California - dicembre 2003.

Qual'è la prima o la seconda meta surfistica che vi viene in mente? La California, vero? Dopo le Hawaii è questo il posto dove noi malati di surfite acuta sognamo di poter andare almeno una volta nella vita. Ecco, io quest'anno sono riuscito ad esaudire il sogno di una vita. Era tempo che ci provavo senza risultato, prima l'università, poi il militare, il lavoro e bla, bla, bla..... A settembre del 2003 ecco l'occasione da non perdere. Mio cugino mi racconta di un suo amico di Spezia, Adriano, che dopo aver imparato a fare la pizza e gli spaghetti se ne è partito per Los Angeles dove ha aperto un ristorante (si sa, gli americani sono di bocca buona) e della sua intenzione di andare a trovarlo. Quale occasione migliore per andare finalmente a surfare le favolose onde di Malibu? Facciamo due conti, costicchia abbastanza ma almeno per l'alloggio siamo sistemati. Optiamo per British Airways, stranamente la più a buon mercato in questo periodo. Per la tavola devo sborsare un extra, inglesi dimm...

E' deciso, si parte il 15 dicembre e si torna per Natale. L'amico pizzaiolo nel frattempo si è trasferito a San Clemente, un pò più a sud. Che problema c'è, l'importante adesso è partire e scappare dal freddo del nostro inverno europeo. Il viaggio è lungo, si cambia a Londra, scalo a Newark dopo 7 ore di volo e poi altre sei per raggiungere San Diego. L'arrivo nella terra del sole è disarmante: pioggerellina fitta e cielo grigiastro. Il tempo di posare valige e sacche e sono prima a San Onofre e poi al pontile di Oceanside. Fortunatamente Adriano il pizzaiolo ha l'auto e la sua ragazza, Kiki, prima di conoscerlo se la faceva con un surfista, quindi conosce molto bene gli spots della zona: che culo! Le onde al pontile non sono un granchè e pare che solo quelli col longboard godano un pò. Io devo riposare sono in pieno jetlag quindi se ne riparla domani. Il mattino seguente il tempo sembra migliorato ma non molto... e il sole della California, il caldo ecc., ecc. che fine hanno fatto? "Tutto ok, è normale", mi tranquillizza Adriano. Decido di andare ancora verso Oceanside ma le onde non sono migliorate dal giorno prima. Kiki mi consiglia di provare Swamies, una ventina di Km verso sud, ma ormai non voglio perdermi la giornata quindi entro in acqua rimandando al giorno dopo la trasferta verso sud. L'unica tavola che mi sono portato è una 7,0 con stretto pin tail, adatta a onde un pò grossine quindi il risultato è che la mia prima uscita in acque californiane è pessima. Devo trovarmi un long, assolutamente! Il posto è zeppo di surf shop quindi non ho grosse difficoltà a reperire a noleggio un bel 9 piedi. Un Linden shapato lì vicino. Che bellezza sono proprio nel paradiso del surf!

Programmo un'alzataccia per il giorno dopo, voglio proprio provare Swamies dopo che me lo hanno così decantato. Alle 6,00 suona la sveglia, non mi sento in gran forma ma la voglia di surfare passa sopra a tutto. Con l'ormai inseparabile Kiki parto, direzione Cardiff. Alle 7 e mezza siamo a Swamies. Dall'alto del parcheggio sulla scogliera vedo onde perfette rompere a destra e a sinistra. Mi sembra meglio la destra, più lunga e formata. In acqua non sono più di dieci, undici persone, affollamento più che abbordabile per questi posti. La misura la stimo sul metro e mezzo due o poco di più. I personaggi sulla line up sembrano tranquilli, anzi non vorrei sbagliarmi ma sembrano perfino gentili con me. Incredibile, mi viene da ridere pensando a spot nostrani come Varazze o il Sale dove c'è gente che se la mena per onde che in confronto a queste sembrano quelle che produco nella vasca da bagno quando scoreggio. Beh, non pensiamo a queste cose. Un paio di questi locals sono sulla cinquantina, bella pancia non c'è che dire, e stile sulla tavola da vendere. Ce n'è uno che tra un'onda e l'altra si fa anche uno spuntino a base di mele! Non ho dunque problemi a prendermi le mie onde, alcune delle quali lunghe e divertenti. Swamies mi conquista alla grande e per altri due giorni sarà il mio spot.

Kiki ormai quasi mi ama, evidentemente le ricordo l'ex ragazzo surfista. Tant'è che non resiste alla tentazione e me lo fà conoscere. Si chiama Paul, bel ragazzo, tipico surfista californiano (o livornese), abbronzatissimo, gasatissimo e muscoloso al punto giusto. Dopo mezz'ora di conversazione vorrei ammazzarlo. Forse però è meglio farmelo amico, chissà quanti "secret spots" conosce. D'ora in poi sarà lui la mia guida. Il suo spot preferito è Blacks giù verso San Diego. Mi ci porta il giorno dopo. Onde pulite, lisce, perfette sui 2 metri. Molta gente in acqua ma anche molti picchi. Il problema è il Take Off, impegnativo. Dopo qualche onda mi accorgo di surfare in maniera un pò troppo aggressiva, forse inconsciamente stò cercando di convincere Paul che anche noi siamo dei buoni surfisti; è la solita sudditanza psicologica di noi italiani di fronte a tutto ciò che è americano. Meno male me ne accorgo per tempo. In ogni caso è lui che riesce a prendere sempre le onde più belle. Il posto è veramente giusto, la scogliera che domina lo spot è splendida e a picco sul mare. Sulla sommità cosa c'è? L'università di La Jolla. Mi sembra di vivere un sogno. Unica pecca la scarpinata che si deve fare per raggiungere le spiaggia, una bella rottura di palle, ma poi le onde ricompensano di tutto, o quasi visto che per ben due volte abbiamo optato per Scripps proprio per evitarci la passeggiatina sulla scolgliera. Scripps non è male, anzi è molto meno affollata almeno nei giorni feriali. Classico pontile, classico spot californiano.

Impensabile beccarsi 15 giorni di fila di onde anche in California. Per ben 24 ore (!!!) il mare resta flat, very flat. E' d'obbligo una tradizionale capatina in città. San Diego è semplicemente bella. Bei negozi, bei locali, bella gente... Basta! Non ne posso più di ragazzoni stile Brad Pitt, strafighe da urlo che tanto non ti guardano nemmeno e questi ciccioni/e stile americano medio colesterotico. Ho voglia di qualcosa di più selvaggio, rustico. Kiki è di un tempismo eccezionale. Gita al Bryce Canyon, appunto. Incredibile.

L'intervallo è durato abbastanza ho ancora sete di onde e Paul mi serve puntuale uno spot da urlo: Windansea. Affollatissimo, saranno novanta tra surfer e bodyboarder. Normale amministrazione. Si entra lo stesso, andiamo sul picco esterno. Non è facile riuscire a surfare in condizioni simili, siamo in troppi. Prendo solo tre o quattro onde ma esco dall'acqua soddisfatto lo stesso. L'atmosfera nonostante l'affollamento è rilassata e tranquilla. Così deve essere! Questo tratto di costa è tutto un susseguirsi di spots più o meno buoni, da Blacks Beach a Huntington è quasi tutto un unico spot. Qualsiasi spiaggetta può offrire onde di qualità sempre al di sopra della media a cui siamo abituati noi mediterranei. Oltretutto anche se con condizioni "small", la forma perfetta di queste onde garantisce sempre session da alto godimento. I giorni che mi restano li passo tra queste spiagge: Ralphs Beach, Old Man's Reef, su fino a Upper Trestle e San Clemente. Che pacchia!

Le giornate quando ci si diverte sfrecciano via come il lampo. Visita finale ad alcuni dei più famosi Surf Shops californiani, un pò shop ma molto più museum. Tavole d'epoca alle pareti, foto autografate di Greg Noll e Mickey Dora e mascelle di squali a fare da soprammobile. Beh, la California è proprio la California.

Massimiliano "massi" Gennai - Pisa.