Dicono di Lui

Mediapolis

Illusionista, trasformista, beffardo, ironico, virtuoso della pennellata e del colore, artista-camaleonte.Queste alcune delle definizioni che sono state usate per identificare la suggestiva ed eclettica personalità di Giampaolo Tommasetti. Pittore, musicista, grafico, con alle spalle un percorso che, di certo, non si può dire abbia seguito binari propriamente canonici: Dalla formazione artistica pressochè esclusivamente imperniatasi su un'esuberanza creativa che gli ha permesso di trasformare il mondo che lo circonda in perenne serbatoio di esperienze da travasare nell'Arte; all'iter di vita personale, contraddistinto dalla non convenzionalità, dalla passione profonda per la ricerca intellettuale, dal coraggio di vivere contro corrente, possibilmente al di fuori di ciò che snaturalizza l'individuo.

E' da questo indistinto confine tra vita ed arte che nasce l'originale "cosmografia multimediale" di Tommasetti, una vera e propria ricostruzione, tra il serio ed il faceto, dall'attuale realtà, con il sotterraneo intento di affermarne la dimensione onirica e fantastica su quella dell'utile e del produttivo. la sacralità dell'opera d'arte viene assorbita da un turbinio di immagini allegoriche e grottesche, frenetico pullulare dei simboli di una società che, se pur ipertechnologica, trova il punto di congiunzione ideale con il passato nella rivisitazione di miti dell'antichità o, altresì, nelle fattezze rinascimentali delle sue potenze occulte, macroscopici prolungamenti di un mondo sempre più relegato nelle viscere della propria interiorità. Con Tommasetti, la pittura si ricontestualizza all'interno degli altri linguaggi multimediali; anzi, nella gerarchia comunicativa acquista la configurazione privilegiata di trait d'union tra i diversi canali della comunicazione, unico mezzo ad essere considerato non solo incomparabile fonte di immagini, ma anche segno, suono, ritmo, colore, significato.

Lo scenario rappresentato è la città organizzata della multimedialità fisica e tecnologica. Luogo di straripante congerie di oggetti di consumo e di simboli di benessere, che l'Artista ripropone attraverso una sorta di estetica del frammento (collage), di mescolamento delle diverse forme di comunicazione, a costruire una sorta di inquietante ragnatela, in cui l'individuo si riduce ad insignificante granello di sabbia, un nulla sempre meno all'altezza della lussureggiante oggettività dell'epoca attuale. Tommasetti, comunque, ci offre la sua àncora di salvezza sotto la forma di superpartes, presenze che infondono un'atmosfera ludica ed ironica alle sue città multimediali. Giganteschi titani, ipertrofici bambini, ridondanti figure femminili sono i critici e grotteschi spettatori di questo caotico mondo della comunicazione, ingombranti presenze endogene che si intromettono nello "spettacolo" della società dei consumi riducendolo a giocosa, quanto ridicola, "messa in scena". Con lo stratagemma dell'alterità, Tommasetti vuol ridare consapevolezza all'essere umano, fargli prendere le distanze dalla forza centrifuga dei new media, ravvicinarlo alle "potenze dell'anima". E' come se l'Artista attraverso la figura elefantisiaca volesse contrastare l'insignificante puzzle del tutto, riappropiandosi della singolarità dell'individuo ed opponendosi alla disintegrazione delle forme.

Alda Miolo