"Stabilita una Lega di conseguenza sì grande à gli interessi della Provincia, il Popolo assicurato su la potenza de numerosi, posto in non cale il rispetto dovuto al Rettore Ecclesiastico, s’accosto volentieri al partito de Gibellini, stimando questi più forti, perché erano più dissoluti. Si leggevano alla porta della Cattedrale in Forlimpopoli, Rimini, Cervia e Ravenna, Città fedelissime al partito Ecclesiastico, Anselmo Prefetto e Neapolione Pretore, con li Senatori di Faenza, Maghinardo da Susinana, Guidone Rauolo e Ravolo [?] suo fratello, Federico, Taddeo e Mario Acarisji con altri Faentini, il pretore e Prefetto di Forlì, Magistrato e Senatori, Superbo, Gio. Rambertozzo, Marchesino, & Ubertuccio Argogliosi, Teodorico, & Ordelaffo suo figlio, Scarpetta, Pino, Cecco, Sinibaldo e Peppo Ordelaffi, Orsello, e Tancredo Orselli, Bonfilio, & Arsenido degli Arsenidi, Gio. Moratini, Gio. e Giacomo Vecchi Rossi, Baldo Castellano Pretore da S. Sepolchro, Galasso da Montefeltro, Gli Otto Diffensori e tutti i Senatori, & Università di Cesena, Ubertino e Agnello Arsechino, Gio. Palazzo e Raolo Mazzolino, Andrea e Palmerio Tiberti, Gherardo Beccari e Francesco Puocaterra, & altri, Malvicino da Bagnacavallo, Hostasio Pusterla, Federico Polentani, alidosio, e Lutio Alidosij, Facioli Ghizoli da Doza, Vignotio, Francesco e Hondodeo Marchioli da Bertinoro. Nondimeno si conobbe chiaramente esser vano il cercare rispetto, ragione & obbedienza tra l’armi sediziosi, perché Guglielmo Malvasia, e Pietro, e Theodorico fratelli Conti di Castrocaro, preoccuparono la Rocca, e discacciandone il Presidio Ecclesiastico a se stesso al sottoposero, e tra loro aderenti straordinariamente in questo fatto Isbrando Tiestamente, Pietro & Gio. Orso, Speranza e Ugolino Carpantiero, li quali furono puniti con la confiscazione de ben, Maghinardo da Susinana con Faentini, Forlivesi e quelli di Cesena, di Giugno assediarono Castelnuovo de Calbolesi, straordinariamente difeso dal loro valore".

(Matteo Vecchiazzani, Historia di Forlimpopoli, Parte I, Libro XVIII, pag. 232)

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