Tavarua e oltre.

Per molto tempo l'idea del surfing alle Fiji è stato preso in scarsa considerazione ma, agli inizi degli anni '80, Nadi, l'aeroporto principale, è diventato uno scalo per i voli dall'Australia e le Hawaii. Le lunghe onde non potevano più sfuggire all'occhio di molti surfisti in viaggio, che hanno scoperto subito una delle sinistre su reef più belle del mondo. Due imprenditori americani misero su un surf camp su l'isola più vicina al nuovo spot ed è così che nacque Camp Tavarua. Venduto negli USA alla modica cifra di 100 $ al giorno tutto incluso, il camp fu frequentato solo per i primi anni. Più tardi, infatti, molti surfisti cercarono di arrangiarsi da soli evitandosi di pagare la diaria non proprio alla portata di tutti.

Reef corallini circondano la maggioranza delle isole ed in genere lo spot è situato un pò lontano dalla costa. Pochi si possono raggiungere da soli: uno dei migliori è Sigatoka Rivermouth. Nella maggior parte dei casi una barca e una guida che conosca bene i segreti del reef, sono indispensabili. Comunque sono molte le agenzie locali che organizzano surf trip, quindi non ci sono problemi. In alternativa si può noleggiare una barca, meglio se a vela e raggiungere reef perfetti autonomemente. In questo caso è bene sapere che la navigazione alle Fiji e molto pericolosa proprio per la presenza dei numerosi reef corallini e per di più gli ospedali sono pochi e dislocati solo sulle isole principali. Molte infatti sono del tutto deserte. L'ottimale è alloggiare in un surf camp con accesso al reef magari proprio sull'isola principale Viti Levu.

La misura delle onde varia dal metro pulito, anche senza mareggiata al largo si può surfare, a cinque metri con ciclone. Molti surfisti pensano che le Fiji siano adatte solamente ad un surfista esperto e radicale, niente di più sbagliato. Basta cercare e anche il surfista medio mediterraneo può trovare lo spot giusto per un free surf da favola. Il posto che ci ha maggiormente colpito e Bequa, un'isola alta verde e circondata da una grande laguna. Nel reef Frigate Pass c'è il surf camp Batiluva, in pratica l'unico posto nell'isola frequentato da esseri umani, perlopiù surfisti. Le onde sinistre sono velocissime e perfette. Il vento generalmente arriva da sud. Nell'insieme è uno spot radicale adatto ad esperti, l'acqua bassissima e il reef taglientissimo ne fanno un posto di cui avere molto rispetto. Se si cade e si viene centrifugati non resta che pregare e sperare. Un altro posto ottimo ci è sembrato Kandavo, poco distante da Bequa. Qui pare abbiano girato il film King Kong e non a caso è stato scelto un posto così incredibile; la natura è la padrona incontrastata, splendida! Kandavo è uno spot fantastico, vento poco onde glassy sui 3/4 metri. La cosa che rende questo posto incantevole, a parte la bellezza dell'isola e la natura rigogliosa, è che si surfa su onde incredibili con al massimo altre tre o quattro persone e che l'acqua è limpida come e forse di più che in Sardegna a marzo. Se poi qualcuno ha la possibiltà di noleggiare una barca, cosa che non abbiamo potuto fare noi per problemi di budget, è il massimo perchè ti puoi spostare dappertutto, cucinare il pesce pescato e dormire la notte sul ponte con un cielo stellato che non si dimentica facilmente.

Come sempre è bene considerare di portar via almeno due tavole, una sui 6'4/6'7 ed una sui 7'0. Un paio di calzari sono indispensabili per surfare sul reef ed infine la muta non tanto per proteggersi dal freddo ma dal sole. Un kit per il pronto soccorso perchè come già detto medici e ospedali possono trovarsi anche molto lontano da voi ma soprattutto è bene portersi qualcosa per curare i tagli da corallo che non medicati a dovere possono costringere a letto per giorni. Sarebbe una tragedia trovarsi in uno dei posti più belli del globo e dover stare fuori dall'acqua. BULA.

Gianluca Marcelli.