Loreto

Loreto la Basilica (sullo sfondo il Monte Conero)

Tra leggenda e realtà
La leggenda racconta della casa della Madonna che dopo essere stata trasportata dagli angeli dalla Terrasanta fino ad una zona presso Fiume in Istria, fu ripresa e portata nelle Marche.
Dapprima la posarono su un colle presso Castelfidardo, ma sembra che i fratelli proprietari del terreno litigassero tra loro per la gestione economica di tale evento, e così fu portata su quel colle di allori (lauri da cui Lauretum, anche se secondo altri il toponimo Loreto deriverebbe dal nome della proprietaria del terreno, tale Laureta).
Durante il trasporto, sempre secondo la leggenda, fu appoggiata nella zona attualmente detta Scossicci di Portorecanati e nello stesso posto, a ricordo di tale evento miracoloso fu eretta una piccola chiesetta detta di S.Maria della Banderuola.

S. Casa esterno

Ormai da oltre 700 anni la Basilica di Loreto rappresenta un richiamo fortissimo per la cristianità, tanto che nei secoli passati una delle vie seguite dai "romei", i pellegrini diretti a Roma, passava per Loreto.
Dovevano essere non pochi, visto che da Ancona a Roma, via Loreto esisteva una serie regolare di posti di sosta per cambio cavalli, con osteria e locanda ad intervalli di 12 km, ad uso proprio dei pellegrini. L'osteria dell'Angelo (arco degli Angeli), in zona Camerano, era la prima stazione dopo Ancona con locanda e piccola chiesa, avendo sostituito l' Osteriaccia, un Ospedale dei Pellegrini annesso alla chiesa di S. Maria dell'Umbriano, nel frattempo dismessa. L'antica strada che discesa da monte Umbriano costeggia in parte la valle dell'Aspio era chiamata fino ai giorni nostri "strada degli zingari", ove con tale termine si intende "pellegrini". Anche se cambiano i mezzi di trasporto, le strade e tutto il resto, Loreto rimane una delle tappe più importanti dei pellegrinaggi.
In tanti anni la Basilica si è arricchita di opere straordinarie: affreschi di Lorenzo Lotto, Luca Signorelli, Melozzo da Forlì, Marco Palmezzano, L. Seitz ed altri; arazzi fiamminghi del '500, ceramiche, oltre all'architettura della basilica cui hanno partecipato con diversi apporti Antonio da Sangallo, Giuliano da Maiano, Baccio Pontelli, Luca Signorelli, Giuliano da Sangallo, Andrea Sansovino, il Bramante e Luigi Vanvitelli.
Nella tradizione locale rimane un detto "chi va a Loreto e non va a Sirolo, vede la Madre e non vede il Figliolo"; con il termine "Figliolo" ci si riferisce al Crocifisso di Numana, (nel detto è "di Sirolo" perchè circa dal 1000 al 1800 d. C. Numana era diventata sobborgo di Sirolo).


Melozzo da Forlì - affreschi

Loreto svolse un ruolo importantissimo nei confronti dell'invasione ottomana: la leggenda prende forma negli anni immediatamente succesivi alla caduta di Bisanzio (1453), con il bisogno di trasferire nell'occidente la sacralità della Terrasanta, in un clima di grande fervore religioso in vista delle crociate.
L'eremita Paolo della Selva rivela che la Vergine gli è apparsa per comunicargli che la piccola chiesa di S.Maria è la sua casa di Nazareth. Alcune testimonianze confermano che questo era stato tramandato da nonni dei nonni e, attorno al 1470 una relazione sulla situazione, tende a conferire veridicità a tutto il racconto, e cioè che la volontà divina abbia voluto sottrarre agli infedeli tale casa.
Si spiega dunque l'impegno delle autorità locali e degli stessi papi a non permettere che i turchi possano saccheggiare tale reliquia, avamposto cattolico nella lotta contro l'islam. La stessa basilica è un fortilizio, così voluto proprio per contrastare i pirati ed i corsari, che infestavano le coste e rappresentavano in gran parte il mondo arabo-turco-mussulmano. Ottime si dimostrarono le difese, infatti tutte le scorrerie si fermarono al castello del porto di Recanati (Castello Svevo di Portorecanati) e alla torre Aspida (una torre di avvistamento e presidio posta vicino alla foce del fiume Aspio, cioè alla foce attuale del fiume Musone.
Il momento di maggior fama per Loreto si ha con la battaglia di Lepanto, la cui vittoria viene da Papa Pio V attribuita all'intercessione della Vergine lauretana. Don Giovanni d'Austria giunse a Loreto con i suoi ufficiali e migliaia di schiavi liberati grazie alla vittoria; con le catene ed i ceppi portati a Loreto vennero fabbricate le grandi cancellate interne al Santuario con grande valore emblematico: la Santa Casa non solo può bloccare gli infedeli ma anche liberare i credenti da ogni catena.
Loreto quindi, arricchendosi di simbolismi nei vari secoli, è ancor oggi una delle mete più importanti dei Pellegrinaggi Mariani e centro tra i primi per il Giubileo 2000.



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