CENNI INTRODUTTIVI
Inaugurato nel Settembre del 1961, il Museo ha sede nella Rocca Albornoziana (costruita negli anni 1360-1364), massima opera monumentale di Forlimpopoli.
Il percorso espositivo, frutto di radicali ristrutturazioni delle raccolte e di cospicui progressivi ampliamenti degli spazi museali, operati in gran parte negli anni Ottanta, si articola attualmente in sei sale allestite coi numerosi materiali preistorici, protostorici, romani, medioevali, e post-medioevali acquisiti in prevalenza a seguito di ricerche e scavi eseguiti nel territorio forlimpopolese.
L'odierna suddivisione dei reperti nelle sale è stata realizzata tenendo conto della provenienza e dell'età dei documenti archeologici, per offrire ai visitatori un quadro topografico e cronologico della presenza umana nelle varie zone del territorio, dalle epoche più antiche fino al Medioevo ed oltre.
La visita al Museo pertanto non si esaurirà nella sola visione di oggetti (sia pur interessanti ed a volte anche rari), ma potrà essere soprattutto occasione di un proficuo approccio di carattere prettamente storico-culturale. Il pubblico, passando da una sala all'altra, potrà facilmente ripercorrere, attraverso la lettura dei reperti, le varie tappe della vita dell'uomo nella località ed acquisire, sia pur a grandi linee, gli elementi base per venire a conoscenza dello sviluppo storico del territorio.
Interno del Museo - Sala III
Dopo una sosta nella Sala I, in cui sono esposti materiali non forlimpopolesi, provenienti da località lontane ed estranee al contesto culturale del luogo, inizia il percorso espositivo dei documenti di Forlimpopoli ed immediati dintorni. Dalla Sala II alla VI si snoda infatti l'itinerario di visita dei reperti locali, testimonianze concrete del divenire storico forlimpopolese, dalla Preistoria fino agli albori dell'età Moderna.
ITINERARIO DI VISITA
Sala I - Materiali non forlimpopolesi
Il percorso espositivo del Museo inizia da un piccolo ambiente situato all'interno del torrione nord-est della rocca. Qui sono stati raccolti reperti di provenienza non forlimpopolese, donati da collezionisti o appassionati ricercatori. Spiccano, fra i vari materiali, alcuni bifacciali del Paleolitico inferiore, due asce dell'età del Bronzo ed un bronzetto con figura di offerente appartenuto allo storico Emilio Rosetti.
Sala II - Preistoria e Protostoria locali
Dalla prima Sala si entra nell'ambiente della "Conserva", da cui incomincia l'esposizione dei reperti locali e quindi la documentazione storico-archeologica di Forlimpopoli e delle zone limitrofe. In quattro vetrine, poste attorno alla grande vasca di un'antica ghiacciaia, è sistemata la raccolta dei reperti pre-protostorici, che comprende materiali di epoche molto diverse.
Vi sono manufatti di selce che attestano la presenza dell'uomo paleolitico nel territorio in due periodi distinti, il più antico dei quali è databile all'incirca a un milione di anni fa, mentre il secondo è collocabile intorno ai 200.000 anni da oggi.
Chopping-tools (Paleolitico inferiore)
Altri reperti esposti nella Sala sono di epoche molto più recenti: sono attribuibili all'Eneolitico ed all'età del Bronzo, culture inquadrabili cronologicamente nell'arco di tempo che inizia con l'arrivo del III Millennio a.C. e finisce nel X sec. a.C.. Fra questi materiali figurano alcuni martelli in pietra con foro, punte di frecce in selce e numerosi frammenti di vasi ceramici, cotti con mezzi primitivi e modellati senza l'uso del tornio, ritrovati a Forlimpopoli, a Le Larghe, a Casticciano, a Monte Maggio, a Capocolle e a Pievequinta.
Accanto all'ingresso della Sala, sono infine esposti (nella vetrina n. 5) i pochi reperti dell'età del Ferro provenienti dal territorio, fra i quali fanno bella mostra di sé tre braccialetti bronzei del VI sec. a.C. rinvenuti a Bertinoro.
Mosaico pavimentale (II sec. d.C.)
Sala III - Forlimpopoli romana
Nella Sala III, molto ampia ed austera, si conservano i reperti dell'epoca romana, che costituiscono il nucleo più consistente del Museo. Questo settore annovera resti veramente cospicui di Forum Popili, l'antica città fondata sulla Via Emilia nel II sec. a.C. e divenuta più tardi sede di governo municipale.
Nel grande ambiente sono sistemati vasti tratti di pavimento a mosaico con eleganti disegni geometrici in bianco e nero dei primi secoli dell'Impero.
Mosaico pavimentale (II - III sec. d.C.)
Lungo una parete è collocato il lapidario, il quale presenta documenti di rilievo. L'iscrizione più singolare tramanda il ricordo delle contese elettorali per le cariche del Municipio, menzionando un candidato che, se sarà eletto, offrirà uno spettacolo gladiatorio ai cittadini. La lapide rivela inoltre un'altra caratteristica nota di costume e cioè l'usanza antica di imbrattare i muri delle case con le varie scritte elettorali. Il testo infatti termina con un saluto a chi avrà evitato di scrivere sopra la lapide stessa.
Frammento di vaso di vetro-cammeo (età augustea)
Una grande iscrizione è dedicata al personaggio politico Lucius Funisulanus Vettonianus, della seconda metà del I sec. d.C., il quale ricoprì numerose importanti cariche in diverse parti dell'Impero. Fra le lapidi di carattere funerario, una è particolarmente significativa, perchè menziona l'esistenza del culto della dea Iside nella zona. L'iscrizione, databile al I sec. d.C., ricorda infatti la presenza nella città di sacerdoti e di un sodalizio isiaco.
Spicca nel lapidario la copia in gesso del rilievo con l'insegna della fullonica, ritrovato nel 1878 in località Melatello (l'originale si conserva al Museo Archeologico di Forlì).
Altri interessanti materiali archeologici d'età romana sono esposti nelle vetrine della Sala III. Sono ceramiche, bronzi, vetri, monete provenienti dagli scavi eseguiti nella città, nelle immediate aree suburbane e nelle vaste campagne che appartennero all'antico territorio municipale foropopiliense. Di questi reperti i più notevoli sono una testina di marmo del II sec. d.C. raffigurante forse Afrodite, un'altra scultura marmorea del II sec. d.C. col volto di Bacco, una testina di negroide in bronzo, un bronzetto del I-II sec. d.C. con guerriero celtico ed un frammento di vaso di vetro-cammeo con porzione di finissimo fregio (età augustea).
Nella grande sala sono esposte anche molte anfore vinarie, prodotte dalle fornaci romane che erano molto attive, dalla metà del I sec. d.C. alla metà circa del III sec., nelle zone suburbane poste ad est dell'antico centro. L'enorme quantità di resti di tali vasi rinvenuti a Forlimpopoli è una testimonianza tangibile della considerevole operosità degli antichi fornaciai, impegnati nella fabbricazione su vasta scala di forme originali, caratteristiche del luogo, utilizzate per il commercio di ottimi vini come il Trebbiano e l'Albana, che venivano prodotti nella zona anche in età romana. Fra i reperti più cospicui, relativi all'antica attività ceramica locale, figura un avanzo di fornace, ricostruito al centro della sala.
Resti di fornace (II sec. d.C.)
Sala IV - Materiali ritrovati in prevalenza a Le Larghe
La rassegna dei materiali romani del Museo continua con una serie di reperti esposti nella Sala IV, ritrovati in gran parte a Le Larghe (Frazione S.Andrea). Sono in genere oggetti provenienti da corredi funerari: ceramiche a vernice nera, vasetti di ceramica grigia o rosata a pareti sottili, coppette di terra sigillata, lucerne fittili, balsamari vitrei e monete.
Balsamario vitreo (età tardoantica)
Sala V - Resti di necropoli romano-altomedioevale
L'itinerario di visita prosegue verso la parte nuova del Museo, che si raggiunge dalla Sala III attraverso una breve scala di ferro. Nella Sala V sono stati collocati resti di una necropoli romano-altomedioevale, affiorati durante scavi eseguiti a cura della Soprintendenza Archeologica negli anni 1980 e 1981 in Via Dal Fiume.
In un angolo è ricostruita una delle sepolture ritrovate. E' una tomba alla cappuccina di una donna, di cui resta lo scheletro adagiato su un letto di mattoni e protetto da tegole disposte a capanna. In una vetrina sistemata al centro della sala, si conservano i reperti minuti ritrovati qua e là nell'area della necropoli.
Sala VI - Documenti archeologici della Forlimpopoli medioevale e post-medioevale
In questa ultima sala sono esposti vari materiali ritrovati nel capoluogo e nelle aree limitrofe. Lungo le pareti figurano avanzi di elementi architettonici appartenuti in gran parte alla Cattedrale romanica di Forlimpopoli, la quale sorgeva nel luogo della rocca e fu distrutta (verso il 1363) per ordine del Cardinale Albornoz, che fece costruire la fortezza sulle rovine dell'edificio sacro.
Nella Sala VI sono conservate inoltre numerose ceramiche, di varie epoche, ritrovate negli scavi della città ed in particolare negli sterri della rocca, ove sono affiorati anche frammenti di stoviglie con lo stemma della Famiglia Zampeschi, che ebbe il dominio di Forlimpopoli dal 1535 al 1592. Provengono dalla zona della fortezza anche diversi grossi proiettili di mortaio (attualmente disposti sul pavimento della sala), i quali sono una concreta testimonianza delle antiche contese per la conquista del castello.
Piatto in ceramica ingobbiata, graffita, dipinta e verniciata (sec. XVI)
Resti della Cattedrale romanica
La visita al Museo a questo punto è conclusa. Ritornando verso l'uscita si potranno esaminare infine i resti dei muri della Cattedrale forlimpopolese, visibili accanto alla scaletta in ferro della Sala V e sotto le vetrate della Sala III. Sarà facile rendersi conto dell'ampiezza di questa importante chiesa cittadina che aveva una facciata monumentale rivolta verso la piazza medioevale del paese, ancor prima che fosse costruita la rocca.
TOBIA ALDINI
(Direttore del Museo Archeologico Civico di Forlimpopoli)
Tratto dalla "Breve guida al Museo" (Febbraio 1997)
Tutti i diritti appartengono al Comune di Forlimpopoli. Si ringrazia per la gentile concessione.
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