Il torneo e la giostra

I tornei erano gare organizzate a partire dall’XI secolo da re e feudatari per festeggiare nascite, matrimoni e solennità religiose. Nonostante i ripetuti divieti della chiesa, i tornei seguitarono ad aver luogo e a moltiplicarsi, perché erano un’occasione per lasciare il castello e la sua monotonia, per trovare una ricca ereditiera da sposare, far fortuna col riscatto dei vinti. Fino al XIV secolo i tornei non erano scontri, ma mischie furiose tra squadre rivali che duravano anche più giorni, con intervalli serali dedicati alla cura delle ferite, ai banchetti, alla musica, alla danza e alle schermaglie amorose . Il combattimento era preceduto dalla presentazione dei campioni, il tipo di armamento, la scelta della dama nel nome della quale i nobili duellavano. Una volta dato il segnale d'inizio, i cavalieri, armati di lancia, spada e scudo, incominciavano a combattersi. Alcuni si inseguivano in aperta campagna, altri azzuffavano in una mischia, altri ancora venivano disarcionati e calpestati dagli zoccoli dei cavalli, le regole del torneo erano spesso infrante e le competizioni degeneravano in veri e propri massacri. I vinti dovevano cedere il cavallo, l'armatura e una somma in denaro a i vincitori che oltre a ciò, ottenevano l'ammirazione della dama. Col passare del tempo, queste mischie disordinate e cruente furono sostituite dalla giostra, nella quale due cavalieri, armati di lance smussate, si scontravano davanti a un pubblico entusiasta.