prigionia durante i quali Melkor cercò di avvelenargli la mente, venne lasciato libero, sperando che il desiderio di Húrin fosse quello di tornare da Turgon a Gondolin. Arrivò ai confini del regno dove non venne fatto entrare perché Turgon dubitava che potesse essere veramente Húrin così questo si mise ad urlare, ignaro di essere seguito dai servi di Melkor i quali rivelarono al loro signore l’esatta collocazione di Gondolin (provocandone la futura caduta) . Húrin allora andò a vedere le rovine di Nargothrond dove incontrò Mîm il Nano, traditore di suo figlio Túrin; uccise questo e raccolse dal grande tesoro rimasto nelle rovine la Nauglamir, la Collana dei Nani, e se ne andò. Giunto vicino alle Cascate del Sirion venne catturato dagli Elfi e condotto davanti al cospetto del suo vecchio amico Re Thingol e la regina Melian. Si rivolse con parole furibonde al Re a causa delle menzogne di Melkor raccontategli sull’ospitalità concessa ai membri della sua famiglia ma venne interrotto bruscamente da Melian che con le sue parole e il suo potere rivelò la verità a Húrin. Questo allora consegnò a Thingol la Nauglamir in segno di scusa e di ricordo; fatto questo partì da Menegroth. Si dice che Húrin non intendesse più vivere, privo ormai com’era di scopi e desideri e finì per gettarsi nel Mare Occidentale; così scomparve il più possente guerriero degli Uomini Mortali.

a cura di Thorin Scudodiquercia



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