Fioriva in quei tempi con straordinaria fama di vita esemplare, e buone lettere Giovanni Savello Domenicano già Vescovo di Padova e dopo di Bologna, di maniera destreggiò col suo valore, e prudenza che l’Aprile 1299 in Castello S. Pietro, à Bolognesi, Romagnoli, e loro Città confederate, della guerra, e perché non mancasse cosa alcuna al stabilimento di quella, l’autirizò il Papa tra il Marchese Estense, Bolognesi, e loro seguaci. Stava fra tanto la Provincia divisa tra i Tiranni e solo il Malatesta con li Polentani honestavano al di loro usurpazione col dichiararsi vassalli della Chiesa, il Papa che ambiva la ricuperazione della Provincia, gli ne ispedì Legato Matteo Acquasparta Cardinale Francescano prohibendoli il rigore; trascorre al Provincia, & tra Faenza e Ravenna convocò gli Oratori Provinciali, e si diportò di maniera, che trasse seco una gran parte de Ghibellini; Ritiratosi in Rimini per opera di Raulo Marzolino [sic] ricuperò Cesena a S. Chiesa con esserne discacciati il Conte Federico figlio del Conte Guido, Ugutione Faciola, e Zepetino Ubertino, e perciò Ghirardo Mazzolino ne viene riconosciuto con la Pretura della propria Patria, & Offredutio Almano con la Prefettura del Legato

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"Il Vescovo Raitino, per mala administrazione, viene rivocato, e di lui successore nella Provincia subentra Rinaldo Vescovo Visentino da Covareggia Milanese, e nella Simblea radunata in Cesena da Andrea da Careto Tenente del Rè Carlo Conte di Romagna, de soliti tributi si discorre, mentre Dante ne viene esiliato frà Bianchi da Fiorenza con la forza da Neri, e se passa in Forlì, e di lì in Forlimpopoli, attesoche il Rè Carlo invece di smorzare, haveva maggiormente col ferro stuzzicato il fuoco tra ambedue le parti, che riguardavano il loro ardimento senza censura, & il loro fallo senza pena incominciarono ad iscoprire il fuoco , che cellavano sotto le ceneri d'una apparente pace seguita fra Ariminesi, e quelli di Cesena, de quali si ritrovava Capitano, e Podestà Mazzolino Mazzolini Bresciano, la prima scintilla, che se ne vide fù nel Territorio di Cesena per opera del Conte Montefeltro, e d'Ugutione Fagiolane, com'altri Gibelini adherenti, tra quali Capo n'era il Polentano, e di maniera si augumentò l'incendio delle loro vendette, che ne rimasero devastate le Campagne sorpreso il Monte S. Maria, e dopo haverla privata del Porto Cesenatico, e d'altri suoi Castelli, batterono i proprij muri dell'isetssa Città, pretendendo entravi per la breccia; la Plebe che si vede così mal trattata, ne discaccia il Mazzolini, e nella di lui Pretura, e Prefettura, vi entra Giovanni Pontirolo valoroso nella guerra, e prudente nella pace per la quale fà ogn'opera il Rettore Rinaldo;"

(Matteo Vecchiazzani, Historia di Forlimpopoli, Parte I, Libro XVIII, pag. 239-241)

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