L'
Arpa è uno strumento musicale a pizzico, in cui il piano
delle corde è perpendicolare a quello della tavola armonica.
Le corde, parallele fra loro, sono tese fra la cassa armonica
e la mensola.
Le arpe possono essere suddivise in tre categorie principali:
arcuate, nelle quali la mensola e la cassa armonica formano una
curva simile a quella di un arco; angolari, nelle quali la mensola
e la cassa formano un angolo retto; e arpe a telaio, dove una
terza parte, la colonna, viene aggiunta formando un triangolo
con la cassa e la mensola. L'arpa usata oggi in orchestra, intonata
in do bemolle maggiore, possiede 47 corde e copre un'estensione
di oltre sei ottave e mezzo. Le corde gravi sono di metallo ricoperto,
mentre le corde più acute possono essere di budello o di
nylon. Per poter eseguire le note alterate (diesis o bemolle),
l'arpa possiede sette pedali che permettono di alzare di uno o
due semitoni l'intonazione delle corde.
Le arpe arcuate, cioè gli esemplari più antichi
di arpa a noi noti, erano diffuse in Mesopotamia e in Egitto fra
il 3000 e il 2000 a.C., mentre quelle di tipo angolare comparvero
solo in un secondo momento. Queste ultime sopravvivono oggi in
alcune parti dell'Africa, nel Myanmar, in zone della Siberia e
in una ristrettissima area dell'Afghanistan. Nel Medioevo, le
arpe di tipo angolare furono molto impiegate nell'ambito della
musica araba e persiana; in Persia sono state usate fino alla
fine del secolo scorso. Le arpe a telaio, costruite e utilizzate
quasi esclusivamente in Europa, fecero la loro apparizione nel
IX secolo e si svilupparono in due versioni differenti. La prima
si diffuse in Irlanda e Scozia, la seconda sul continente. L'arpa
irlandese e scozzese era caratterizzata da una cassa armonica
grande e profonda, ricavata da un unico blocco di legno, una spessa
e robusta mensola, e una colonna pesante e ricurva. Le corde,
di ottave, potevano variare da 30 a 50 e venivano pizzicate con
le unghie, producendo un suono particolarmente brillante. Questo
strumento fu utilizzato all'incirca fino al XIX secolo. Le arpe
medievali delle altre zone d'Europa erano assai più piccole
e leggere, e possedevano dalle 7 alle 25 corde, probabilmente
in metallo, oltre a una cassa armonica di dimensioni ridotte.
A partire dal 1500, cominciarono a essere utilizzate corde di
budello e si iniziò a sviluppare una forma di arpa più
allungata, più alta, con una colonna diritta in grado di
sopportare la tensione di un maggior numero di corde rispetto
alla colonna sottile e incurvata utilizzata in precedenza. Questa
arpa, detta anche gotica, è lo strumento al quale fanno
riferimento le arpe popolari dell'America latina, le arpe irlandesi
moderne e anche l'arpa orchestrale.
La letteratura musicale, a partire dal XVI secolo, cominciò
a richiedere un maggior numero di note rispetto a quelle che poteva
emettere l'arpa a sette corde. Così si cominciarono a studiare
strumenti con un maggior numero di note. Si aggiunse una seconda
fila di corde, in modo da ottenere anche i suoni cromatici (arpa
doppia o cromatica); fecero la loro comparsa gli uncini di intonazione,
che potevano innalzare la nota di un semitono, e più tardi
furono aggiunti pedali collegati agli stessi uncini, e in seguito
a dischetti rotanti, che controllavano l'altezza delle note. Intorno
al 1720 fu costruita la prima arpa a pedali, che consentiva di
innalzare le note proprio di un semitono, permettendo di suonare
in numerose tonalità. Questo modello fu poi sorpassato
dall'arpa con pedaliera a doppio movimento inventata nel 1810
da Sébastien Erard a Parigi.
tratto
da Enciclopedia Encarta