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Cristo

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CRISTO PANTOCRATORE

   

     La raffigurazione a busto del Cristo benedicente, con il Vangelo chiuso (o aperto in alcune icone) nella mano sinistra è una delle tipologie più antiche e diffuse nell'arte bizantina e russa.

    Il modello dell'icona sulla destra si rifà alla raffigurazione di Cristo, appartenente alla cosiddetta "Deesis di Zvenigorod", eseguita da Rublev.

    L'effige del Cristo Pantocratore presenta i lineamenti storici di Cristo adulto, testimoniando la Sua Incarnazione e il Suo sacrificio redentore. Al tempo stesso l'icona celebra Cristo come Sovrano e Giudice Celeste.

    Il libro che tiene in mano (o in altre icone il rotolo) simboleggia la nuova Legge donata agli uomini e ricorda il Libro della vita (Apocalisse 4).

    Il volto del Salvatore è insieme maestoso e dolce: è la traduzione pittorica degli insegnamenti sulla Luce divina che pervade il creato.

 

 

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VOLTO DI CRISTO

 

 Queste icone rappresentano il volto di Cristo. L'icona sulla destra è tratta dall'opera di Giotto.

Il tipo iconografico è quello del Pantocratore e ricalca le opere greche del XV secolo. Probabilmente si rifacevano ad un mosaico miracoloso posto sulla Porta di bronzo (Chalke) del palazzo imperiale. Questa tipologia iconografica si è introdotta nella Rus' con il sorgere di metropoli greche a Mosca; l'opera più antica si trova attualmente nella cattedrale della Dormizione nel Cremlino.

    In Russia è più diffusa la tipologia di Cristo Pantocratore con il vangelo aperto (cioè il giudizio di Dio) e la destra benedicente (cioè la misericordia di Dio che si è incarnato). (Vedi Cristo Pantocratore)

    La raffigurazione di Cristo Salvatore a mezzo busto è estremamente essenziale e tutta l'espressività è concentrata nello sguardo e vuole sottolineare il rapporto di immedesimazione tra Cristo e i fedeli. L'icona del Salvatore esprime l'epifania di Dio, che assume fattezze umane; Cristo è il Creatore di tutto ciò che esiste: Pantocratore (Vsederz°itel' in slavo) vuol dire proprio "Colui che sostenta in sé tutte le cose". Come disse San Paolo (e come recitiamo nel Credo): "Egli è immagine del Dio invisibile, generato prima di ogni creatura; poiché per mezzo di Lui sono state create tutte le cose, quelle visibili e quelle invisibili... Tutte le cose sono state create per mezzo di Lui e in vista di Lui" (Col 1, 15-16).

    In epoca più tarda in alcune icone il volto di Cristo è rappresentato con un'espressione severa, che indica Cristo come "Tremendo giudice".

    L'icona porta sempre delle iscrizioni che la completano, che indicano il nome del personaggio o dell'evento evangelico rappresentato. Questa scritta, che a seconda delle aree geografiche di appartenenza poteva essere in greco, in slavo ecclesiastico o in latino (che sono le tre lingue liturgiche per eccellenza), sottolinea lo stretto legame tra liturgia e pittura. A volte sono leggibili sull'icona intere preghiere e inni sacri, disposti a forma di croce, come benedizione che l'immagine sacra dispensa a quanti la accostano. La scritta nell'icona di sinistra, presente in alto ai lati, è IC XC, che significa Gesù Cristo.

   Nell'icona di sinistra l'aureola è costituita dalla "riza" lavorata a sbalzo.

 

Per altre informazioni: Le tipologie canoniche: icone di Cristo (a cura di G. Ferraboschi)

 

 

 

 

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