Paesi Baschi - non solo surf.

Solitamente tra noi surfisti quando ci si imbatte in una notizia sui Paesi Baschi, la mente va a quei fantastici posti come Mundaka, Menakoz e Bilbao. Onde da favola tutti i giorni, cibo fantastico e vino d'annata. Nulla ci fa pensare ad altro. Eppure questi posti sono famosi per la stragrande maggioranza delle persone per cose che esulano dalla passione per il surfing ad alto livello. Normalmente le notizie che riguardano Euskal Herria parlano di attentati e di arresti, di nuovi colpi dell'ETA o di attacchi di Madrid. Ma i Paesi Baschi non sono soltanto questo. Euskal Herria oltre a surf e bombe ha identità e cultura ben precise che hanno da sempre guidato le rivolte e le rivendicazioni dei cittadini baschi.

La cultura basca, e la sua lingua, l'Euskara - tra l'altro fra le più antiche d'Europa - sono sempre state messe in secondo piano e attaccate dalle istituzioni dello stato spagnolo, come dimostra l'offensiva lanciata contro le ikastolas e contro tutto il movimento di difesa delle tradizioni e della lingua nazionale. Ma per comprendere quali ne siano le ragioni, bisogna innanzitutto conoscere la Storia e le motivazioni di un popolo che da secoli combatte per la salvaguardia delle proprie tradizioni e del proprio diritto all'autodeterminazione. Parlare dei Baschi significa innanzitutto parlare della loro lingua, l'Euskara : originale e misteriosa al contempo, costituisce il patrimonio cui l'intera comunità è maggiormente legata, tanto da identificarsi in essa e con essa. Infatti, Euskal Herria - che noi traduciamo come Paesi Baschi - in realtà significa propriamente Popolo dell'Euskara, ossia popolo che si riconosce in questa lingua e non nella zona in cui vive; i Baschi dunque si riconoscono nel loro idioma, non nella loro terra. Una terra così poco estesa eppure così estremamente frammentata: infatti Euskal Herria è divisa fra la Francia ( a nord, nella parte chiamata Iperralde) e la Spagna ( a sud, nella zona di di Hegoalde). Quest'ultima, a sua volta, comprende la Comunidad Autonoma Vasca (CAV) che ingloba le province di Araba - Bizkaia e Gipuzkoa - , e la Comunidad Foral de Navarra (CFN), costituita appunto dalla Nafarroa.

A queste vanno aggiunte ulteriori spartizioni che di fatto non posso essere ritenute casuali, poichè vengono elaborate e sfruttate da Madrid per frammentare il tessuto sociale e civile basco. Unità da sempre ricercata, da sempre fulcro di ogni battaglia, da sempre obiettivo principale da raggiungere ad ogni costo. Perchè in tutta la sua storia Euskal Herria è stata ripetutamente assoggettata a dominii stranieri, che non le hanno mai concesso di esprimere quella tradizione così profondamente radicata nella vita dei suoi cittadini; d'altro canto, non si è mai manifestata da parte sua l'intenzione di conquistare altri territori, nè di controllare altri Stati, ma unicamente la volontà di poter raggiungere una forma di autogoverno, che le permettesse di dare voce alla propria civiltà.

La civiltà basca sta oggi subendo un ulteriore allontanamento dall'indipendenza e soprattutto dalla democrazia: Aznar ha messo a segno colpi importanti per svilirie l'identità basca e per minare il sistema di rappresentanza democratica a cui i cittadini baschi dovrebbero avere diritto, vedi l'eliminazione del partito della sinistra abertzale, Batasuna, messo fuori legge insieme a molti suoi sostenitori nonchè le continue persecuzioni di chiunque faccia politica sul territorio basco con la repressione costante e continuata di chi ancora non è nelle carceri. Se a parole la Spagna assicura periodicamente di cercare una negoziazione politica che ponga fine al conflitto, i fatti dimostrano esattamente il contario, e la grave situazione attuale testimonia come il progetto politico di Madrid punti esclusivamente alla negazione di ogni diritto per la società basca e allo svilimento della stessa causa sociale, politica e culturale basca.