Numana

Panorama di Numana bassa, Numana, Sirolo, Monte Conero

Veduta panoramica di Numana


Numana si trova sulle propaggini sud del monte Conero ed è costituita da due parti: il centro storico (70 metri sul livello del mare), detta Numana alta e la parte più in basso, vicina al mare, detta Numana bassa, unite tra loro (tra l'altro) da una caratteristica strada-scalinata detta "Costarella".
Nella foto sopra riguardante la veduta panoramica si nota in primo piano Numana bassa, poco più in alto il centro storico di Numana alta; la parte dell'abitato che compare ancora più in alto è già il centro storico di Sirolo e sullo sfondo domina il monte Conero.

Cenni di storia

La piccola Numana ha una storia di quasi 3000 anni!!!
Già nodo di prima grandezza sulla via dell'ambra, agli albori del commercio mondiale verso il IX VIII sec. a.C., Numana fu un importantissimo centro commerciale degli antichi Piceni dal VII al III sec. a.C. per scambi con la Grecia, l'Etruria, ma anche verso la Gallia (Francia) e la Germania.
Reperti archeologici (corredi funerari di vario genere, armi, oggetti di uso quotidiano, vasi ecc) hanno evidenziato che Numana non era soltanto un centro di smistamento di merci verso i mercati padani, ma addirittura centro autonomo di interessi nell'obbiettivo di interscambi economici ateniesi e piceni, anche con proprie produzioni.
La storia è un pò lunga: se si preferisce per il momento rimandarne la lettura, si può passare a cosa c'è da vedere.

Si diceva dunque dell'importanza raggiunta da Numana ed una conferma indiretta la si ha anche constatando che l'ultimo re di Albalonga, la città della Sabina distrutta da Roma dopo l'episodio degli Orazi e Curiazi, potrebbe essere stato di origine numanese, avendo infatti il soprannome "Numana". Dopo la vittoria di Sparta su Atene nella guerra del Peloponneso, l' espansione commerciale di un co-vincitore, la città di Siracusa della Magna Grecia, portò alla fondazione di Ancona. Quest'ultima si sviluppò presto come importante porto commerciale coincidendo l'interesse anti etrusco dei fondatori con quello di Roma, che nel frattempo iniziava la sua espansione. A questo si aggiunge l'occupazione da parte dei Galli Senoni dei territori a nord dell'Esino: ciò comporta un affievolimento dei rapporti del piceno con l' Etruria ed un aumento ulteriore di importanza strategica di Ancona, diventata confinante con i nuovi vicini e quindi baluardo agli occhi di Roma nei confronti di questa popolazione.
Numana, come detto, era in stretti rapporti commerciali con l'Etruria e con quella Grecia che aveva perso la guerra. E' quindi inevitabile l'inizio del suo declino, e se questo lo si inserisce nella perdita di importanza globale di tutto il piceno, a causa dell'espansione di Roma, il quadro è abbastanza completo.
Nel 269 a.C. Numana passa sotto la dominazione romana e nel 91 a.C diventa Municipio Romano (questo titolo era piuttosto importante!).
Durante l'espansione di Roma i Piceni ebbero alterni incontri-scontri con questa e soltanto l'arrivo di Annibale, teoricamente alleato ma in realtà seminatore di morte e terrore, fece vedere i romani come liberatori e le città picene, tra cui Numana inviarono truppe alleate di Roma contro i cartaginesi.
Poco dopo gli Italici, tra cui i Piceni iniziarono la rivolta contro Roma per ottenere la cittadinanza romana (diritto alla proprietà ed altro), ma le città ribelli, tra cui Numana, ebbero perdite enormi ed ottennero quanto desiderato solo con il temporaneo prevalere di Mario nella lotta Mario-Silla.
Pompeo, figlio 23enne del governatore del Piceno, arruolatosi ad Ancona per combattere Silla, vista la ineluttabilità della vittoria di quest'ultimo, decise di non assoggettarsi a Silla ma di aiutarlo quale alleato sollevando il Piceno contro Roma. Diventato triumviro alla morte di Silla con Cesare e Crasso, poco dopo cercò di esautorare Cesare impegnato nella guerra gallica.
Mentre Cesare varcava il Rubicone per riprendersi il potere, Roma inviò truppe ad Ancona, ad Osimo e Camerino nel tentativo di fermarlo. Queste città non vollero combattere contro Cesare, che stimavano, e tutto il Piceno si sottomise. Morto Cesare, le legioni di Antonio attraversarono il Piceno marciando contro Ottaviano, ma seminando devastazioni e rovine, pur essendo il piceno amico di Cesare e quindi amico suo.
Ottaviano vinse Antonio e distribuì molte terre del piceno ai propri veterani, ma questi si comportarono da truppe di invasione e ci fu una rivolta guidata dal console Lucio Antonio. Ottaviano allora invase la costa picena e vinse e con ciò il Piceno come civiltà autonoma inizia a finire. Numana, anche per altre gravissime cause, decadde irrimediabilmente e tutto lo splendore della città antica è ora intuibile soltanto attraverso i reperti archeologici.

La nascita di Ancona e l'espansione si Roma furono soltanto le cause iniziali del declino, infatti nel 558 d.C. una buona parte del bastione di argilla su cui poggiava l'antica città e che formava il porto precipitò in mare a causa di un terremoto.
Tuttavia fu provincia bizantina facendo parte della Pentapoli con Ravenna, fu occupata daI Longobardi, conquistata dai Franchi ed in seguito consegnata alla Chiesa. Già dai primi secoli fu sede vescovile e fino al 1000 d.C. viene continuamente menzionata a proposito di importanti trattati tra l'imperatore e Venezia, alleanze, controversie doganali e territoriali, anche se talvolta con nome deformato in Humana e più tardi in Umana. Soltanto con l'unità d'Italia (questa è storia recente) riprende l'antica N, insieme alla dignità che si era persa per oltre 1000 anni.
Malgrado la decadenza fosse già evidente nel 1000, partecipò ancora nel XIII sec a guerre tra castelli vicini: Ancona, Osimo, Castelfidardo, Recanati, ora alleata con gli uni, ora con gli altri. Essendo la Numana antica costruita su un costolone di marne poco stabili, anche il terremoto del 1298 fu rovinoso. Non bastando, nel giro di poche decine di anni nel sec XIV subì ben tre saccheggi.
Il primo arrivò di notte, all'improvviso, da parte di Ancona. L'anno precedente, con il Papa ad Avignone, entrambe le città si erano ribellate al dominio della Chiesa, ma nel frattempo Numana si era riconciliata con il Papa ed il saccheggio era la punizione. I Numanesi non devono averla presa molto bene se anche adesso l'iscrizione ad un dipinto presente nel palazzo comunale ricorda quel saccheggio con parole non proprio gentili.
Il secondo saccheggio arrivò da parte del capitano di ventura Fra' Morreale che, chiamato dal cardinale Albornoz a porre termine ai disordini antipapali nel piceno e ad abbattere le superstiti signorie, mise a sacco ben 44 castelli. Curiosamente Numana non era nella lista, ma poichè era stato posto l'assedio a Sirolo e questo aveva resistito, Fra' Morreale si consolò saccheggiando la vicina e quasi indifesa Numana.
Infine il terzo saccheggio arrivò da parte del condottiero Migliajo al soldo del Governatore della Marca per vendicare il ritardo di un pagamento che, poi fu ammesso, non era dovuto. Un'altra piccola curiosità è data dal fatto che le scuse formali per il saccheggio di troppo furono presentate ad Ancona, in quanto "padrona" di Numana e non a Numana stessa.
Le dispute con Sirolo non sono mai mancate: per i confini, per le saline, ed altro ... e perfino per il possesso del Crocifisso.
Nel 1400-1500 Numana è descritta ormai solo come un cumulo di rovine e paesucolo presso Sirolo. ("Humana ruinata" riportano le carte geografiche). Il vescovo di Ancona che verso la metà del XVI sec per breve periodo prende la giurisdizione civile su Numana inizierà a fregiarsi del titolo di conte di Numana insieme a quello di vescovo di Ancona e Numana.
Tornata sotto il dominio di Ancona il seguito della sua storia si confonde con quella dello Stato Pontificio e poi con l'unità d'Italia.
Nel 1778 la costruzione del palazzo vescovile, attualmente sede del Municipio, in piazza Santuario rappresenta idealmente il punto di svolta, anche se il lento ma continuo aumento della popolazione (sintomo di rinascita economica) era iniziato già oltre 100 anni prima ricominciando dai 300 abitanti di allora.
Seguono periodi legati all'agricoltura, alla pesca ed a piccoli traffici portuali, anche se il Gotto, come veniva chiamato il porto nel '700 aveva ben poco a che vedere con il porto che fece grande l'antica Numana. Inoltre qualche introito nelle casse comunali derivava anche dalla cantina e dalla locanda che ospitava i pellegrini del Crocifisso. Finalmente il Novecento si caratterizza per le fabbriche di fisarmoniche nella prima metà e per il turismo negli ultimi 40 anni.
Fu unita a Sirolo con il nome di quest'ultimo nel 1815 durante la restaurazione pontificia ma dopo due anni tornò libera. Fu unita di nuovo a Sirolo nel 1928 con il nome di Numana, ma nel 1947 sono di nuovo divise per "incompatibilità di carattere" e rancori antichi.

L' emigrazione verso l'Argentina, iniziata negli anni 1874-75 e fortissima per oltre 50 anni, viene frenata dalla nascita delle fabbriche di fisarmoniche che portarono ricchezza fino verso il 1960, quando con la crisi di tale strumento chiusero tutte le numerose fabbriche e Numana è "costretta" a diventare un centro turistico. Per sua fortuna lo sviluppo edilizio anonimo e disordinato, prezzo spesso da pagare al turismo, interessa solo marginalmente il vecchio centro, cioè Numana alta e Numana bassa e si sposta altrove.

Da vedere

"La torre" di Numana, di epoca medioevale, forse originariamente campanile di chiesa, successivamente utilizzata come torre di avvistamento, nel 1930 ha perso definitivamente la fisionomia di torre essendone rimasto in piedi solo un lato, o meglio e rimasto solo l'arco gotico che forse la faceva tutt'uno con la navata della chiesa. Dal piazzale della torre si gode un bellissimo panorama sul porto sottostante, sulla costa che va dal Conero fino oltre Portorecanati e sul mare da nord a sud. Panorama altrettanto bello dai giardini pubblici.
Secondo antiche mappe la Numana romana aveva il circo, l'anfiteatro, un tempio dedicato a Venere, ma ora non c'è quasi più niente di questo: visibili solo i resti di una meta del circo e pochi altri resti inglobati in alcuni scantinati privati.
In compenso dell'antica Numana picena si sono trovate moltissime tombe, ricchissime di oggetti familiari, monili, vasi ed armi. E' possibile ricostruire facilmente la vita, i commerci ed il modo di pensare di quei tempi, anche se molto deve ancora essere studiato. I reperti si trovano all'Antiquarium di Numana (in restauro) e al Museo Archeologico delle Marche di Ancona; reperti si trovano anche in alcuni tra i più importanti musei del mondo, come un vaso di stile greco proveniente da Numana e presente al Metropolitan Museum di New York.
Un intero capitolo meriterebbe il Crocifisso di Numana, la cui leggenda forse copre una origine probabilmente attestata dal V al XII sec., secondo alcuni di provenienza orientale, forse polacca. Originalissima la fattura, rappresentando un uomo crocifisso ma non vinto dal dolore o dalla morte come la classica iconografia ci ha abituato. E' stato meta di pellegrinaggi soprattutto dal sec. XV al XVIII ed era indicato persino in tutte le carte geografiche dell'epoca. La chiesa che lo custodisce purtroppo è moderna, sorta sul luogo di una chiesa del 1566 abbattuta perchè dichiarata pericolante, anche se i più moderni mezzi l'hanno demolita con molta fatica.
Il palazzo comunale, sorto nel 1773 come residenza estiva dei vescovi di Ancona, ma anche opificio e centro di raccolta dei prodotti della terra di proprietà della diocesi, passò alla proprietà pubblica con gli espropri seguiti all'unità d'Italia. Rappresenta per Numana l'inizio di una rinascita economica e morale, dopo il degrado di tutto il medioevo ed i saccheggi subiti nell'epoca successiva.
La fontana del Crocifisso: del XVII sec anche se l'acquedotto che vi conduceva l'acqua, detto "acquedotto romano", è forse di epoca piceno-romana. Tale acquedotto consiste in un cunicolo completamente accessibile da qui fino a Capod'acqua nella frazione S.Lorenzo di Sirolo e ha portato acqua a Numana fino agli anni più recenti. Sembra, ma non è provato, che da Capod'acqua il cunicolo proseguisse fino a congiungersi con il cunicoli del "buco del diavolo" descritto a proposito dei sentieri del Conero a vari chilometri di distanza.
La fontana del '600 originariamente era posta a sbarramento della attuale via Morelli e, agli inizi del '900, spostata accanto alla chiesa per far spazio alla strada. All'abbattimento della chiesa la fontana fu rimpicciolita segandone le pietre per renderla più "armoniosa" nei confronti della nuova chiesa.
La Fenice, gloriosa istituzione di mutuo soccorso operaio e marittimo fondata nel 1899, ha un edificio dalla facciata liberty in cui, oltre alla vita associativa culturale, si tengono mostre sulla vita "di una volta".
La Costarella, quasi un soprannome di via IV Novembre, è una strada scalinata degli inizi del secolo, abitata un tempo dai pescatori, che unisce il centro storico (Numana alta) con il mare (Numana bassa). La Costarella si snoda tra due file di case in gran parte in pietra del Conero ed è addobbata con piante fiorite per gran parte dell'anno.


La Torre

Qualche ricordo struggente sul passato recente va

Ai bambini: la sciabica o la bottega dopo i tre anni di elementari e le scarpe con le punte di latta per non consumarle.
Ai pescatori: la sciabica all'alba (il termine sciabegotto usato dai sirolesi quasi come un insulto perchè indicava la fatica e la miseria insieme) oppure tutta la notte in mare sui barchetti e parte del giorno a sistemar l'attrezzatura: le nasse, i tramagli e dopo ogni burrasca invernale la pesca con la pericolosa "nechessa" (una rete tesa tra due lunghissimi pali posti a prua di una imbarcazione a remi veniva infilata dentro le onde più grosse, passata l'onda si faceva leva sui pali stessi per alzare la rete e far cadere i pesci nella barca).
Ai contadini, (in gran parte mezzadri): l'isolamento fisico e morale, oltre alla fatica per lavorare la terra. I buoi per l'aratura e tutto il resto lavorato a mano, un allevamento di sussistenza oltre ai bachi da seta. Le poche apparizioni in paese, senza scarpe fino alla periferia per non consumarle.
Agli emigranti: che mandavano i soldi quando potevano e pagavano a Buenos Aires le quote per "La Fenice".
Alle donne: il pane fatto in casa per una settimana e portato sulla testa fino al forno, come pure il bucato portato in testa fino al "lavatore" o alla fonte di piedi-la-costarella, ma anche l'acqua da bere portata, sempre in testa, dalla fontana del Crocifisso o dalla fonte di piedi-la-costarella.
A tutti o quasi: la legna da ardere da raccogliere sulla spiaggia ed i pagliericci di foglie di granturco
Al turismo, che negli anni '20 riguardava solo poche famiglie di Osimo o di Ancona, e che vide pionieristicamente la nascita dell' Albergo Trattoria Al Mare, lontana premessa all'Hotel Sorriso di oggi.
La passione per la musica, il teatro, il ricamo e per gli strumenti musicali sono solo apparentemente in contrasto con la vita che si conduceva.
Con l'mmagine dei barchetti che caricavano le balle di fieno per i cavalli delle truppe di stanza in Ancona, dei burchielli a remi carichi di pietra del Conero finisce questo escursus di ricordi: tremendi gli stenti e la fatica, ma invidiabile la semplicità di vita e la ricchezza interiore.
Parte di quello stile e di quella ricchezza si può ancora scoprire, volendo, nel carattere dei numanesi.



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