Da
Macomer a Bosa, quarantotto chilometri di ferrovia passando per le stazioni di
Sindia piccolo villaggio rinomato per i suoi formaggi di vacca, foggiati a pera
e somiglianti al caciocavallo del Napoletano, di Tinnura, di Tresnuraghes, di
Nicolosu, di Modolo.E Bosa, a confronto di tante localitā minori, figura da
cittā, e come cittā di mare, a due chilometri dalla foce del Temo,sul quale č
gettato un bel ponte di pietra a tre arcate, si stende sul declivio d'un colle;
la dominano le rovine del castello di Serravalle, costruito verso il 1100; č
capoluogo della "Planargia" ed emporio commerciale delle altre due
contrade dette "Montesanto e Marghine".Amena la situazione: le case si
stendono ai lati di vie parallele al fiume; sulla piazza maggiore prospetta la
cattedrale, costruita al principio del secolo XII, riedificata nel 1806. Buon
provvedimento igienico l'acquedotto, costruito di recente,che porta qui le acque
dai monti di Scano. Il porto, difeso dall'Isola Rossa ha intorno una spiaggia
bassa, arenosa, e quattro piccole cale con torri. Seguono la cala dei Mori, la
punta Argentina,con un'altra torre, e infine il capo Marrargiu.