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STORIA DELLA SIRIA
Storia antica
Il
III millennio a.C.
La città di Ebla, scoperta nel
1975 nella Siria settentrionale,
fondata intorno al
3000 a.C., fu a capo alla metà del
III millennio a.C.
(2500-2400 a.C.) di un vasto impero che si estendeva tra il
mar Rosso, l'Anatolia
e la Mesopotamia, che
intratteneva relazioni commerciali con i
Sumeri e
Akkad. La città venne
conquistata da Sargon di Akkad
intorno al 2260 a.C. Agli inizi del
II millennio a.C.
fiorì nuovamente come centro degli
Amorriti fino alla conquista da parte degli
Ittiti. Nel territorio
dell'attuale Siria, sulla riva occidentale del fiume
Eufrate, si trova l'antica
città-stato
sumera di
Mari,
fiorita nel III millennio
(2900-2350 a.C.) e contemporanea di Ebla.
La Siria nell'antichità
Nel II millennio a.C.
i territori siriani videro gli stanziamenti di popolazioni
cananee, ed
aramaiche e furono probabilmente interessati dalle migrazioni dei
popoli del mare. La
regione siriana fu a lungo contesa tra
Egizi (XVI secolo
a.C.), Assiri
e Ittiti (XIV
secolo a.C.). Gli
Ebrei si stabilirono nella attuale
Palestina (XII-X
secolo a.C.) e i Fenici
lungo la costa. Gli Assiri dominarono in seguito la regione (VIII
secolo a.C.-VII
secolo a.C.). A partire dal
539 a.C.la
Siria fece parte dell'Impero
persiano e, dopo le conquiste di
Alessandro Magno
dello stato
seleucide. In questo periodo la Siria fu sottoposta ad un intenso processo
di ellenizzazione che tuttavia non riuscì a sradicare gli idiomi autoctoni di
origine semitica (fra cui il
siriaco, dialetto dell'aramaico)
che sopravvissero nelle zone rurali e, in minor misura, nelle città. Dopo le
conquiste di
Pompeo (64 a.C.) entrò a
far parte della
provincia romana di
Siria, con capoluogo
Antiochia, che fu una delle maggiori metropoli dell'impero.
In Siria (comprendente all'epoca anche l'attuale Libano, in parte inserito nella
Celesiria) si sviluppò
anche uno dei massimi centri di studio del diritto romano,
Beritho, che
contribuì alla diffusione della lingua latina fra le classi dirigenti siriache.
Nel III secolo fu
imperatore romano Eliogabalo,
che apparteneva alla famiglia sacerdotale del santuario di
Emesa. Tra il 266 e il
272 si stabilì un regno
indipendente presso la città di
Palmira, la cui regina
Zenobia venne infine sconfitta dall'imperatore
Aureliano. Dopo la
divisione dell'impero fra i figli di
Teodosio I, nel
395 fece parte dell'Impero
Romano d'Oriente e quindi dell'Impero
bizantino fino alla conquista
islamica (VII
secolo). In epoca romana la regione diede i natali a molti illustri
letterati, storici e filosofi, sia di espressione greca (Numenio
di Apamea,
Luciano di Samosata, Libanio,
Giovanni Crisostomo,
ecc.)che latina (Ulpiano
ed Ammiano Marcellino)
e
siriaca (Sant'Efrem
il Siro).
La Siria cristiana e islamica
La Siria ebbe un ruolo significativo nella storia del
Cristianesimo:
l'episodio della conversione di
san Paolo è riportato come avvenuto "sulla via di Damasco" e lo stesso
apostolo fondò la chiesa di
Antiochia. Nel 639 la regione
venne conquistata dagli Arabi e
Damasco fu il centro dello
califfato
degli Omayyadi, e divenne
uno dei più importanti centri culturali e religiosi dell'intero mondo
islamico. A
partire dal 750 passò sotto gli
Abbasidi di
Baghdad. Nel
XII secolo alcuni
territori furono governati dai cavalieri
crociati (Antiochia, Tripoli, Edessa) mentre i domini arabi erano suddivisi
tra i Selgiuchidi nel
nordi e i Fatimidi a sud, e
numerose città si amministravano autonomamente (come Damasco sotto i
Buridi). Tra il
1174 e il
1250 fu sotto il dominio della
dinastia degli Ayyubidi,
sotto la quale agli inizi del
XIII secolo subì l'invasione dei
Mongoli. I
Mamelucchi sostituirono al
potere gli Ayyubidi e governarono la regione fino alla conquista ottomana.
Conquistata dal sultano
Selim I, nel
1517 entrò a far parte dell'Impero
ottomano e venne amministrata dai "neo Mamelucchi per conto dei sultani di
Costantinopoli. La regione iniziò una lenta decadenza, a cui contribuì la
diminuita importanza delle rotte commerciali orientali in seguito alla recente
scoperta dell'America. Dopo la dissoluzione dell'Impero ottomano nel
1922, il
Regno Unito ottenne il
Mandato della
Palestina e la
Francia quello sul
Libano e sulla
Siria.
Storia contemporanea
Il Mandato francese
Nel 1920 era stato stabilito un
regno arabo indipendente di Siria, sotto il re
Faysal della famiglia
hashemita,
che in seguito divenne re dell'Iraq. Il 23 luglio, tuttavia, le sue forze furono
sconfitte dall'esercito
francese
nella battaglia di
Maysalun. La
Lega delle Nazioni pose la Siria sotto il mandato francese e le truppe
francesi la occuparono. Nel 1936
fu firmato un trattato franco-siriano che riconosceva l'indipendenza della
Repubblica della Siria, il cui primo presidente fu
Hashim al-Atassi,
già primo ministro con re Faysal. Il trattato tuttavia non venne ratificato e la
Siria era ancora sotto il controllo francese quando scoppiò la
seconda guerra
mondiale in cui fu teatro di combattimenti tra le truppe del
governo di Vichy e
l'esercito
britannico, che ne prese il controllo nel
1941. La Siria proclamò
nuovamente la propria indipendenza, che venne riconosciuta a partire dal
1 gennaio 1944 e le truppe
francesi si ritirarono nell'aprile del
1946. Nel
1945 la giovane repubblica si
era schierata con gli Alleati, dichiarando guerra alla
Germania e al
Giappone.
Dall'indipendenza al 1970
Nonostante il rapido sviluppo economico che
seguì alla dichiarazione di indipendenza, la politica siriana fu particolarmente
instabile: tra il 1946 e il 1956
si ebbero ben 20 diversi governi e si discusse di quattro versioni differenti
della costituzione. Nel 1951
prese il potere il colonnello dell'esercito
Adib Shishakli, che venne tuttavia rovesciato nel
1954. Nel
1948 la Siria fu coinvolta nella
guerra
arabo-israeliana:
l'esercito siriano fu respinto dal territorio israeliano, ma mantenne i
precedenti confini, fortificandosi sulle alture del
Golan. Durante la
crisi di Suez del
1956 fu proclamata la legge
marziale e truppe siriane e irachene si schierarono in
Giordania per prevenire una
invasione israeliana. A novembre dello stesso anno la Siria firmò un trattato
con l'Unione Sovietica,
ottenendo ampi rifornimenti militari e causando la preoccupazione della
Turchia. Il
1 febbraio del 1958 il
presidente siriano,
Shukri al-Kuwatli, e quello
egiziano,
Jamāl ‘Abd al-Nāsir, proclamarono la fusione dei due paesi nella
Repubblica Araba
Unita. L'unione non ebbe tuttavia successo e il
28 settembre
1961 la Siria si divise
dall'Egitto in seguito ad un colpo di Stato militare. Vari rivolgimenti si
succedettero nei successivi mesi, fino alla presa di potere l'8
marzo 1963 degli ufficiali
dell'esercito siriano che facevano parte del "Consiglio Nazionale del Comando
Rivoluzionario" ("Majlis Qiyāda al-Thawra", abbreviato in "CNCR"). Il
controllo fu assunto dal Partito della Resurrezione Socialista Araba (partito
Ba'th), attivo in Siria dalla fine degli
anni quaranta,
che dominava il nuovo governo. Anche l'Iraq
era controllato dal medesimo partito, in seguito ad un colpo di Stato del mese
precedente e in aprile fu firmato al
Cairo un
accordo per l'istituzione di una federazione tra Iraq, Siria ed Egitto, che
tuttavia non si concretizzò mai per i disaccordi sorti tra i membri. Nel maggio
del 1964 il presidente
Amīn Hāfiz che apparteneva al CNCR, promulgò una costituzione provvisoria,
che prevedeva un "Consiglio Nazionale della Rivoluzione" (""Majlis al-Thawra
al-Watani" o "CNR"), assemblea legislativa costituita dai rappresentati
delle organizzazioni di massa dei lavoratori, un consiglio presidenziale, al
quale spettava il potere esecutivo e un gabinetto. Il
23 febbraio del
1966 un gruppo di ufficiali
dell'esercito imprigionò con un colpo di Stato interno al partito il presidente
Hāfiz, abrogò la costituzione e designò un governo regionale del partito. Nel
giugno del 1967
Israele occupò nell'ambito
della
guerra dei Sei giorni le alture del
Golan e la sconfitta militare
indebolì il regime uscito dal colpo di stato dell'anno precedente. Si ebbero
contrasti tra un'ala militare moderata e un'ala civile più estremista
all'interno del partito Ba'th. Il
13 novembre del
1970 il ministro della Difesa
Hāfiz
al-Asad, con un colpo di stato militare incruento, rovesciò la dirigenza
civile del partito e assunse il ruolo di primo ministro.
Il governo di Hāfiz al-Asad (1970-2000)
Il nuovo primo ministro si mosse rapidamente per creare una struttura
organizzativa per il suo governo e per consolidare il suo controllo. Fu nominata
un'assemblea legislativa di 173 membri ("Concilio del Popolo" o "Majlis
al-Shaʿb") nel quale 87 seggi (la stretta maggioranza) erano del partito Baʿth,
mentre gli altri furono divisi tra le "organizzazioni popolari" e altri partiti
minori. Nel marzo del 1971 il
partito tenne il suo congresso ed elesse un nuovo Comitato Regionale ("Regional
Command") di 21 membri, guidato dallo stesso Asad. Nello stesso mese un
referendum nazionale confermò la presidenza di Asad per un periodo di 7 anni.
Nel 1972, allo scopo di ampliare
la base del suo governo, Asad costituì il Fronte Nazionale Progressista ("Jabha
al-Taqaddumī al-Watanī"), una coalizione di partiti guidata dal partito Baʿth.
Si tennero inoltre elezioni per i concili locali dei 14 governatorati della
Siria. Nel marzo del 1973 fu
promulgata una nuova costituzione, presto seguita da regolari elezioni
parlamentari per il Consiglio del Popolo, le prime dal 1962. Il
6 ottobre del
1973 la Siria e l'Egitto
iniziarono la guerra
del Kippur con un attacco a sorpresa delle forze
israeliane,
ma vennero contrastati efficacemente dopo una prima fase negativa per Tel Aviv e
Israele mantenne l'occupazione delle alture del
Golan (territori
occupati). Nel 1976 la Siria
intervenne nella
guerra civile libanese, inviando 40.000 uomini a protezione dei
cristiani maroniti, sotto il nome di
Forza Araba di
Dissuasione (FAD) e continuò tale presenza allo scopo di acquisire il
controllo sul Libano e di
destabilizzare i confini settentrionali di Israele con le fazioni libanesi sue
alleate. Nel 1990 la guerra
civile cessò con gli
Accordi di Ta'if, organizzato dall'Arabia
Saudita ma voluto dalla stessa Siria che, tuttavia, vi mantenne il proprio
esercito fino al 2005 con quella
che fu vista da molti come una vera e propria occupazione militare, influenzando
fortemente la politica libanese. Inoltre dopo la fine della guerra civile, circa
un milione di lavoratori siriani emigrò in Libano per trovare impiego nelle
opere di ricostruzione del paese e secondo alcuni l'incoraggiamento da parte
della Siria a questa emigrazione potrebbe essere interpretato come un tentativo
di colonizzazione. Le economie dei due paesi sono fortemente interdipendenti e
nel 1994 su pressione del
governo siriano circa 200.000 siriani immigrati ottennero la cittadinanza
libanese. Tra il 1976 e la
soppressione nel 1982, i
Fratelli Musulmani condussero una rivolta armata contro il regime laico del
partito Ba'th, che fu annientata con il bombardamento della città di
Hama, centro dell'opposizione
fondamentalista. L'azione causò decine di migliaia di morti e feriti. La
partecipazione della Siria alla prima
guerra del Golfo nel
1991 al fianco della coalizione
multinazionale contro l'invasione del
Kuwait da parte dell'Iraq
di Saddam Hussein
comportò un netto cambiamento nelle relazioni internazionali con gli altri Stati
arabi e con il mondo occidentale. La Siria partecipò nel
1991 alla Conferenza
multilaterale di pace per il Medio Oriente tenutasi a Madrid e negli
anni novanta
intavolò trattative di pace con
Israele, che tuttavia non giunsero mai a conclusione.
XXI secolo
Dopo la morte di Hāfiz al-Asad il
10 giugno del
2000, il parlamento modificò la
costituzione in merito all'età minima per la carica presidenziale, permettendo
al figlio di Asad,
Bashār, di partecipare alle elezioni per la massima carica del partito e di
venire eletto con il 97,29% dei voti secondo le statistiche ufficiali. Il
5 ottobre del
2003 Israele bombardò una
località non lontana da Damasco,
sostenendo che si trattasse di una sede dei terroristi della
Jihad islamica, colpevoli di un attacco alla città di
Haifa che aveva fatto 19 morti.
La Jihad islamica sostenne che il campo non era in uso e la Siria che era
stata bombardata un'area civile. Nel
2004 i Curdi siriani
protestarono per una serie di violenze subite nel nord-est della Siria a partire
dal 12 marzo, sostenendo il
coinvolgimento del governo negli attacchi. I disordini riguardarono le città di
Qameshli e Hassakeh.
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