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La Magia e l'Incanto

Da sempre nel mondo e nella storia degli uomini esistono personaggi "magici" conosciuti come Maghi, Streghe, Fate, Elfi, Folletti, Ninfe, Sirene, ecc. Alcuni di questi personaggi non sono solo frutto della fantasia, ma sono vissuti e vinono tuttora. Hanno un aspetto normalissimo e solo la conoscenza delle arti magiche li distingue dalle persone comuni.
Cercheremo di darne un breve cenno "raccontando" alcune loro caratteristiche.

I Druidi

La parola Druido deriva da "Derwid" quercia o albero del cielo. I Druidi vengono chiamati anche maghi, sciamani, incantatori.
Nella tradizione celtica il loro potere era superiore anche ai re.
Svolgevano tre funzioni fondamentali:erano i saggi depositari delle tradizioni e delle conoscenze magiche e astronomiche che condizionavano la vita del popolo; erano i più alti magistrati, consiglieri di re, giudici di ogni contesa, amministratori della giustizia; erano i diretti intermediari degli Dei, unici interpreti del volere divino. Avevano vestiti candidi, simbolo di verità e luce, abitavano nelle grotte e nei boschi, ripudiavano oro e argento.
Furono giudici, medici, machi, poeti e cantori di gesta che rappresentavano la vera memoria storica del popolo celtico. Il noviziato dei Druidi durava vent'anni poichè nulla veniva messo per iscritto e tutto il sapere era tramandato oralmente. La fontana è uno dei maggiori simboli Druidici: l'acqua delle fontane veniva usata a scopo magico, religioso e tarapeutico.
In Bretagna, terra di Druidi per eccellenza, le fontane sono numerosissime.
Secondo alcuni i Druidi adoravano la natura, soprattutto gli alberi, e si radunavano presso i dolmen ( il più famoso è quello di Stonehenge) per celebrare i loro riti religiosi in corrispondenza col solstizio. Per altri erano maghi potenti ed indovini o ancora semplicemente bardi e profeti.
Il fenomeno del megalitismo, sparso su tutto il pianeta, è avvolto nel mister, no ha spiegazioni scientifiche: non se ne sa assolutamente nulla e neppure vengono azzardate ipotesi. E' evidente che cerchi di pietre, tumulus, dolmen, menhir sono situati in punti magici del pianeta e emanano una grande energia. Si dice che i menhir abbiano poteri terapeutici e si possano usare per scopi magici. L'aria che li circonda sembra poter confermare qualsiasi leggenda. Certo è che ancora oggi c'è chi li usa per riti e cerimonie particolari: forse i Druidi, forse i pellegrino o forse gli eredi degli antichi sciamani che tornano con gli allievi nei loro templi ancestrali. Un giorno ... le pietre ci sveleranno il segreto.
In Europa la scomparsa dei Druidi coincise con la progressiva romanizzazione delle tribù celtiche.
I Romani diedero una caccia spietata ai Druidi, forse perchè avevano giudato la resistenza contro i loro eserciti. Molti furono uccisi, altri passarono dalla parte dei vincitori e divennero sacerdoti dei nuovi templi romani. In Irlanda, mai invasa dalle legioni romane avvenne solo molto più tardi con l'avvento del cristianesimo. Con la scomparsa del suo ruolo centrale nella società il potere dei Druidi si scisse nei due aspetti di cantore e poeta e in quello di Mago dei boschi isolato ai confini della società.

Le Fate

L'origine delle fate è avvolta nel mistero. Nella mitologia pagana erano ritenute le compagne dei fauni con il potere di predire il futuro o anche "le donne

selvatiche" cioè dei boschi, delle acque.
Nella storia, come nella religione e nei miti, per secoli è stato assegnato alle Fate un posto importante e concreto nella vita quotidiana degli esseri umani e della terra.
Ci sono Fate benefiche o malefiche ma generalmente tutte tendono inganni all'avidità umana. Esseri soprannaturali dotati di potere magico che permette loro di cambiare aspetto o di farlo combiare agli altri, corrono in aiuto degli innocenti e dei perseguitati; riparano torti, vendicano offese. Presenziano alle nascite, concedono doni e infuenzano l'esistenza degli umani. Possono essere maligne e vendicative. Hanno la capacità di rendersi visibili o invisibili agli occhi dei mortali a loro piacimento, e possono addirittura essere contemporaneamente visibili a una persona e invisibili ad un'altra. L'ora è spesso un fattore fondamentale, il più delle volte si possono scorgere a mezzogiorno, a mezzanotte, oppure nelle ore di luce crepuscolare che precedono l'alba e seguono il tramonto. L'alba è il momento in cui gli uomini possono sfuggire ai loro incantesimi. I giorni particolarmente favorevoli per scorgerle sono: Calendimaggio che festeggia il ritorno al solstizio estivo, la vigilia del solstizio d'estate e la vigilia di Ognissanti (che per i Celti segnava il passaggio dal vecchio anno al nuovo). Il travestimento da loro usato come protezione è in genere chiamato "incanto", e spesso ha lo scopo d'ingannare i motrali per fargli credere che stanno trattando con qualcuno della loro specie. L'incanto ... . Da "La canzone dell'ultimo menestrello" di W. Scott: "Faceva sembrare una dama un cavaliere, / un guscio di noce una scialuppa dorata, / Una capanna di pastori un gran palazzo, / Gioventù vecchiezza e vecchiezza gioventù, / Tutto era inganno e nulla veritiero".
Vivevano in case poste su piccole colline, scavate nel tufo, ricoperte di terra ed erba in modo da mimetizzarsi perfettamente con l'ambiente. Erano grandi, belle, molto ordinate e illuminate da fuochi perpetui sempre accesi. Le abitazioni erano inviolabili, e nessun umano riusciva ad entrarvi. Abili filatrici e ricamatrici, i loro ricami assomigliavano a meravigliose ragnatele color arcobaleno. La musica delle Fate ha ispirato nei secoli poeti, pittori e musicisti, tutte le arti vengono ispirate dalla forza irresistibile della "Musa".
La terra delle Fate è avvolta dalla nebbia che la rende sfuggente e misteriosa come i suoi abitanti; il tempo ha una durata diversa dal normale. Una leggenda narra che un giovane si mise ad ascoltare una musica appoggiato al tronco di un albero, quando la melodia terminò si stupì nel vedere che l'albero prima rigoglioso era completamente secco. Tornando a casa, scoprì che era coperta di edera, sulla soglia c'era un uomo sconosciuto al quale si presentò e chiese notizie dei suoi genitori lasciati a casa solo pochi minuti prima. Il vecchio gli chiese il nome, impallidì e disse: "ho sentito spesso mio nonno, tuo padre, parlare della tua scomparsa", a queste parole il ragazzo si sgretolò in polvere.
L'isola delle Fate più famosa è Avalon dove si racconta che Re Artù ferito a morte venne curato e salvato.
Le Fate e gli Elfi musicisti possiedono un'abilità magica.
Molte arie e canzoni note in tutto il mondo traggono origine dal regno delle Fate. Si sa che le melodie delle Fate sono belle, tristi e nello stesso tempo selvagge e capricciose, ed esercitano un fascino Fatale sui mortali. Gli Elfi e le Fate suonano una gran quantità di strumenti: violino, arpa, tamburello, cembalo e scacciapensieri. Con passione simile a quella per la musica, Elfi e Fate, buoni e cattivi, adorano la danza. Il tipo più comune è una specie di danza circolare in cui queste creature saltano e si contorcono in un turbinio selvaggio.

Le Sirene

L'Oceano, pieno di misteri e di spaventi, d'incantesimi e di mostri, suscitò nell'immaginazione degli antichi numerose personificazioni di tutte le forze, dei segreti, delle aspre collere della voluttà delle sue ore di calma e di splendore. Secondo la mitologia greca le Sirene erano dette Nereidi in quando figlie di Nereus e delle Oceanine: erano ricche di fascino, grazia e bellezza; ognuna di esse presiedeva una mare o una parte dell'oceano che ne assumeva in quache modo la personalità, le qualità ed anche a volte poteva rifletterne l'umore o il particolare stato d'animo.
Ancora più anticamente tuttavia le Sirene non venivano immaginate con la coda di pesce, ma come ragazze con il copo di uccello che, appollaiate in silenzio sulle rocce mediterranee, aspettavano il passaggio dei naviganti che avvicinandosi alle loro isole (forse tra Sorrento e Messina) avvertivano strane vibrazioni, poi voci ammalianti a cui non potevano resistere ed era la loro rovina.
Con il tempo le Sirene (forse dopo il VII secolo d.c.) cambiarono aspetto, le troviamo raffigurate dalla fantasia popolare come donne con ali e coda di pesce. Cominciarono allora a nuotare verso altri mari, fuori dal Mediterraneo, verso l'Islanda, i mari del Nord, l'Oceano Atlantico e i fiordi dei Vichinghi. Ulisse nel suo lungo viaggio le incontrò ma, avvisato da 

Secondo la mitologia nordica invece c'era un dio del mare di nome Aegir che aveva una moglie meravigliosa e incantevole di nome Ran. E' la regina delle ondine o Sirene, e perciò nota per la sua dolcissima e armoniosa musica, per la capacità di leggere nel futuro, per i suoi incantesimi e la sua stupenda bellezza. Si dice che le anime di coloro che affogano in mare vadano nel suo reame. E' la patrona delle ragazze e delle giovani non ancora sposate. Le figlie di Ran sono le "nove onde del mare". Passando attraverso il Maelstrom, il terribile gorgo che le leggende dicono esistere in un qualche luogo remoto del mare del nord, si arriva al suo magico castello sotto il mare.

 

Le Streghe

 

Le Streghe venivano chiamate anche maliarde o fattucchiere. Le storie sulle Streghe e sui Maghi circolavano già molto tempo prima che fosse inventata la scrittura, e i misteriosi personaggi che praticavano la magia hanno catturato l'immaginazione di innumerevoli generazioni di ascoltatori in tutto il mondo. Le incontriamo nelle antiche legende e fiabe popolari, negli spettacoli teatrali di ogni cenere: dalle commediole alle grandi opere, nelle storie per bambini, nei gialli popolari e nei classici della letteratura, e non hanno perso nulla della loro popolarità nemmeno oggi. La Strega nel suo stereotipo è vecchia, brutta, cattiva. Secondo l'immaginario popolare, le Streghe necessitavano di ometti e strumenti rituali ben precisi. Indispensabile per il volo, ma anche per sbrigare faccende di sabba e per realizzare incantesimi, era la scopa. Accanto ad essa non mancava mai, nell'antro della Strega, una discreta batteria di bacchette mastiche. C'era il bastone biforcuto, il sgambo di una pianta .di fagioli e lo stelo del senecio. Insieme ad essi venivano usati, per il loro potere magico, rametti di quercia, nocciolo e betulla, legati in un mazzetto. Nel camino borbottava il classico calderone di rame, nel quale si potevano trovare, a seconda della pozione: lingue di cane, occhi di tritone, zampe di lucertola, pelle di rospo o denti di lupo. Il calderone rappresentava anche la sintesi dei quattro elementi fondamentali: il fuoco, l'acqua, la terra e l'aria. Le tré zampe che sostenevano il paiolo richiamavano la triplice divinità della luna, e il suo culto. In un armadio o su un ripiano era custodita la sfora di vetro o "speculum", di solito costituita da un globo di cristallo. Poteva avere anche altre forme, ma veniva sempre tenuta lontana dalla luce che ne distruggeva i poteri occulti. Le Streghe di primo grado, che insegnavano formule di magia e incantesimi, dovevano necessariamente tenere un libro o un taccuino di appunti, che si chiamava "libro delle ombre". In ogni caso, per difendersi dagli spiriti poco benefìci, la tradizione popolare consigliava di portare con sé un pezzo di ferro quando si attraversavano i boschi.
Maghi e Streghe di tutto il mondo, grazie alle loro conoscenze approfondite su piante, erbe e sostanze naturali si sono sempre dedicati alla preparazione di "pozioni, unguenti, infusioni ecc." che potremmo scherzosamente definire "gastronomia magica".
Ecco alcuni consigli rubati alle Streghe:
• Semplice incantesimo "liberatorio" prescritto da una Strega: si taglia una mela in due, poi se ne strofina una metà con foglie di menta mentre si ripete ad alta voce la cattiva abitudine o il guaio da cui ci si vuole liberare. Le due metà vengono ricongiunte con uno spiedino, legate con un nastro e sepolte. Quando la mela mette radici, il problema è risolto.
• Se la vigilia di San Giovanni metti un piatto di farina sotto un cespuglio di rosmarino, la mattina dopo ci troverai le iniziali del tuo futuro marito (o moglie).
• Per curare le verruche, strofinale con un baccello contenente nove piselli, e quelle spariranno. Un altro sistema è toccare ogni verruca con un pisello diverso il primo giorno della luna nuova, mettere i piselli in un cencio e gettarlo via girando le spalle. Chi raccatta il cencio si piglia i tuoi porri.
• Se una donna vuole sposarsi entro l'anno deve raccogliere l'erba di San Giovanni alle prime luci dell'alba della vigilia di Santa Agnese (20 gennaio) quando la pianta è ancora irrorata di rugiada.

• Se si indossa per caso un indumento a rovescio, lo si deve lasciare così, se invece si allacciano male i bottoni bisogna toglierselo di dosso e poi rimetterlo onde evitare il malocchio


Gli Elfi

La mitologia norvegese racconta che le larve che uscirono dal cadavere del spante Ymir si trasformarono in Elfi della luce ed Elfi delle tenebre. Gli Elfi della luce, che vivono nell'aria, sono creature buone e felici; gli Elfi delle tenebre, i cui domini sono sottoterra, sono di carnagione scura, cattivi e hanno influssi malefici. Gli Elfi dei boschi sono ricoperti di pelle aderente che brilla come se fosse bagnata e ha il colore della corteccia di un albero. Le loro mani e i loro piedi sono enormi e sproporzionati al resto del corpo. Le gambe sono sottili e le

orecchie dritte finiscono a punta. Anche il naso è aguzzo e la bocca larga. I Pixie, o rolletti Verdi, abitano nel distretto di Dartmoor in Cornovaglia. Danzano all'ombra delle pietre o fanno capriole sugli argini franosi dei corsi d'acqua. Sono burloni e dispettosi. Quando si è portati fuori strada, sia di scorno che di notte, o si avverte un leggero cambiamento nella fisionomia dei luoghi durante le ore di luce, si dice che si ha un Pixie come guida. L'incantesimo può essere annullato con il rimedio tradizionale d'indossare la propria giacca rivoltata.

 

Gli Orchi

Gli Orchetti sono i figli delle Fate: talvolta sono deformi e deboli, talaltra invece sono aggressivi e feroci, entrano nellecase e rubano tutto quello che trovano.E' possibile liberarsene definitivamente facendo loro trovare del pane con semi di finocchio, che è per loro un potente veleno. Per questo il finocchio (che protegge anche dalle Streghe) è detto "erbabuona".

 


 



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