Nella
mitologia greca si racconta che un dio, il dio Pan, si innamorò
di una ninfa, Siringa, la quale però non ricambiava il
suo amore. Fu così che Pan cominciò a rincorrerla
nelle selve per sposarla ma lei si rifugiava nei canneti per sottrarsi
alle intenzioni del dio. Così gli dei, avendo pietà
della ninfa, la trasformarono in una canna. A Pan così
non rimase che costruire uno strumento, proprio con quelle canne,
caratterizzato da un suono triste e malinconico.
E nacque il primo flauto della storia dell'umanità, il
"flauto di Pan".
Esso venne utilizzato e perfezionato, ma col diffondersi del Cristianesimo
ebbe la sua lenta decadenza, per la proibizione dell'uso degli
strumenti considerati "pagani". I cristiani infatti
nella loro liturgia non usavano strumenti, per evitare le influenze
pagane.
La ripresa della musica strumentale si ebbe nel 1300 quando nacque
in Germania e Inghilterra il "flauto a becco". Esso
era costituito da una sorta di pivetta a becco collocata all'estremità
superiore dello strumento e da vari fori, di cui uno nella parte
retrostante. L'aria immessa nel foro del becco metteva la colonna
d'aria in vibrazione e così si produceva il suono. Fu proprio
la dolcezza di questo suono a dare un nuovo nome a questo strumento,
il "flauto dolce". I flauti a becco o dolci venivano
suonati in posizione eretta e per questo motivo presero l'ulteriore
nome di "flauti diritti".
Durante il Rinascimento nacquero in Francia i "flageolets",
flauti di più facile utilizzo grazie ad alcune chiavi che
servivano per i semitoni. Essi ebbero una grande diffusione finché
la storia conobbe un nuovo rivoluzionario tipo di strumento, il
"flauto traverso".
Esso ha una storia separata. Si sviluppò nell'Europa centro
- occidentale e venne chiamato così perché si suonava
da sinistra verso destra o viceversa. Costruito in ebano, cocco
o avorio, era costituito da sei fori più uno per l'imboccatura,
nella quale si insufflava con una particolare posizione delle
labbra che rendeva il suono più potente, ma ancora non
brillante e dolce come quello del flauto a becco. Si pensò
quindi nel corso degli anni come migliorare il suono e l'esecuzione
e lo si cominciò a costruire in forma conica rendendo così
più potenti i suoni bassi, si aggiunsero chiavi e fori
per i semitoni e per i trilli. Venne poi diviso in tre pezzi nel
1680: la testata, il corpo centrale e il trombino, che rese più
comodo il trasporto e la pulizia.
Focale fu l'invenzione del grande flautista settecentesco Johann
Joachim Quantz, che realizzò il "tappo a vite",
un pezzo di sughero posto nella pompa di intonazione della testata
che permetteva allo strumento di potersi meglio intonare con i
vari pezzi di ricambio che allora erano necessari ogniqualvolta
si cambiava diapason (e nel XVIII secolo il "la" poteva
variare da 360 a 460 Hz). Questa invenzione rivoluzionò
la storia dello strumento, essendo il trampolino di lancio della
grande fama del flauto traverso.
L'ultima e più grande invenzione fu quella di Teobaldo
Bohm nel 1831: egli decise di riformare la struttura e la composizione
dello strumento facendo in modo che si basasse su leggi fisiche
esatte. Con l'aiuto dello scienziato William Gordon, Bohm realizzò
un flauto in materiale metallico, formato da fori costruiti in
modo tale che ad ognuno di essi corrispondesse una nota e una
serie di fori suppletivi per i semitoni, calcolando quella che
doveva essere la distanza perfetta tra i buchi. Ecco perfezionarsi
il flauto traverso, che manterrà questa struttura fino
ai giorni nostri.
I moderni flauti da concerto sono costruiti secondo il sistema
di base Bohm, ampliato con una serie di chiavi livellate e dotate
di tamponi per una chiusura più uniforme dei fori. Sono
costruiti in argento o in oro, e proprio dalla qualità
del materiale dipende il tipo di suono emesso.
ACUSTICA
Il
flauto suona la stessa nota del diapason e del violino. La forma
d'onda del suo suono è più sinusoidale che complessa
perché il flauto produce un suono più puro e pastoso
rispetto a quello di altri strumenti come il violino con un tocco
di brillantezza. Nonostante tale differenza i picchi della forma
d'onda sono distanziati in modo uguale e passano con la stessa
frequenza.
Insufflando nell'imboccatura si produce la vibrazione dell'aria
all'interno del tubo metallico. Questa è massima all'imboccatura
e all'estremità opposta del tubo, e diminuisce mentre si
sposta verso la parte interna e cessa al centro. Il suono dell'aria
in vibrazione fa vibrare il corpo dello strumento che emette onde
sonore. La lunghezza della colonna d'aria da un picco di vibrazione
all'altro dà l'intonazione della nota prodotta. Accorciando
la colonna d'aria si alza l'intonazione.
Stefano Cerea